Quando era agitata, o ansiosa di risolvere una situazione scomoda, Hanna usava picchiettare ripetutamente le lunghe dita sulla prima superficie piana che le capitava appresso, componendo sinfonie non gradite alla maggio parte delle persone.
Era mattina presto, il sole si faceva timidamente largo tra le nubi londinesi, una debole brezza soffiava da nord, mentre la gente iniziava ad uscire dalle proprie case per andare al lavoro.
Hanna non aveva molto tempo, continuava a lanciare occhiate ripetute all'orologio che il padre le aveva regalato per il diciottesimo compleanno, così come aveva fatto con i due figli maschi, conoscendo cosa avrebbe reso Hanna davvero felice.
Un vassoio con diversi pasticcini, dai colori e gusti diversi, aspettava ansioso l'arrivo dell'ospite decisamente in ritardo, non che per Hanna fosse una sorpresa.
<< Scusami, solitamente non mi sveglio a quest'ora>> disse Jana con tono sarcastico, gettandosi sulla piccola sedia di legno del tavolino al quale Hanna la stava aspettando da circa trenta minuti << ma non mi dire>> rispose Hanna, dando un bacio leggero alla guancia della migliore amica.
<< Allora cosa c'è di così importante da gettarmi giù dal letto a quest'ora del mattino?>> chiese Jana, accorgendosi in quel momento dei pasticcini che Hanna aveva fatto preparare appositamente dalla pasticceria preferita dell'amica << deve essere una cosa davvero seria, altrimenti non ti saresti scomodata tanto>> disse Jana, conoscendo l'amica.
Hanna raccontò tutto, Jana ascoltò ogni particolare con attenzione, dall'incontro con i fratelli Gould, sino allo scontro con suo padre della sera precedente, tutto nell'arco di pochi giorni.
<< Volevo chiederti di prendere il mio posto come segretaria nella società per il tempo in cui sarò a Camden, ti prego di aiutarmi>> disse Hanna, nella speranza che l'amica di una vita non l'abbandonasse proprio nel momento del bisogno.
Jana ci pensò su, ma alla fine sospirò, chiudendo gli occhi ed annuendo << lo farò, non che la cosa mi alletti particolarmente, lo sai che tuo padre mi mette terribilmente in soggezione, ma questo ed altro per te Hanna>> le disse, sporgendosi sul tavolo per abbracciare l'amica.
<< Ti ringrazio, davvero>> disse Hanna, grata dell'aiuto << solo ti prego, fai attenzione, so che hai le capacità per tenere testa a tutti gli uomini che incontri, ma adesso non sarai sotto la protezione di Jack, promettimi che non farai niente che possa metterti in pericolo>> chiese Jana, conoscendo Hanna fin troppo bene.
<< Sarò sotto la protezione dei Gould, Camden è loro, nessuno mi farà del male>> disse Hanna, ma Jana non l'avrebbe lasciata andare senza la sua promessa << d'accordo, ti do la mia parola che starò attenta>> disse, Jana sorrise << uno di questi giorni ti verrò a trovare, così potrai farmi conoscere gli affascinanti fratelli Gould>> disse, sorridendo maliziosamente.
Hanna rise << non ne hai mai abbastanza vero?>> disse, lanciando di nuovo uno sguardo al suo orologio << devo andare>> disse, alzandosi e dandosi una rapida sistemata al vestito.
Prima che potesse accorgersene, Jana le fu davanti, stringendola forte a sé << ricorda la promessa che mi hai fatto>> le disse, accennandole un sorriso << lo farò>> disse con le mani ancora strette a quelle di Jana, sperando di poter mantenere davvero la sua promessa.
***
<<Metta una firma qui... e una qui.>>
Hanna siglò velocemente, il tratto elegante e leggero, sotto gli occhi attenti di James Gould << complimenti signorina Dawson, ora fa ufficialmente parte della Gould Brothers Company>> disse con un sottile sorriso, dietro alla sua voce profonda e cordiale, la sottile vena di sarcasmo era palese << solo Hanna>> disse lei << solo Hanna...>> le fece eco James, continuando a sorridere.
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To Let Myself Go
ChickLitLondra 1927 Il matrimonio, il giorno che ogni giovane donna sogna fin dalla tenera età. Ognuna di loro si immagina con un lungo abito finemente confezionato, i fiori preferiti disposti lungo la navata della chiesa del paese, la famiglia alle spalle...