1 al Queen

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Era troppo tardi per poter fare una doccia , come se lavarsi fosse importante dato che lavoravo come cameriera al Queen. Quel pub era l'apoteosi del sudiciume , senza contare che qualche cliente ogni tanto faceva qualche complimento in merito al mio sedere. Avrei attaccato il mio turno dopo dieci minuti , ma il pub non era molto distante dal mio minuscolo appartamento. Lavoravo , ma la mattina frequentavo le lezioni di psicologia ad Oxford : evidentemente quel vecchio che quattro anni addietro aveva sputato quella frase sullo studiare all' estero , mi aveva illuminato . Mi ero laureata qualche giorno prima , con il massimo dei voti ovviamente. Scesi le scale con le converse consumate del liceo, i capelli biondi legati in una coda alta e la borsa a tracolla che ballonzolava di qua e di là .
< Sei in ritardo baby > disse con la solita calma la signora Underwood . Risposi :< sono in ritardo di un minuto !> dissi sbalordita guardando l'orologio . Quella grassoccia e barbuta signora era la moglie del proprietario , era autoritaria ma mi voleva bene come se ne vuole ad una figlia .
Mentre indossavo il grebiule mi arrivò un messaggio di Sole:" io e Lisa verremo a prenderti all'areoporto ti piaccia o no!". Sorrisi e misi in ordine le mie cose . Lisa e Sole non le vedevo dalla scorsa estate , quando tornai per due settimane , ma questa volta sarei partita per restare : la vita ad Oxford era più difficile di quanto credessi, senza contare che mi mancavano gli amici , i miei genitori e Roma.
Durante la pausa mi chiamò Lisa in video- chiamata : "eiii hai un minuto?". Annuii, guardandola attraverso lo schermo : aveva i capelli tinti di nero , i soliti occhi castani e le labbra carnose da far paura. " allora , sei contenta di tornare?". Le risposi:" si certo , tu come stai?" . Disse :" bene, qui al negozio è un casino ". La nonna le aveva lasciato un atelier di abiti da sposa che gestiva con il marito , defunto un anno prima. Lisa era sola, ma aveva me e Sole sempre pronte a sostenerla:" ma Sole , che fine ha fatto?" . Roteò gli occhi e disse:" sta facendo un provino , l'ho interrogata ieri e la sua parte la sapeva bene". La nostra amica si era laureata da poco in cinematografia , ed ora con l'aiuto della madre stava intraprendendo la carriera di attrice.
< Nina devi lavare i piatti>. La signora Underwood apparí sulla soglia della porta con le braccia sui fianchi e la faccia stanca . Dissi rivolta a Lisa :" devo andare , ci sentiamo dopo". Rispose:" vado anche io che ho una cliente".
Mentre lavavo i piatti e la signora Underwood aveva la testa immersa nei documenti parlai:< Jane , è triste che tra due mesi parto?>. Con la testa fra i fogli mi rispose:< figliola mia , lavori qui da quattro anni... potrebbe non dispiacermi? Ma è giusto cosí: ora torni in Italia e sfrutti la laurea come si deve , ma la cosa più importante è che devi trovare un fidanzato >. Risi , e continuai a lavare i piatti .
Il pub iniziò a riempirsi di vecchi , uomini divorziati o gruppi di donne in cerca di una serata tranquilla tra femmine . < il solito , dolcezza> il signor York era in assoluto il cliente peggiore: beveva a dismisura , mi molestava verbalmente un giorno sí e l'altro pure e puzzava di cane bagnato 365 giorni l'anno. < Solo una John > disse la signora Underwood uscendo dalla porta del suo ufficio . Quello rispose :< e chi sei mia madre?>. Rideva alle sue squallide battute con una voce roca , di chi beve e fuma da una vita . Avrà avuto si e no una sessantina di anni , militante in pensione era caduto in depressione dopo la morte della moglie: era un uomo solo , che affogava i suoi problemi in un bicchiere di whisky. < Nina , ti lascio sola : oggi chiudi tu che io sono stanca>. Annuí mentre mi lasciava un paio di chiavi che presi al volo . Nel pub vi erano solamente tre tavoli occupati : un gruppo di ragazzi rumorosi, una tavolata di donne che parlavano dei loro figli, una coppia che si teneva per mano , e lo zio John al bancone davanti a me. < un altro ,baby> risposi al vecchio:< la signora Underwood gliene ha permesso uno solamente>. Ma lui con fare persuasivo disse :< Jane non è qui >. Gli versai un secondo bicchiere, poi un terzo e un quarto ancora . Era mezzanotte e dovevo chiudere il locale , ma John era ancora lí, con la testa sul bancone che dormiva ronfante.
< Il povero vecchio zio John finisce sempre per ridursi cosí eh?!>. Un ragazzo altro e con gli occhi scuri era davanti a me che mi tendeva una banconota da 50 £ e aveva lo sguardo puntato sulla sagoma accucciata del signor York. Risposi:< sono 20,50 £ grazie >. Lo avevo già visto a qualche lezione, ma non avevo mai avuto modo di scambiare due parole. Era l'ultimo dei suoi amici a lasciare il pub , dopodichè sarei rimasta con il pesante peso morto di quell'ubriacone. < abita nel mio palazzo a pochi passi da qui, se vuoi ti aiuto a chiudere e lo riportiamo>. Riportare a casa un vecchio che puzzava di cane bagnato nel palazzo di un bel ragazzo come quello a notte fonda non era una bella idea , ma d'altronde tutte le idee "non belle" sono le più intriganti.

Io che odio solo te 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora