Capitolo 31: Non ti hanno insegnato che non si gioca con i cannoni?

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A quanto pareva, però, l'entrata nel Mare Nostrum non era gratis.

Eh già, oltre ad andare incontro a morte quasi certa, dovevamo pure chiedere il permesso al guardiano delle stretto, ovvero niente popò di meno che....*rullo di tamburi*... il grande Ercole! Un applauso, gente!

Ebbene si, il grande e possente Ercole, il semidio più famoso di tutta la Grecia e dintorni, dopo averne combinate di cotte e di crude durante la vita, era diventato un dio, e ora era stato relegato a portinaio divino dell'Olimpo.

L'onore di incontrare il semidio spettò a Jason, in quanto suo fratellastro, e a Piper, in virtù della sua lingua ammaliatrice. Noi altri rimanemmo sulla nave.

Io mi sedetti sul parapetto, vicino alla prua, per godermi il sole e ammirare il paesaggio (e anche Leo che lucidava Festus, fischiettando).

Percy e Annabeth erano seduti in un angolo a chiacchierare.
La testa di Annabth era posata sulla spalla di Percy, che intanto la cingeva con un braccio.
Ogni tanto lui le rivolgeva uno sguardo preoccupato.
In effetti, Annabeth era ancora un po' pallida e quando si era tolta la benda sulla fronte, avevo notato che le era rimasta una piccola cicatrice. Però a parte questo, stava benissimo...

No, non era per quello, intuii.
Percy stava pensando all'impresa soliaria che aspetava Annabeth: seguire il marchio di Atena.

Sospirai.

Annabeth non era l'unica a dover seguire una missione impossibile, affidatale dall'alto. Anche io sapevo che avrei dovuto salvare i sette ma non sapevo ancora da cosa esattamente. Insomma li avevo aiutati a Charleston contro i Romani, durante l'attacco della Scolopendra e quello degli Atlantidei ma... non poteva essere semplicemente questo, giusto? Doveva esserci qualcosa di grosso.
Le parole "Grande Minaccia" balenarono nella mia mente.
Nella visione che avevo avuto, quella sulla morte di mio padre... persino Zeus era rabbrividito...

Scossi la testa.

Così non stavo aiutando nessuno. Dovevo smetterla di fare supposizioni assurde. Le risposte sarebbero arrivate con il tempo.

La vita dei semidei era piena di difficoltà e bisognava imparde a godersi ogni attimo di tranquillità.

Dovevo seguire l'esempio di Percy e Annabeth.
I due ridevano e nei loro occhi c'era un scintilla di puro amore reciproco. Annabeth rise per una battuta di Percy e gli tirò una gomitata scherzosa. Lui finse di protestare, poi la attirò a se, stringendola in un abbraccio, e le schioccò un bacio sulla fronte.

Erano davvero carini.

In quel momento pensai che la nave era piena di coppiette. Percy e Annabeth che facevano i piccioncini, Jason e Piper in missione insieme e Frank e Hazel che... che a pensarci bene non si vedevano da nessuna parte. Insomma tutti fidanzati a parte...

Mi voltai verso Leo.

Scoprii che mi stava guardando e il nostro sguardo si incrociò per un attimo.
Il mio cuore fece una capriola. Lui arrossì e all'improvviso si mostrò parecchio interessato al muso di Festus.
Dopo poco rialzò gli occhi verso di me. Io sorrisi e lui ricambiò. Fu un sorriso un po' impacciato, ma sincero e adorabile. Una sensazione di calore si diffuse nel mio petto, come se fosse colpito direttamente da un raggio di sole.

Una forte esplosione scaturì in lontananza con un boato assordante.

Per lo spavento mi sbilanciai indietro. Roteai le braccia invano e caddi sul legno del ponte, sbattendo la testa.

Per un attimo non vidi altro che puntini danzanti.

Distinsi a malapena la mano che qualcuno mi stava porgendo. La afferrai e venni aiutata ad alzarmi.

Eroi dell'Olimpo: I Miti SegretiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora