Capitolo 1

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Londra, 1927

La musica jazz avvolgeva ogni invitato in grado di sollevarsi dalla sedia, trascinandoli in allegri e frenetici balli, dai quali nessuno sembrava volersi allontanare.

In quel giorno tanto gioioso, i problemi sembravano essere scivolati via.

Tutti ridevano e si godevano la festa.
I mariti mangiavano e guardavo con soddisfazioni le proprie famiglie, le mogli si riunivano e si scambiavano confidenze, i bambini correvano in ogni direzione, i ragazzi bevevano e ridevano, accompagnando le giovani donne sulla pista da ballo.

Hanna si lasciò cadere su una delle piccole sedie di legno, gettando la testa all'indietro e ridendo. << Sono esausta! >> esclamò, recuperando il piccolo porta sigarette in metallo che aveva abbandonato sul tavolo.
<< Quel Johnny ci sa davvero fare>> rispose Jana, sistemandosi i corti boccoli dorati, lanciando uno sguardo malizioso al giovane poco distante dal loro tavolo, intento a scherzare con i suoi amici.

Hanna si portò una sigaretta alle labbra color cremisi distese in un leggero sorriso, per poi avvicinare la fiamma brillante al viso dai lineamenti dolci. << Anche il tuo non era male, come si chiamava?>> chiese Jana, sporgendosi e accendendosi a sua volta una sigaretta.

Hanna sollevò le spalle, facendo fuoriuscire il fumo dalle labbra carnose. << Sei davvero incredibile! Lo sai vero che un giorno tutto questo dovrà accadere anche a te?>> disse Jana, rigirando il coltello nella piaga.
Hanna le lanciò un'occhiata ardente, senza lasciarle scampo. << Ti prego, non ti ci mettere anche tu, per quello basta mio padre>> disse, tornando a guardare i protagonisti di tutti quei festeggiamenti.

Suo fratello Ben era riuscito a convincere Susane Byrne a sposarlo, una giovane e dolce ragazza di origini modeste, non il genere di partito che il loro padre si aspettava. Nonostante le difficoltà iniziali, la giovane era riuscita a conquistare anche il cuore del capofamiglia il quale continuava a lanciare ad Hanna delle occhiate eloquenti. Quando Hanna era venuta a sapere del matrimonio, si era subito congratulata con il fratello maggiore e con la futura moglie, ma la felicità si era presto spenta sulle sue labbra.

<< Scusa, mi dispiace>> Jana continuava a guardare con preoccupazione la migliore amica, conoscendo fin troppo bene quello che le passava per la testa. << Ancora con il muso lungo sorella?>> disse Abel, il terzo genito della potente famiglia dei Dawson, lasciando un veloce bacio sulla guancia di Hanna. << Fottiti >> le rispose la sorella, senza freni alla lingua.

Abel rise, rivolgendo a Jana un sorrisetto sagace, sempre pronto a stuzzicare la sorella maggiore.
Jana ricambiò con un sorriso timido, osservando il giovane Dawson stringere tra le labbra piene come quelle della sorella una sigaretta, accendendola con un fiammifero.

Il ciuffo castano portato con cura all'indietro, gli occhi verdi illuminati dalla fiamma ardente e il completo pregiato confezionato per l'occasione. Tanti dettagli che lo rendevano senza dubbio attraente, come del resto tutti i componenti della famiglia Dawson.

Ad Abel piaceva divertirsi, e nessuna donna sembrava essere capace di rubare il suo cuore, all'infuori di Hanna e della loro sorellina minore, Abby. Era di due anni più giovane di Jana ed Hanna, e di quattro rispetto a Ben, ma nonostante l'età, Abel dimostrava di essere più grande di quanto in realtà non fosse.

<< Avanti Hanna, cerca di sorridere, fallo almeno per Ben>> disse Abel, sapendo quanto il fratello maggiore fosse affezionato alla sorella, ma lei sembrava essere intenzionata a logorarsi il fegato. << Che si fotta pure lui e il suo matrimonio>> disse Hanna, gettando a terra il mozzicone della sigaretta, pestandolo con rabbia. << Cazzo>> disse Abel sottovoce, notando il capofamiglia avvicinarsi con il suo tipico andamento deciso e sicuro.

To Let Myself GoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora