Incidente

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La prima cosa che dissi tra me e me dopo cinque minuti passati in quel posto fu “ Portatemi via da qui” . Non ero mai stato ricoverato in ospedale, o forse si, ma non mi ricordo molto bene, probabilmente quando ebbi il morbillo.
Quel luogo mi metteva ansia e tristezza. Quando conobbi un ragazzo italiano su Facebook, non faceva altro che parlare di una serie tv che parlava di ospedali, ospedali e cancro cioè “ Braccialetti Rossi “. Capii che con lui non poteva funzionare, così lo mollai dicendo di avere io il cancro.
Insomma, lì era tutto così diverso. C' erano così tante emozioni messe insieme: rabbia, tristezza, dolore, gioia.
Guarda a sinistra e vedevi una madre piangere per il proprio figlio; Guardavi a destra e c' era un uomo scorbutico che se la prendeva con gli infermieri; Guardavi di fronte a te e un infermiera più o meno di mezz' età ti diceva:
<< Tuo fratello si è svegliato. Ma non può ricevere visite ora. >>
<< Che diavolo è successo? >> chiesi, ma poi mi pentii dell' esclamazione guardando la faccia dell' infermiera.
<< Questo non lo so. Forse dovreste chiederlo a lei. >> a questo punto l' infermiera indicò un angolo della sala d' attesa, dove una ragazza dell’ età di Thomas e un uomo molto ossuto stavano discutendo apertamente.
Sembrava stessero recitando, tutti i presenti li guardavano come a teatro.
<< Hai sbagliato! Non avresti dovuto farlo. >> esclamò lei.
<< Sì invece. Quell' uomo non ti merita. >> ribatteva lui.
Insomma era la classica scenata tra fidanzati che io saltavo sempre nei film romantici, tranne quelli gay.
Dopo un po’ il ragazzo se ne andò, evidentemente rassegnato, mentre la ragazza si sedette e pianse.
Non sapevo perché l' infermiera mi avesse indicato proprio quella ragazza, ma tutto era possibile con Thomas e questo lo sapeva anche Gesù, così mi avvicinai a lei.
<< Brutta giornata? >> chiesi. La ragazza alzò lo sguardo. Non sembrava molto sorpresa alla mia vista.
<< Non sono interessata, ti prego vai via. >> disse.
Ok tesoro… Siamo in un ospedale e io sono gay. Non farti film mentali.
<< Neanche io, non preoccuparti. In realtà non so nemmeno perché sono qui. >>
<< Mi chiamo Tanya. >> mi porse la mano.
<< Adam. >> gliela strinsi.
Pensai molto  a quali parole avrei potuto usare per arrivare alla domanda “ Che cazzo centri tu con mio fratello? “, ma alla fine la dea della fortuna mi fece una grazia e ci arrivò lei.
<< Il mio fidanzato ha mandato in ospedale un uomo innocente. Non so quale fosse il suo nome, mi ricordo incominciasse con T. >> disse lei, ancora in lacrime. Voleva parlare con qualcuno, avere compagnia, le si leggeva in faccia.
<< Ah davvero? >> chiesi curioso.
<< Sì. Era un tipo apposto. Cercava solo di conoscermi, e forse anche portarmi a letto. Ma non aveva cattive intenzioni, non sapeva neanche dell' esistenza di James. >> James doveva essere il suo fidanzato. Comunque, da quel “ portarmi a letto “ capii subito che si trattava di mio fratello.
<< Poi lui l' ha visto mentre parlavamo e si è talmente arrabbiato e… >> i singhiozzi aumentarono. 
In quel momento non sapevo cosa fare, come sempre diciamo.
Poi arrivò l' ultima persona che mi sarei aspettato di vedere in quel posto.
Liam.
Appena lo vidi, dentro di me ci fu una specie di colpo al cuore. Ci mancava solo lui a rendere la mia giornata peggiore di quanto già lo fosse. Dopo quello che era successo, non ci eravamo più rivolti la parola. Ma vederlo lì, in quel momento, con una piccola busta in mano dove erano riposte le ciabatte per Thomas e quel suo atteggiamento così fine ma allo stesso tempo impacciato, cambiò qualcosa.
Non so cosa, ma la cambiò.
Anche lui sembrò stupito della mia vista, anzi direi che la sua faccia sembrava quella di uno che aveva visto la morte di Maia in Pretty Little Liars. 
<< Tanya! >> esclamò appena spostò lo sguardo e scorse la ragazza seduta accanto a me. Lei si alzò e gli venne incontro.
Poi i miei occhi videro quello che si potrebbe chiamare “ il classico abbraccio tanto atteso nei film d' amore “. In realtà era il bacio, ma comunque viene sempre subito dopo.
Quindi in teoria mi aspettavo che le loro labbra si unissero per donare l' ennesima scena da oscar ai presenti nella sala.
Ma non fecero nulla, per fortuna. Liam era gay e io ero sicuro al cento per cento che fosse gay. Giusto?
Sì certo, la gelosia non esiste, no no.
<< Da quanto tempo! >> disse lui stringendola ancora più forte. Tanya sorrise.
Un attimo… Ma non era triste per il suo fidanzato? E Liam cosa diavolo ci faceva lì?
Dio mio non ci stavo capendo niente.
<< Cosa ci fai qui? >> chiese lei staccandosi, grazie al cielo. Oh madonna ora iniziano gli scleri. Hai sbagliato fanfiction.
<< Sono venuto per il mio amico, è ricoverato qui a causa di un incidente stradale. >> spiegò Liam. Mi stava completamente ignorando, come se non esistessi. Ero abituato a certi trattamenti a scuola, ma non con lui. Non con Liam. Non con il ragazzo determinato e terribilmente gay con cui vivevo.
Forse era tutta colpa mia, l' avevo ridotto io a fare questo.
<< Dov’è Thomas? >> all' improvviso mi risvegliai dai miei pensieri e tornai alla realtà. Notai che lui mi stava guardando con insistenza.
<< È ricoverato al secondo piano, ma non mi fanno entrare. >> ma che cavolo dico? Non sapevo a che piano era ricoverato. Perché avevo detto secondo piano ? Probabilmente il mio cervello si stava friggendo tanto era confuso e frastornato.
<< Ecco come si chiamava… >> disse Tanya mettendosi una mano sulla fronte.
<< Chi? >> chiesi io.
<< Il ragazzo che mi ha corteggiata. Quando James lo scoprì, cominciò a picchiarlo. Lui riuscì a fuggire… >> lei sospirò. << Ma poi James lo raggiunse in auto e si scontrarono e … >> Tanya ricominciò a diventare una fontana. A questo punto alzai gli occhi al cielo e Liam mi guardò malissimo. Mi pentii immediatamente della mia reazione e pensa a lungo a quello che era successo.
Thomas, Thomas, Thomas. Voleva sempre provare cose nuove, anzi, ragazze nuove. Ma non era mai arrivato al punto di farsi quasi investire dal fidanzato infuriato di una delle sue conquiste.
Ma Tanya non mi sembrava come le altre. Era diversa, ma non la conoscevo, quindi scacciai subito tutti i pensieri sul suo conto. Forse era dovuti al fatto che lei conoscesse Liam. E dico, conoscesse bene Liam, da come si guardavano sembravano due ex fidanzati.
Aspetta non è che…
<< Adam? Pensi si tratti di Thomas? >> Tornai per la seconda volta alla realtà. Mi chiesi se fosse quel luogo a farmi pensare così tanto.
<< Sì, credo di si… >> risposi, poi arrivò l' infermiera di prima. Lei ci disse che Thomas voleva vedermi.
Mi stavo domandando se potesse entrare anche Liam, ma poi lei gli vietò il passaggio appena lui cercò di entrare.
<< Lui no, può venire una sola persona. >> Ma che ragionamento di merda è?  Cos’è si intossica se parla con due?
In ogni caso, l' infermiera non ne voleva sapere di farmi accompagnare da Liam, nonostante tutte le sue insistenze dovute a chissà quale motivo dato che Thomas era insopportabile e sicuramente lo sarebbe stato anche dopo un incidente.
Ma quanto posso essere un buon fratello?
Quando entrai nella stanza di Thomas, sentii subito un forte odore di chiuso.
La stanza era tutto bianca, il letto bianco e le finestre bianche. Un incubo.
<< Mi sembra di stare in quarantena. >> dissi guardandomi intorno.
Poi una leggera risata arrivò alle mie orecchie. Thomas stava sdraiato sul letto della stanza, con un tubo nel braccio e un grosso gesso che gli copriva la gamba.
<< Ciao fratellino. >> la sua voce sembrava un misto di stupore e gioia.
<< Ti hanno drogato? >>
<< Sono gli anestetici, o almeno così dicono quei tizi che mi girano sempre intorno. >> rispose lui ridendo. Eh già, sembrava proprio fatto.
<< Si chiamano infermieri. >>
<< Quello che è… >> all' improvviso Thomas si guardò intorno interrogativo. << Dov’è Liam? >>
Hai chiesto tu di vedere solo me, coglione.
<< Non l' hanno fatto entrare. >>
<< Bene, perché dovevo proprio parlare con te. >> disse ridendo ancora. I suoi occhi erano così lucidi.
Lo vedevo ubriaco solo la sera, ma per poco, poi crollava sul divano e russava come un elefante. Quei tappi per gli orecchie sono economici. 
<< Dimmi tutto. >> alzai gli occhi al cielo. Ora stava per partire una puttanata di quelli enormi, lo sapevo.
<< Sai vi vedo bene insieme. >> 
<< Chi? >>
<< Tu e Liam. >> eccola è arrivata.
<< Oh dio… >>
<< Dovete solo conoscervi un altro po’, condividere le stesse passioni… >> continuava a blaterale cose senza senso su me e della mia “relazione con Liam che avviene nei suoi sogni ogni notte”.
Poi mi chiedevo come facesse Thomas a sapere che lui fosse gay.
<< Poi magari potete scopare come conigli ahahahah… >> iniziò a ridacchiare fragorosamente, dandomi così fastidio che stavo per andarmene, quando l' infermiera entrò nella stanza, seguita da Liam.
<< Ecco, ora sei entrato. Contento? >> disse lei. << Ha fatto di tutto per entrare, Dio mio.  >> sospirò, poi uscì dalla stanza.
Sempre il solito. Si ostinava a fare quello che non poteva fare.
<< Come stai? >> chiese Liam. Lo ammetto, all' inizio pensavo che la domanda fosse rivolta a me, infatti stavo per dire “ Bene ma devo ancora vedere l' ultima stagione di Game of Thrones” quando lui si avvicinò al letto di Thomas e io mi rimangiai tutto.
<< Come una prostituta in un bordello di Las Vegas. >> rispose mio fratello.
Il ragazzo sembrò non capire quello che voleva significare, e stavo per spiegarglielo io che stava bene, ma poi la mia mente si rimangiò ancora tutto.
In pratica, in tutti quei venti minuti che Liam stette a farsi spiegare da Thomas i suoi punti di vista dell' incidente, io non parlai per niente.
E forse non me ne pento, ci sarebbe stato egualmente disagio, disagio, disagio.
Quando tornammo a casa e Thomas rimase in ospedale, mi accorsi che avremmo dovuto condividere la casa per altri cinque giorni da soli.

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