Capitolo 26: Il peggior giro turistico della mia vita

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Atlantide è il Mito Segreto più famoso del mondo. Che paradosso, eh?

Immagino che, nonostante Poseidone si fosse impegnato tanto per cancellarne ogni ricordo dalle menti dell'umanità, un regno così potente fosse stato difficile da dimenticare e che qualcosa, seppur latente, sia rimasto nell'immaginario collettivo.

L'unico ad averne mai parlato, nell'antichità, fu il filosofo Platone, che usò la leggenda della città per spiegare una delle sue teorie. Per questo motivo gli studiosi hanno sempre pensato che si trattasse di una sua invenzione. Certo, Platone visse molti secoli dopo la caduta del regno e vai tu a capire da dove l'avesse tirato fuori. Io penso che al mondo ci siano molti misteri e che forse alcuni debbano rimanere tali. Il che è un modo carino per dire che non lo so, quindi, mi dispiace, ma dovrete rimanere con il dubbio.

Ad ogni modo, tutto questo lo sapevo dal libro dei Miti Segreti. Non mi sarei mai aspettata di trovarmi davvero lì (da aggiungere alla lista delle cose che non mi sarei aspettata e che poi sono successe).

Ecco a cosa pensavo mentre seguivo Marina fuori dalla stanza e poi attraverso una serie di corridoi tutti uguali e pieni di porte.

- Ehm... sei sicura di sapere dove stiamo andando? - le chiesi.

- Certo! - rispose Marina senza fermarsi - Prima eravamo nella stanza di Caleb, e ora siamo nei corridoi dei dormitori dell'accademia militare e... -

- Siamo in un accademia militare?! -

- Si - continuò in tono disgustato - Caleb studia qui per diventare una guardia -

- Fammi capire. Voi due nascondete un umana in un posto pieno di guardie?! -

- Non è il migliore dei piani ma... Uh, siamo arrivate! -

Il corridoio si fermava davanti una porta. Uscimmo e ci ritrovammo in una strettoia tra due pareti di roccia.

- Ok... - Marina mi osservò sfregandosi il mento pensierosa - Ora dobbiamo solo trovare un modo per nasconderti... -

- Io ho un idea - dissi.

Chiusi gli occhi e mi concentrai. Pensai alle branchie che avevo sul collo e immaginai di fondermi con l'acqua intorno a me.

Rimasi così per un po' di tempo. Seppi che aveva funzionato solo quando Marina lanciò un grido.

Aprii gli occhi e osservai il mio corpo. Sapevo cosa aspettarmi ma il risultato fu comunque sorprendente. La mia pelle era ricoperta di scaglie argentate, i miei capelli erano diventati viola e avevo mani e piedi palmati. Era diventata un'Atlantidea.

- Come hai fatto?! - esclamò Marina sbalordita.

- Ho manipolato la foschia - le spiegai brevemente come funzionasse la magia. - Non sono veramente così. E' solo un'illusione! -

- Beh sembri vera, questo è poco ma sicuro. Forza andiamo - replicò Marina dirigendosi verso l'uscita del vicolo.

- Wow...! - esclamai.

Ero senza parole.

Il vicolo si affacciava su una via immersa di luci. Sembrava la versione sottomarina di una strada affollata in una grande città, cosa che in effetti era.

I palazzi erano tutti scavati nella roccia naturale del fondale oceanico. Tutti avevano aperture di varie dimensioni, illuminate dall'interno. Queste mettevano in mostra manichini di atlantidei che indossavano abiti di alghe o che impugnavano attrezzatura sportiva, oppure ancora mobili costruiti con alghe "della migliore qualità", oppure libri, accessori all'ultima moda o guinzagli per meduse domestiche tempestati di gemme preziose. Erano dei negozi!
Ogni edificio, infatti, era decorato con bassorilievi scolpiti raffiguranti scene di atlantidei che facevano shopping e la cosa era quanto mai azzeccata.

Eroi dell'Olimpo: I Miti SegretiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora