Capitolo 41

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Quattro ore più tardi, e dopo una doccia ristoratrice, mi lancio pesantemente nel letto di V

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Quattro ore più tardi, e dopo una doccia ristoratrice, mi lancio pesantemente nel letto di V.
《Ehi, fa' piano, a noi serve il materasso》, scherza malizioso Mark, seduto accanto a me con le gambe penzoloni.
Violet, in piedi, ci fissa angosciata con le spalle poggiate all'armadio. 《Questo mi farà odiare da tua madre ma amare da tuo padre》, dichiara, agitando una gruccia con appeso un luccicante abito rosso. 《E quest'altra... il contrario》, afferma mostrandoci una salopette grigia molto elegante.
《Tesoro, piacerai per come sei, non per come ti vesti. La mia famiglia è tranquilla e tu sei fantastica: nessuno ti odierà》, le dice dolcemente percependo la sua agitazione. 《Non hai nulla da temere.》
Lei accenna un piccolo sorriso, ma non è convinta. 《Stellina tu che dici?》
Osservo con attenzione un capo e poi l'altro. 《Nessuno dei due. È roba da cerimonia, ci vuole qualcosa di più informale.》
《Come i tuoi vestiti?》 scherza, rubandomi una risata.
Calo gli occhi sulla t-shirt del Re Leone.《Un po' meno di così》, rispondo alzandomi. Frugo nel suo mastodontico armadio e alla fine estraggo un pantalone nero e una canottiera celeste con dei volantini sullo scollo.
《Passino quei vecchi pantaloni, che non so per quale motivo non ho ancora bruciato, ma la canottiera è di mia madre, e non voglio dare l'idea di essere una perfettina.》
《Parli così solo perché sai che l'ha indossata lei e ti fai condizionare》, dico porgendole tutto.
《Che c'è di tanto sbagliato in questa donna?》 chiede Mark, prendendo il cuscino e sprimacciandolo con le mani prima di posarci sopra la testa e sdraiarsi comodo.
Torno al mio posto e lui sposta una gamba per farmi spazio. 《Joanna, in qualunque situazione, non si fa mai trovare con un capello fuori posto, anche quando quel capello fuori posto sarebbe a posto eccome. La tua ragazza non sopporta "L'ostinata perfezione"》, concludo citando le parole che da anni escono dalla bocca della mia migliore amica.
Violet inizia a spogliarsi, sto per dirle di fermarsi ma subito taccio: Mark conoscerà ogni centimetro della sua pelle.
《Esattamente. Hai visto le siepi e le aiuole qua fuori? Sono schifosamente eccezionali, somigliano a quelle della regina di cuori del cartone Alice nel Paese delle Meraviglie》, rabbrividisce lei abbottonandosi i pantaloni.
《Oh sì, è vero. Non lo guardo da una vita. Da bambino la regina era il mio personaggio preferito!》 esclama lui.
V solleva di scatto la testa, mentre infila la canottiera dentro i pantaloni. 《Stai scherzando, amore? Potremmo lasciarci per questa tua affermazione.》
Mark mi guarda con aria interrogativa.
《V odia la regina di cuori. Le ricorda una maestra che alle elementari le diede un ceffone》, spiego io, mentre lei è concentrata a sculettare davanti allo specchio. I vestiti le piacciono. Non posso credere di averla convinta al primo tentativo.
Lui annuisce e poi torna a rivolgersi alla sua ragazza. 《Da bambino, tesoro, da bambino mi piaceva. Ora sta sulle balle anche a me》, rettifica serio. 《E stai benissimo.》
V gli si lancia addosso riempindolo di baci e io per poco non cado dal letto. Non so quale delle due cose potrebbe offerli: alzarmi o rimanere dove sto.
A interrompere quel momento imbarazzante è la suoneria del mio cellulare. Sul display compare un nome: L'imbecille.
《Col cavolo》, pronuncio d'istinto, e chiudo la chiamata inserendo la modalità vibrazione.
V, ancora distesa su Mark, mi domanda: 《Che succede?》
Fisso lei e poi lui. 《Niente.》 Non posso parlare a sproposito di Ryan con il suo migliore amico qui di fianco.
《C'entra quel deficiente?》 fa Mark sollevando la schiena e spostando con gentilezza V sopra le sue ginocchia.
Rimango in silenzio, la risposta è già chiara a tutti e due.
《No, io non ci credo che ne abbia fatta un'altra. Non ci voglio credere.》 Scuote il capo, scocciata. 《Mark devi farlo ragionare!》
《Ehi, piantala di accusarmi. Ci provo già abbastanza, ma non posso mettergli il guinzaglio al collo o controllare ogni sua mossa》, riferisce contrariato. Si rivolge a me. 《Cos'ha combinato? Sempre se hai voglia di parlarne, chiaramente.》
《Ha... baciato Paige per fare un dispetto a Dylan, poi abbiamo litigato e mi ha urlato contro. Anch'io gli ho strillato addosso ma lui è stato...》 Scuoto la testa per far capire loro che non voglio continuare il discorso.
《Mi dispiace, Blue. Franklin che cosa gli ha detto?》 mi domanda ancora lui.
Violet balza via dalle sue ginocchia. 《Che importanza ha se è stato provocato o meno?! Stai sempre a giustificarlo!》
《È il mio migliore amico, Violet. So tante cose di lui e purtroppo anche Franklin le conosce, potrebbe averle usate per far scattare quella testaccia calda di Parker. Parliamo di cose tutt'altro che piacevoli, potrebbe essere a pezzi, in questo istante》, le dice alzando di qualche tono il volume della voce ma rimando sempre pacato e composto. Sa che bastrebbe un movimento o una parola di troppo e V darebbe di matto.
Il telefono riprende a vibrare tra le mie mani. Se Ryan sta a pezzi come dice Mark, forse dovrei rispondere. Solo per assicurarmi che stia bene...
《Anch'io mi preoccupo per la mia miglire amica e se prova a ferirla di nuovo, a pezzi ce lo faccio io stessa! Non può giocare con i suoi sentimenti, Mark, non può!》 urla furibonda indicando nella mia direzione.
《Ho forse detto che quello che fa sia giusto? Continui a prendertela con me, come se fosse un figlio che ho cresciuto male!》
《Be', ci credo, lo tratti come un figlio!》 strilla lei mettendosi una mano sul fianco e agitando l'altra per aria.
Sembrano già una vecchia coppia spostata. Bisticciano in continuazione, ma sono inseparabili. Voglio un gran bene a tutti e due, perciò non sopporto che litighino, soprattutto per scelte che non li coinvolgono direttamente.
Mi alzo e loro si girano a guardarmi contemporaneamente. 《V, non devi preoccuparti per me, nemmeno tu, Mark. Siamo piuttosto grandicelli, non dovete badare a noi. Gli unici che devono assumersi la responsabilità di quello che facciamo siamo io e Ryan. E anche se noi rischiamo di coinvolgervi, voi tenetevi alla larga dai nostri casini, non vi fanno bene.》 Faccio una pausa e sospirando dico: 《L'ha chiamato col suo secondo nome.》
Violet mi fissa come se avessi perso il lume della ragione. 《Uuh, che tragedia!》
《Tu sai di Christopher?》 mi chiede Mark sgranando gli occhi sorpreso.
《Chi è?》 fa lei.
《Il padre di Ryan》, le dice, ma continuando a guardare me in attesa della risposta.
《So che è morto quando era solo un bambino e che, a detta di Ryan, non è stato un buon genitore》, rispondo.
Violet rilassa i muscoli facciali tesi sostituendoli con una più morbida triste espressione.
《Ma come fa a saperlo anche Dylan? Non mi pare che Ryan lo sbandieri ai quattro venti》, constato io.
《Dylan si trovava alla stessa mostra d'arte dove ci siamo conosciuti. Prima che arrivaste tu e il mio dolce vulcano...》  Schiaccia l'occhiolino alla sua ragazza. Lei sbuffa ma poi sorride. 《Ryan ha avuto... una piccola crisi, diciamo così, che si è alleviata sfogandosi con me. Voleva andare via ma poi l'ho convinto a rimanere, perché ero cotto di V e desideravo restare solo con lei, quindi serviva qualcuno che ti accompagnasse a casa. Dylan, accanto a noi, aveva sentito tutto e si era proposto di farti da autista, ma conoscendo i suoi trascorsi con le ragazze non ci abbiamo pensato un attimo a rifiutare l'offerta. Il problema è che quel bastardo non ha sentito solo quella parte della conversazione, l'ha origliata tutta. Compreso lo sfogo su Christopher. E adesso usa queste informazioni contro Ryan, quando può.》
Violet si lega i capelli in una crocchia morbida sulla nuca. 《In tutta questa storia, Paige kennest che diamine c'entra?》
《Paige è il motivo per cui Dylan vuole farla pagare a Ryan. Erano fidanzati da un paio d'anni, e nonostante lui avesse la fama del casanova e lei lo sapesse, avevano deciso di sposarsi. Ma poi Paige è arrivata all'università e si è innamorata di Parker, mollandolo. Franklin nega a chiunque glielo chieda, ma molti credono che si sia iscritto alla nostra università solo per non perderla d'occhio.》
《Quei due stavano insieme e stavano per sposarsi? Non credo alle mie orecchie! Comunque non capisco perché volersi sposare così giovane e con un verme viscido, per di più!》 esclama lei tirando fuori la lingua, disgustata.
《Una volta parlavamo spesso, io e lei, e da quello che raccontava, Dylan le ha sempre portato un profondo rispetto. Paige non ha un bel passato alle spalle, suo padre aveva il brutto vizio dell'alcol e spesso la picchiava. Alla fine è stata costretta a scappare di casa e quel giorno stesso ha incontrato Franklin in un bar. Penso che abbia creduto di poter trovare una salvezza nel matrimonio, per questo ha accettato. Ma più lei si avvicinava a Parker, più capiva che solo l'amore poteva salvarla. E allora, addio matrimonio》, ci racconta Mark. 《Non lo dice, ma spera sempre che Parker possa cambiare idea e amarla come lei ama lui.》
《Amore, accidenti, mi hai quasi fatto commuovere per quella stronza》, dichiara V.
Devo ammettere che adesso provo una certa empatia verso Paige. Dev'essere stata dura per lei, se scappare era l'unica soluzione. Non la invidio assolutamente. Convivere con mio padre non era semplice, ma certo era sempre meglio che essere pestati.
《È solo innamorata del ragazzo sbagliato, non è una cattiva persona》, conclude lui alzando le spalle.
《Il tuo fidanzato è molto saggio, Watson》, ammicco.
《Fortuna che a letto è un animale allora.》
Mark ride. 《Essere saggi non è mica una brutta cosa, tesoro.》
Hanno già fatto pace. Dovremmo prendere esempio da loro.
Dovremmo? Io e quale fidanzato? Con Ryan siamo lontani anni luce dal diventare una coppia. Inoltre, dopo oggi pomeriggio, sono sicura di non volere al mio fianco un fidanzato così.
《Non smette di vibrare. Vuoi risponde e accertarti che sia tutto a posto?》, chiedo a Mark allungandogli il cellulare.
Lui scuote la testa. 《Se sta chiamando te, è con te che vuole parlare. Rispondi, così mi metterò l'anima in pace e poi gli chiamerò appena chiuderai tu.》 È preoccupato per il suo migliore amico ma preferisce che prima risponda io. Strano.
《Perché non chiamarlo direttamente tu, scusa?》 gli domanda Violet, pensando di sicuro a quello che ho appena pensato io.
《Mi chiuderebbe la chiamata in faccia, ecco perché. Lo conosco fin troppo bene, credetemi. Blue gli piace più di qualsiasi altra persona o cosa, mi ucciderebbe se rispondessi io》, confessa. 《Quindi, scusatemi, ma mi rifiuto di fare ostruzionismo, perché è così che la vedrebbe quel testone.》
Ostruzionismo? L'unico intralcio che si frappone tra me e il testone sono la sua miriade di stronzate a catena, non di certo Mark.
《Va bene. Ma lo faccio esclusivamente per te, Turner》, mento, puntandogli il dito e portandomi il cellulare all'orecchio. 《Pronto?》
《Ciao... Guppy. Potresti gentilmente fare un salto qui allo Shark e portare via il suo culo bianco? Non vuole andarsene finché non vieni tu e sta molestando tutti i miei clienti》, a parlare dall'altro capo della linea è la voce parecchio irritata di una donna. 《Dice di portare anche Mark con te.》
《Ehm, okay, sì, certo》, farfuglio. 《Faccio il prima possibile.》 Riaggancio, impensierita.
Mark ha già estratto le chiavi dell'auto dalla tasca. 《In quale pasticcio si sarà cacciato stavolta?》

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