Capitolo 3

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Il continuo suono dei bicchieri riempiti di birra che sbattevano contro il bancone, unito alle allegre risate e alle voci potenti, facevano da sottofondo all'interno del pub.

Il Green Man era ricolmo di gente quella sera, i clienti abituali sedevano ai loro posti, i quali nessuno osava abbrancare, mentre i nuovi arrivati cercavano un angolino tranquillo in cui potersi godere una bevuta in pace.

Quel pub era uno dei luoghi di culto nella zona, secondo solo alla chiesa di St George's.

Il Green Man c'era e ci sarebbe sempre stato per i suoi amati fedeli, molto spesso bisognosi di dimenticare e affogare i problemi della vita in numerosi bicchieri di rum a basso costo.

Jack Dawson aveva acquistato il pub molti anni prima dal vecchio e morente proprietario, ristrutturandolo e consegnando la gestione in mano Simon O'Connell e a suo figlio Charley, vecchi amici di famiglia.

I Dawson festeggiavano l'inizio degli affari con Camden nella loro saletta privata, gustandosi del buon whiskey irlandese generosamente offerto dalla casa, accompagnato da una scatola di sigari Partagàs conservati per l'occasione.

Hanna e Jana camminavano veloci, ridendo e tenendosi a bracchetto, tirando dritte verso il Green Man.

Jana aveva convinto l'amica, come suo solito, ad accompagnarla al pub, dove si aspettava di trovare il suo nuovo spasimante, lo stesso giovane che l'aveva invitata a ballare al matrimonio di Ben.

Hanna aveva opposto resistenza alla proposta di Jana, ma purtroppo per lei, la sua migliore amica sapeva essere molto convincente, per cui si era lasciata trascinare fino al vecchio pub.

Una volta entrate, l'odore pungente dell'alcol e quello soffocante del fumo delle sigarette le aggredii, facendole sentire come a casa.

I giovani Dawson e i loro amici si riunivano da sempre al Green Man, luogo che ad occhi raffinati poteva sembrare un piccolo e sudicio buco, ma per loro era un porto sicuro, il ricordo della giovinezza.

Gli uomini seduti vicino all'ingresso si voltarono ad osservare le due giovani e avvenenti donne con sguardo malizioso, ma nessuno osò trattenere lo sguardo su di loro più del dovuto dopo aver riconosciuto Hanna, riportando l'attenzione altrove.

Tutti all'interno del locale conoscevano le regole, e sapevano che mettersi contro i Dawson voleva dire finire a galleggiare a pancia all'aria nel canale l'alba seguente.

Hanna lanciò uno sguardo alla saletta privata dove sapeva esserci i suoi fratelli con amici stretti della famiglia, Jana sorrise, riconoscendo tra la gente il suo momentaneo amante << eccolo la>> disse, facendo un cenno al ragazzo, il quale ricambiò il sorriso << non dovresti illudere quel poveretto>> disse Hanna, biasimando l'amica << non lo sto illudendo... vogliamo solo divertirci>> rispose sagace Jana, incamminandosi con passo felino verso la sua preda.

Hanna scosse la testa, cercando di ricordare per quale ragione l'amica l'avesse trascinata fuori di casa quella sera, senza riuscire a trovare una risposta che potesse soddisfare il suo quesito.

Rimasta in piedi da sola davanti all'ingresso, Hanna decise di rifugiarsi nell'unico posto che le apparteneva << ma guarda chi ha deciso di degnarci della sua presenza!>> urlò Abel, osservando divertito la sorella prende posto al tavolo.

<< Vedo che vi state divertendo>> disse Hanna, lanciando uno sguardo alla bottiglia di whiskey ormai prosciugata << non sarai venuta a rovinarci la festa?>> chiese Ben, lanciandole uno sguardo tagliente << tu non dovresti essere a casa con tua moglie?>> chiese Hanna, incrociando le braccia, mentre Abel e loro amici seduti al tavolo con loro, ridevano alla provocazione.

To Let Myself GoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora