Capitolo 10

277 15 7
                                    

Mentre l'alba sanciva l'inizio di un nuovo giorno, risvegliando i lavoratori più instancabili, il gradevole tepore delle coperte cullava il sonno profondo di Hanna. Il suo era un riposo privo di sogni, disturbato però da dei tonfi incessanti uditi in lontananza. Riemerse inconsciamente dal torpore, riprendendo lentamente conoscenza. Quando si rese conto che qualcuno stava bussando con forza alla sua porta, ci mise pochi secondi a drizzarsi in piedi, costringendosi a scacciare il sonno.

Si infilò di fretta nella vestaglia, prendendo dalla sua bosa la piccola e fidata rivoltella. << Chi è?>> chiese con voce ancora impastata dal sonno, muovendo i primi passi verso la porta. << Thomas>> rispose l'inatteso ed impaziente ospite dal pianerottolo, lasciando Hanna confusa per qualche secondo. << E adesso cosa c'è?>> sussurrò lei tra sé, lasciando l'arma sul piccolo tavolino di legno della cucina, avviandosi con fare scocciato verso l'ingresso.

Quando aprì si trovò davanti l'imponente figura di Thomas. L'uomo si guardava intorno quasi temesse di essere seguito da qualcuno, un vizio comune che Hanna aveva notato ad entrambi i fratelli. << È successo qualcosa?>> chiese Hanna stringendosi nelle spalle, non trovando spiegazione a quella visita improvvisa.

Thomas si limitò a consegnarle una gruccia, sopra la quale era stato appeso un vestito azzurro da giorno, decorato nella parte inferiore da piccoli motivi floreali e in quella superiore da intarsi perlati. Abbinato all'abito, un largo capello impreziosito da piccole perline argentate. Hanna osservò l'abito sempre più confusa, non capendo cosa diavolo stesse succedendo. << Oggi vieni con noi a vedere la corsa. Cambiati in fretta>> si limitò a dire Thomas, lasciando l'abito nelle mani di Hanna.

Lei si affacciò sulle scale, guardando l'uomo scendere i gradini con dei tonfi sordi, per poi fermarsi all'interno dell'appartamento di Ellen. Non potendo opporsi, Hanna si richiuse la porta alle spalle, posando l'abito sul poggiolo del piccolo divano fiorato. Lo osservò per qualche secondo con sguardo confuso, per poi scuotere la testa e iniziare a prepararsi. << Ma chi si credono di essere?>> continuò a borbottare tra sé e sé mentre si infilava le calze color carne, dovendo prestare attenzione a non bucarle. << Venire qui di primo mattino senza preavviso...>> farfugliò, mentre il vestito le scivolava lungo la pelle candida. << Per lo meno hanno buon gusto>> dovette ammettere, osservando la sua immagine riflessa nello specchio.

Il vestito aderiva al suo corpo alla perfezione, lasciando intravedere le sue forme morbide solamente nei punti giusti, mettendo invece in risalto la stretta vita. Con delle spazzolate veloci cercò di sistemarsi i capelli come meglio poteva e con fare distratto si portò un po' di colore sulle guance cadaveriche. Prima di uscire infilò il soprabito e si sistemò il cappello, trovandolo oltremodo scomodo e ingombrante. Prese la fidata borsetta al volo, per poi scendere le scale tutte d'un fiato. << Santo cielo! Siete uno splendore!>> esclamò Ellen, comparendo sulla porta del suo appartamento, ammirando Hanna con sguardo sognante. << Oh la ringrazio>> rispose la ragazza in imbarazzo, dandosi una veloce occhiata al vestito. << Thomas è davvero fortunato ad essere accompagnato da una meraviglia come voi>> continuò la vecchietta, stringendo tra le mani un fazzoletto di candido cotone ricamato. << Non è come pensate>> si affrettò a rispondere Hanna, richiamata dal clacson della macchina dei Gould. << Sarà meglio che vada, buon giornata>> disse, accennando un saluto alla padrona di casa, uscendo veloce dalla stretta porta di legno. << Ma certo cara, buon divertimento!>> le augurò Ellen, salutandola con il morbido fazzoletto, sorridendo affettuosamente ai due giovani.

Hanna salì in fretta sulla vettura, per poi partire veloci verso l'ippodromo Sandown. << Gradirei che mi avvertiste prima per cose di questo genere, se non vi reca troppo disturbo chiedervelo>> commentò pungente Hanna, mentre Thomas guidava con lo sguardo fisso sulla strada. << Ora sei in affari con noi dolcezza, dovrai essere pronta per cose ben peggiori>> rispose Thomas con tono freddo, sforzandosi di tenere lo sguardo sulla strada. Hanna osservò i lavoratori apprestarsi a raggiungere i loro impieghi con passo veloce e ritmato, consapevoli di non dover far tardi. Molti di quegli uomini lavoravano per i Gould, o per lo meno, conoscevano gli uomini che comandavano Camdem. Al solo arrivo dell'auto di Thomas uomini, donne e bambini si facevano da parte, salutandolo oppure abbassando lo sguardo verso il cemento.

To Let Myself GoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora