Capitolo 29: Un piccolo passo per una Cassidy, un grande passo per l'umanità

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Annabeth iniziò a coordinare le azioni di guerra, dando ordini a destra e a manca., come un vero generale.
Percy inviò delle enormi ondate d'acqua.
Jason manovrò i venti in modo da ostacolate gli Atlantidei.
Piper, Hazel e Leo caricarono i cannoni.
Io e Frank estraemmo gli archi e iniziammo e colpire i soldati più vicini.

Purtroppo le frecce non avevano molto effetto con i venti di Jason. La maggior parte sbandava o sbagliava traiettoria e anche quelle che raggiungevano l'acqua venivano schivate facilmente.

Gli Atlantidei erano troppo veloci. Pensavo che il loro stile di combattimento fosse studiato per i combattimenti subacquei, e invece funzionava alla perfezione anche vicino alla superficie dell'acqua. Cavalcavano le onde di Percy sfruttandone lo slancio per incrementare la forza dei loro attacchi. Si stavano avvicinando sempre di più e a un certo punto iniziarono a colpire con spade e tridenti lo scafo della nave.

-Ehi! Lasciate stare la mia nave! - Gridò Leo - Festus! -

La testa del drago eruttò una vampata di fuoco. Sarebbe potuta essere più efficace se non fosse stato per il vento e gli schizzi delle onde, ma riuscì comunque a mettere in fuga un gruppetto di Atlantidei. Non abbastanza purtroppo...

- Leo! - gridò Annabeth - Fai volare la nave! -

- Ci sto provando! - rispose lui mentre agitava in aria un telecomando Wii - Ma dovono avere danneggiato qualche meccanismo esterno... -

- Cosa?! -

- Niente panico - continuò lui - Non è grave. Posso far decollare la nave lo stesso ma mi serviranno più potenza e più tempo -

- Quanto tempo? - chiese Hazel che stava portando nuove munizioni per i cannoni.

- Tipo venti minuti -

- Non li abbiamo venti minuti! - esclamò Frank mentre scagliava l'ennesima freccia a vuoto - Non so se ne abbiamo neppure cinque -

- Ragazzi, dobbiamo resistere! - ci incitò Piper, infondendo nelle sue parole un pizzico di lingua ammaliatrice per trasmetterci un po' più di coraggio.

- Non preoccupatevi! - disse Annabeth - Ho un piano che... -

Purtroppo non sapemmo mai quale fosse il suo piano perché in quel momento una ventina di rampini di bronzo spuntarono oltre il parapetto e arpionarono la balaustra.

Il mio primo pensiero fu che gli Atlantidei volessero salire sulla nave, ma in realtà avevano in mente qualcosa di molto più subdolo.

Prima che potessimo fare qualsiasi cosa, i soldati tirarono le corde legate ai rampini e la nave si inclinò pericolosamente da un lato, fino ad assumere un angolo di quarantacinque gradi.

Io barcollai, cercando invano di mantenere l'equilibrio, ma caddi a terra e rotolai lungo il ponte. Gridai quando andai a sbattere una gamba contro il timone. Fortunatamente riuscii ad aggrapparmici mentre la nave si inclinava nel verso opposto e con un un enorme tonfo ritornava nella sua posizione originale.

Mi rialzai con la testa che girava e potei constatare che anche i miei amici erano finiti nella stessa situazione. Frank aveva evitato il colpo trasformandosi in un colibrì, Piper era riuscita ad aggrapparsi al parapetto, Hazel aveva tutta l'aria di stare per vomitare e Annabeth... oh no...

- Annabeth! - gridò Percy precipitandosi verso di lei.

La ragazza era accasciata a terra, priva di sensi e con una brutta ferita sanguinante alla testa. Aveva sbattuto contro l'albero maestro durante l'impatto.

- Qualcuno mi dia qualcosa di affilato - dissi - Bisogna tagliare subito quei cosi -

Percy mi lanciò una penna.

Eroi dell'Olimpo: I Miti SegretiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora