Siamo tutti, compreso Matthew, nel seminterrato con materassi, cuscini e coperte a dormire, controllo l'ora sul telefono e noto con piacere che ormai sono passate due ore da quando i ragazzi si sono addormentati. Ora sono le tre e mezza del mattino e io non riesco a dormire.
Mi alzo dal materasso che condivido con Cameron e in punta di piedi attraverso tutta la stanza, salgo le scale e vado in giardino per poi sdraiarmi sul prato a pancia in su a osservare il cielo.
È tutto così strano.. Matthew ha cercato per tutto il resto della serata di avere una conversazione con me o anche solo di inserirsi nelle conversazioni che avevo con gli altri e questa cosa mi ha dato un po' fastidio... Cioè prima mi tratta male e mi dice che gli devo stare lontano e dopo fa come se non fosse successo assolutamente nulla.
Io non capisco cosa voglia da me.«Neanche tu riesci a dormire?»
Giro la testa verso di lui, lo guardo e riprendo a guardare il cielo in silenzio.
Si sdraia a qualche passo di distanza da me e inizia a giocare con i lacci del cappuccio della sua felpa.«Si può sapere cosa vuoi da me si o no?» chiedo dopo un po'
«In.. In che senso?»
«Ti ricordo che sei stato tu a dirmi meno di quarantotto ore fa di starti lontano. Sei incoerente Espinosa»
«Ora siamo passati a chiamarci per cognome?» domanda
«Sei tu che hai iniziato»
«Non è colpa mia! Non darmi la colpa! Sei tu che non mi hai detto della Russia! Non mi hai reso partecipe» mormora
«E perché te l'avrei dovuto dire sentiamo? E non dire perché stavamo insieme perché non è così!»
«Ne stai facendo una questione di Stato principessa»
«Non azzardarti a chiamarmi principessa! Non ne hai il diritto!» dico cercando di non urlare
«Solo Nate ti può chiamare principessa?» chiede acidamenteQui qualcuno è geloso marcio.
«Geloso?»
«Sempre» sussurra «Io.. Mi dispiace per come ti ho trattata.. Ero.. ancora incazzato con te per il fatto che non me lo hai detto e quando ti ho vista davanti a me.. Mi dispiace..»
«Eri? Non sei più arrabbiato?» gli chiedo scettica
«Un po' lo sono ancora ma.. Vedendo come sei andata avanti mi sono reso conto che non posso avercela con te per sempre»Io andata avanti? Ma quando mai?
Mi alzo in piedi e neanche il tempo di formulare una frase che cado in acqua come una cogliona.
«Ma come cazzo hai fatto a cadere in acqua?» mi chiede Matthew con le lacrime agli occhi dalle risate
«Invece di ridere delle mie disgrazie, aiutami!»Si abbassa verso di me, mi afferra per le mani e mi tira fuori dall'acqua.
«Tu vai in bagno, ti porto un cambio»
Lo guardo entrare in casa e quando sparisce dalla mia visuale mi sbatto una mano in fronte per la figura di merda appena fatta. Ma perché tutte a me?
Corro nel bagno al piano superiore, mentre aspetto il cambio mi tolgo la felpa di Cameron, la canotta e i pantaloncini rimanendo in intimo e mi inizio a fare una treccia.
«Oh cazzo»
Mi giro verso Matthew e arrossisco.
«Forse avrei dovuto bussare» dice a disagio
Gli prendo i vestiti dalle mani e lui esce dal bagno velocemente.
Mi metto i pantaloncini, che riconosco essere miei, e la felpa ed esco dal bagno.«Cazzo ma sei scemo?» sussurro cercando di non urlare per lo spavento
«Scusa» mormora staccandosi dal muroSi avvicina a me e fa l'unica cosa che non mi sarei mai aspettata, mi bacia.
Io non so che cosa fare.. È come se fossi paralizzata.. È come se stessi rivivendo tutto da capo, lui che mi bacia sul tetto contro al muro e poi se ne va come se niente fosse lasciandomi lì come una cogliona. Io non voglio stare di nuovo male per colpa sua, non voglio farmi un milione di domande sul fatto se mi chiamerà o stronzate simili, io voglio al mio fianco una persona che sa cosa vuole.Mi tiro indietro e torno di sotto nel seminterrato più confusa di prima.
Che cosa voleva dimostrare baciandomi?
E se avesse voluto farmi capire che in fondo ci tiene ancora a me?«Sento il rumore del tuo cervello che pensa» sussurra Cameron
Mi sdraio e lo abbraccio stringendomi maggiormente a lui.
***
Quando apro gli occhi mi sembra passata un'eternità da ciò che è successo sta notte invece di qualche ora.
Mi alzo, mi metto le scarpe e salgo in cucina, necessito di caffeina.
Appena entro in cucina inizio a preparare il caffè sia per me che per gli altri, la maggior parte lo berrò io ma questi sono inutili dettagli.Una volta pronto ne verso un po', un bel po', in una tazza mentre il resto lo lascio dentro alla caffettiera, mi siedo su uno degli sgabelli dell'isola e inizio a berlo godendomi la bevanda calda.
«Ce n'è anche per noi?»
Alzo lo sguardo dalla tazza e lo sposto sulle figure di Johnson, Nate e Josie.
«Nella caffettiera»
«Tutto okay? Hai una faccia» mi chiede Nate
«Non ho dormito molto..»
«Buongiorno ragazzi!» esclama Laura, la mamma di Matthew, appena entra in cucina «Olivia?»
«Salve signora Espinosa» dice Jack
«Jack ti ho detto mille volte che puoi darmi del tu» ribatte «Quando sei tornata?»
«Qualche giorno...»
«Potremmo parlare?» chiede interrompendomiMi vuole uccidere ne sono sicura.
Mi alzo dallo sgabello e la seguo in giardino.
«Matthew è stato molto male a causa della tua partenza» inizia
«Io...»
«Ci teneva molto a te e penso che ci tenga ancora ma non voglio che soffra ancora a causa tua»
«C'è altro?» le chiedo con le lacrime agli occhiMi giro, cammino fino al cancelletto che da sulla strada e me ne vado.
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Another A Last Step
FanfictionSequel di A Last Step, consiglio la lettura del primo libro. A volte si dicono piccole bugie per non far soffrire l'altra persona ma facendo così si peggiorano solamente le cose. Perché? Perché l'altra persona poi perde fiducia in chi le ha mentito...