3 ...per restare

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Io e Harry diventammo presto inseparabili: andammo a visitare Londra, gli insegnai a cucinare la pasta, mi fece conoscere la sua famiglia che mi accettò quasi come una loro quinta figlia, andammo al mare, a cena fuori e in discoteca , litigavamo per i ragazzi ma subito dopo facevamo pace , ci consigliavamo i vestiti per le varie occasioni e sognavamo di progettare viaggi oltre oceano. Era davvero una bellissima persona , e non mi sarei mai immaginata di poter avere un'amicizia cosí vera e profonda in cosí poco tempo.Ormai eravamo fratelli .
Una sera eravamo a tavola :< tesoro mi passeresti il sale perfavore?> mi chiese Harry . Glielo passai mentre nella mia testa stavo elaborando la notizia da dargli. < Harry posso parlarti?>. Non smise di mangiare e rispose:< sono qui , dimmi tutto>. Deglutii e dissi :< come ben sai io parto tra una settimana >.annuì di nuovo . Continuai:< beh ecco il mio appartamento non è poi cosí grande ma c'è posto per due >. Posò la forchetta e mi guardò:< mi stai chiedendo di venire a vivere con te a Roma?>. Annuii , aspettando la sua reazione . Gli occhi gli si riempirono di lacrime , il sorriso si allargò piano piano e disse:< certo! >. Si alzò e corse ad abbracciarmi cosí forte che quasi mi strozzò:< oddio non ci credo! Nina grazie davvero >. Dissi:< si ma mi dovrai aiutare! Gli scatoloni , il trasloco , le pulizie di casa, il matrimonio di Lisa e il resto. >. Annuí mentre continuava ad abbracciarmi.
La mattina della partenza mi chiamò Sole:< Ei Nina sei pronta ?> . Risposi:< si, comunque sono riuscita a convincere Harry a venire con me !>. Disse:< sono contentissima! Finalmente conosceremo di persona Harry>. Sole e Lisa avevano conosciuto Harry solo tramite video-chiamate in cui parlavamo e discutevamo su fatti quotidiani .
Harry :< Nina , tra due ore il nostro aereo decolla quindi muoviamoci!>. Feci un ultimo saluto al mio appartamento e mi chiusi la porta alle spalle. La signora Underwood mi avrebbe accompagnato in aeroporto , mentre Harry sarebbe andato con la sua famiglia.
La macchina macinava chilometri mentre le campagne attorno a me scorrevano veloci dal finestrino. Mentre la signora Underwood era al volante parlai:< Jane, la volevo ringraziare per tutto quello che ha fatto in questi anni per me : il lavoro, la casa, la sua gentilezza e pazienza.> le scese una lacrima sulla guancia grassottella, e cosí continuai:< mi verrà a trovare in Italia? Ci tengo moltissimo!> . La signora tirò su con il naso e disse :< figliola mia! Mi mancherai davvero molto : sei stata un tesoro di ragazza e ti auguro tutto il meglio per il tuo futuro. Per quanto riguarda l'Italia troverò un modo per venirti a trovare prima o poi>. Ora le lacrime che scendevano sulle guance erano le mie: lasciare Oxford era un duro colpo , lasciare quel paese magico in cui avevo imparato ad essere una nuova Nina.
Dopo gli ultimi abbracci io ed Harry ci imbarcammo . < non vedo l'ora di conoscere la tua famiglia , non mi ricordo bene i nomi me li potresti ripetere?>. Così roteando gli occhi gli ripetei :< i miei si sono separati due anni fa : mia madre Rebecca ha un compagno che odierai di nome Franco . Mio padre vive da solo a Napoli. Come ben sai mio fratello non c'è più e la mia famiglia sono le mie amiche , che vabbè conosci già>. Ripetè facendo disegni di alberi genealogici con le dita fendendo l'aria , per poi annuire e fare un segno di assenso.

Avevo ancora le orecchie tappate per la pressione , e mentre ritirammo i bagagli tentavo di stapparle con metodi casalinghi inefficienti . < tieni, questi sono i tuoi > Harry mi passò quattro trolley pieni zeppi di vestiti e oggetti vari , e dopo aver preso i suoi, ce ne andammo impacciati verso l'uscita. Uno striscione colorato apparse sopra la folla che aspettava imperterrita i propri conoscenti. "Tornata per restare" era scritto a caratteri cubitali , ed io lasciando i bagagli, corsi in mezzo alla folla per abbracciare le mie amiche . < quanto mi siete mancante!> dissi stringendole forte . Abbracciarono anche Harry in segno di accoglienza, ed io mi accordi che Emiliano era lí . < ei! Come stai? Sono contenta di vederti!> ero euforica all'idea di essere tornata, ed ero ancora più euforica nel vedere questa gioia anche negli occhi di Harry.
Emiliano mi aiutò a mettere i bagagli nella macchina , e tutti insieme tornammo a casa.
< Harry, questo è il mio appartamento>. Aprii la porta e vidi che tutti i mobili e soprammobili erano coperti con grandi teli di plastica. Harry posò le valigie, si tirò su le maniche e disse:< okay, mettiamoci al lavoro>.
Sfoderammo i mobili, spolverammo e pulimmo ogni centimetro di quella casa , fino al momento in cui ritornò come quattro anni prima. Oltre alla mia stanza , al bagno e al salotto con cucina , avevo anche un piccolo stanzino che divenne da subito la stanza del mio nuovo amico. Mentre ero intenta a cucinare , Harry arrivò in cucina pulito e cambiato e mi porse un grosso rettangolo impacchettato a dovere:< che cos'è?> gli chiesi mentre mi pervase la curiosità. Rispose:< è un piccolo regalo per te >. Scartai il pacco e trovai una foto gigantesca delle nostre facce sorridenti e simpatiche. Dissi:< è bellissima! La appendiamo all'ingresso ti va?>. Annuì e mi aiutò ad attaccare quel poster incorniciato al muro. Era bello essere in due , avere qualcuno con cui condividere le cose.
Mentre eravamo impegnati a mangiare , lui disse:< chi sono i nostri vicini?>. Risposi:< non lo so , in quattro anni può essere successo davvero di tutto. > gli parlai del quartiere, del supermercato in cui saremmo andati a fare la spesa, parlammo anche dell'idea di trovare un lavoro e di iniziare a parlare di spese.
Lo squillo del telefono ruppe i discorsi:< pronto Nina, sono la mamma>. Risposi fredda, come sempre quando parlavo con lei:< ciao, dimmi>. Parlò imbarazzata :< sai... Franco ha organizzato una cena per domani... se ti va... puoi venire con il tuo amico Henry>. La interruppi :< si chiama Harry , e non penso che sia interessato a questa cena con il tuo amico Franco>. Rispose:< pensaci su... poi mi dirai>. Attaccai il telefono , e Harry mi disse :< so che non dovrei intromettermi ... ma vedi io credo che tu sia mancata molto a tua madre in questo periodo , quindi secondo me dovremmo andare>. In effetti nel corso della mia permanenza a Londra mi era mancata molto , così in preda a vari sentimentalismi accettai. Mi sentii in colpa per non aver chiamato mio padre , così alzai la cornetta e digitai il numero :< ei papà! >. Una voce allegra , che mi riportava al passato felice che trascorsi con la mia famiglia ancora unita mi rispose:< Nina! Come stai tesoro?> . Gli raccontai le mie emozioni, spesso in quel periodo mio padre era l'unica persona in grado di capirmi davvero :< e come sta Harry? >. Harry sentendo il suo nome dalla cornetta risposi:< sono qui signor Bianchini!> . Mio padre ridendo disse:< non chiamarmi signore! Quante volte te lo devo dire? Non vedo l'ora di conoscerti di persona , presto verrò a Roma per affari di lavoro e ci incontreremo per un caffè! Vi andrebbe?> . Eravamo entrambi contenti , e sorridenti attaccammo la telefonata .

Io che odio solo te 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora