Capitolo 11

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Al di fuori del Green Man la musica e i cori degli uomini risuonavano allegri, grazie a una buona dose di birra e whiskey irlandese. Quel sabato sera il pub offriva musica dal vivo e tanto alcol: la ricetta perfetta per dimenticare ogni problema.

Jack Dawson se ne stava seduto nell'angolo della sua saletta privata, fumando il suo sigaro e leggendo il giornale del giorno. Intorno a lui i suoi uomini e amici più fidati, tra cui il figlio Abel. Quella sera il ragazzo sembrava essere l'oggetto d'interesse di un'avvenente e giovane ballerina, dal corpo sinuoso e il sorriso provocante. Abel le offrì da bere, nel tentativo di trovare l'ennesima distrazione per la serata. La porta del locale si spalancò all'improvviso, permettendo l'ingresso di un ospite non gradito.

Lucas Burns si fece strada tra gente, mentre le persone si spostavano a testa bassa, di certo non in cerca di problemi. La musica continuò a risuonare, malgrado le occhiatacce che Burns e i suoi uomini si guadagnavano dai presenti. Jack alzò lo sguardo dal suo giornale, per poi lanciarlo al cielo alla vista di Burns. << Davvero una bella serata. Dalle mie parti le persone sono molto meno divertenti>> esordì Lucas, avvicinandosi entrando nella saletta privata dei Dawson. << Potrei prestarti per qualche serata la nostra meravigliosa Lilly, è una cantante sublime>> rispose Jack con ironia, senza distogliere lo sguardo dal suo quotidiano. Burns accennò un sorrisetto, mentre con la testa fece segno ai presenti di uscire, così da lasciarlo solo in compagnia di Jack.

<< Forse hai ragione, anche se, a dire la verità, nelle mie zone non ci si annoia mai>>. Lucas prese posto di fronte a Jack, mentre quello abbassava il giornale con fare annoiato. << Ad esempio, in questi giorni i miei uomini hanno fatto degli incontri molto curiosi>> iniziò, giocherellando con un bicchiere di whiskey lasciato vuoto sul tavolo. Jack si lasciò cadere contro lo schienale della sua sedia di legno, accavallando le gambe, pronto ad ascoltare. << Forse potrai spiegarmi perché proprio oggi, durante la corsa a Sandown, tua figlia ha accompagnato James Gould ed ha sparato alla gamba di un mio uomo>>.

Jack accennò un sorriso, riprendendo tra le dita il sigaro che stava fumando. << Se non sbaglio Sandown è territorio dei Gould, quindi cosa ci facevano i tuoi uomini lì?>> chiese a sua volta Jack, stuzzicando il vecchio Burns.

<< Questi non sono affari che ti riguardano>>.

<< Neanche cosa fa mia figlia sono affari che ti riguardano>> replicò a sua volta Jack, questa volta con più fermezza nella voce. Lucas scosse la testa, puntando un dito in direzione di Dawson. << Io e te abbiamo un accordo, ricordi?>> chiese, così da mettere le cose bene in chiaro. Jack annuì, ricordando bene la sua maledetta richiesta. << Ho parlato con Hanna questa mattina, sarà di ritorno a casa giusto questo lunedì, in tempo per l'incontro con tuo figlio>> rispose Jack.

Burns annuì, eppure nei suoi occhi blu si nascondeva l'ombra di un segreto custodito con cura nel corso degli anni. << Mi auguro che tu non ti sia dimenticato di quello che è accaduto, di cosa abbiamo passato insieme io e te>> sussurrò, sfiorando la superficie frastagliata del tavolo, facendosi sentire nonostante i canti e balli fuori dalla piccola saletta privata. Jack strinse i denti, cercando di rimanere impassibile di fronte alle minacce. << Ricordo molto bene. Sono anni che mi maledico ogni giorno per quello che ho fatto>> rispose, mentre Lucas accennò un sorriso. << Ricordati sempre chi sono i tuoi veri amici Jack>> disse Burns, alzandosi dalla sedia, rubando uno dei sigari dalla scatola di Jack con non curanza. << Non dimenticare mai, vecchio mio>>.



Dopo la corsa i fratelli Gould, in compagnia di Hanna, decisero di fare una sosta nei loro uffici, così che Thomas potesse sbrigare una faccenda veloce. Nell'attesa, Hanna si offrì di dare una ripulita alla ferita al volto di James, ormai abituata a quel genere di situazioni. Il piccolo pezzo di garza, prima candido, di tinse di una sfumatura rosata, mentre delle fredde gocce d'acqua scivolavano sui lineamenti spigolosi del viso di Gould. << Hai un tocco davvero leggero>> constatò lui, non perdendo Hanna di vista neppure per un secondo. Lei accennò una risata, sfiorando con un dito il contorno della ferita al sopracciglio dell'uomo. << È un taglio superficiale, non c'è bisogno di cucirla>> disse lei. James annuì, indifferente al leggero intorpidimento alla fronte dovuto alla ferita. << Come sai tutte queste cose?>> chiese, curioso di sapere di più su di Hanna.

To Let Myself GoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora