Rivoluzione

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Il giorno dopo, fui felice di rivedere Justin in teatro. Oramai non era più preoccupato di ciò che pensava la gente, e credo neanch' io. Che importava se mi credevano uno psicopatico o un “ finocchio “ ? Io sapevo quello che ero. E questo bastava.
E non furono i discorsi profondi di Kurt Hummel a farmi cambiare idea, ma, come vi ho già detto, la lacrime di Hanna.
Quelle lacrime di speranza andata in fumo mi hanno dato alla testa. Non smettevo mai di pensarci.
Il nostro primo giorno nell' LGBT club non fu uno dei migliori, ma era soltanto un inizio. Innanzitutto dovevamo provvedere a cambiare il posto destinato alle riunioni.
Il club di teatro, ovvero quello di Hanna, aveva bisogno dell' aula per recitare e nei giorni precedenti si era  sacrificato abbastanza. Così decidemmo di chiedere al preside aka il signore grande e potente che sta seduto dietro una scrivania di legno e non fa altro che dare avvisi completamente inutili.
L' unica cosa buona in lui? Era contro ogni tipo di razzismo e omofobia. Per questo aveva acconsentito a creare il club di Hanna.
Ci diede il permesso di usare l' aula destinata al club del libro, che venne sfrattato inesorabilmente. Mi dispiaceva per i partecipanti, ma mi sembrava una cosa giusta, soprattutto dopo che la scuola aveva scoperto che in quel club si faceva tutto fuorché leggere.
L' aula era piuttosto piccola, ma abbastanza grande per noi. D’altronde, non sapevamo ancora se si sarebbe iscritto qualcun altro.
Dopo aver trovato un nuovo posto, provvedemmo ad attaccare dei manifesti sul nostro club in giro per la scuola, ovviamente evitando ragazzi che li avrebbero sicuramente strappati.
Tipo Ryan e il branco di giocatori di football che lo seguiva ovunque andasse, fatta eccezione per quando si faceva qualcuna nello sgabuzzino della scuola.
Il nostro manifesto era un  foglio glitterato e color arcobaleno. Non fui io a sceglierlo, infatti ebbi qualche dubbio quando lo stamparono, nessuno si sarebbe iscritto a un club appena uscito da un film delle principesse disney.
Per questo, il giorno dopo, fui io la persona che strappò i manifesti, cioè, in realtà li buttai semplicemente, ma comunque li feci sparire dai muri di tutta la scuola.
<< Mi è venuta un idea. >>
Mi pentii amaramente di quell' idea. Ma devo ammettere che con quella maledetta idea, iniziò tutto.
Non so come arrivammo a tutto quello. So solo che fu la cosa più folle e credo anche illegale ( no non è vero ) che avessi mai fatto in tutta la mia vita. Era una delle cose che tempo fa avrei messo nella lista di cose da “ Non fare assolutamente “.
Quando io, Hanna e Justin sfilammo per i corridoi della scuola con delle magliette bianche su cui era stampato a caratteri abnormi la nostra sessualità con sotto il nome del club, direi che in tutta la scuola si creò una nuova rivoluzione.
E in quel momento, avrei tanto voluto dirigermi dal mio professore di sostegno di storia e spiaccicarli il libro in faccia, dicendo che l' unica Rivoluzione che c’ era per me era soltanto la mia.
La mia Rivoluzione. La Rivoluzione dell' LGBT club.

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