Capitolo 1: I'm back bitches!

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È da quando sono salita sull'aereo che sto pensando a ciò che succederà una volta tornata a casa, in un certo senso ho paura di quello che potrei trovare dopo tre anni di assenza.
Non sono mai tornata perché non volevo affrontare tutto ciò che riguardava lui, sono più che certa che lui mi odi per quanto riguarda la storia della lettera e del fatto di non averglielo detto. Quando chiamavo Taylor, Cameron e Aaron non ne volevo sapere assolutamente nulla, solo una volta quando ero al telefono con Cam ho sentito la sua voce e sono scoppiata a piangere davanti alla mia compagna di stanza.

Flashback
Due anni fa

*Hei Cam!* lo saluto felice di poterlo finalmente sentire
*Patata!*
*Come stai?*
*Senza di te è tutto una merda, lo sai*
*Cameron lo sai perché non torno ora, non posso*
«Dallas muoviti cazzo!» dice una voce in sottofondo che riconoscerei ovunque

Appena sento la sua voce scoppio a piangere e chiudo la chiamata lanciando il telefono sul letto.
Non ce la posso fare, non posso continuare così.

«Tutto okay?» mi chiede Josie preoccupata
«No, non è okay..»

Si siede vicino a me sul pavimento, mi abbraccia e ascolta i miei piagnistei in silenzio.


Fine flashback

Se lo dovessi vedere non saprei seriamente cosa dire o fare.. Di sicuro lui mi inizierebbe ad urlare contro mentre io scapperei per la paura, la paura di un confronto per tutta la sofferenza che gli ho causato. Sono una codarda e su questo non c'è niente da ridire.
Tutti mi dipingono come una ragazza forte e coraggiosa che non avendo niente si è costruita un futuro solido e luminoso fatto di nuove esperienze, lavoro e divertimento ma la verità è che non sono così anzi sono una ragazza che scappa alla prima stronzata.

«Signorina... Signorina siamo atterrati a Los Angeles» mi dice una delle hostess un po' seccata dal fatto che io non mi stia preparando per scendere dall'aereo
«Scusi»

Mi alzo, prendo la mia borsa e scendo dall'aereo per poi andare al ritiro bagagli.

«Olivia!»

Mi giro di scatto e vedo il mio migliore amico correre verso di me facendo lo slalom tra le persone, ottenendo degli insulti.
Quando è davanti a me si ferma per guardarmi un'istante e poi mi abbraccia tenendomi stretta a sé come se tutto ciò fosse un sogno e non la realtà.

«Sono qui Cam, sono qui»
«Hai fatto conquiste?» mi chiede dopo aver messo fine al nostro abbraccio
«Coglione!» rido «Ero lì per studiare»
«Non hai negato però»

Alzo gli occhi al cielo e inizio a camminare con la valigia in una mano e Cameron vicino a me verso l'uscita dell'aeroporto.

«Non lo hai detto a nessuno vero?»
«No.. Mike, Blake, Michelle e Faith se ne sono andati» mi informa
«Oh e come mai?»
«Università»
«Mi porteresti da Taylor?» gli chiedo entusiasta all'idea di rivedere mio fratello

Cameron annuisce e dopo aver caricato la valigia partiamo diretti verso casa mia.

«Di sicuro starà dormendo, ieri sera è andato con i Jack e Aaron in discoteca» mi rivela quando accosta davanti casa «Io devo andare a lavoro»

Gli bacio la guancia, scendo dall'auto, prendo la valigia e percorro il vialetto per poi fermarmi davanti alla porta.
Inizio a suonare il campanello insistentemente fino a quando la porta non si apre rivelando un Taylor addormentato e incazzato che la metà basta.

«Ma portarti dietro le chiavi no eh Olly?» borbotta

Tre... Due.. Uno..

«Olivia!» urla sorpreso
«Oh ma che cazzo ti urli?» gli domanda Aaron pure lui mezzo addormentato «Olly! Sveglia caproni è tornata la piccola Olivia!»
«Si ma in tutto questo posso entrare in casa o devo fare la muffa qui fuori?»

Mi fanno entrare in casa e nel giro di qualche secondo vengo sommersa dai quattro ragazzo per un abbraccio di gruppo che a dir la verità mi sta soffocando ma non dico niente solo perché mi sono mancati tantissimo.

«Ma perché non ci hai detto nulla? Ti saremmo venuti a prendere all'aeroporto!» esclama Tay
«Cameron vero?» mi chiede Gilinsky

Annuisco e scoppio a ridere perché a quanto pare Cam gli ha dato pacco all'ultimo.

«Lo dico e lo ribadisco: lui non lo deve sapere» dico per poi prendere la valigia e salire al piano di sopra

«Non sei andata avanti vero?»

Guardo Johnson e riprendo a mettere i vestiti nell'armadio anche se la maggior parte di essi sono invernali.

«Lui si invece?» chiedo in un sussurro
«È ferito.. Dopo che sei partita non si è fatto vedere per mesi e fidati che Taylor ci ha provato a farlo uscire ma non ne voleva sapere»

Che cazzo ho fatto?

«Ho saputo che tu e Jack avete fatto un disco. Stronzi non mi avete detto nulla» dico cambiando argomento di discussione
«Si che te lo abbiamo detto!»
«No, l'ho scoperto quando ero al telefono con Tay. Tu gli hai tipo urlato contro di stare zitto perché non riuscivate a fare non ricordo cosa e lui poi mi ha spiegato che stavate incidendo un album»
«Oops ahaha» ride «Ma hai cambiato colore?»
«È il mio colore naturale idiota che non sei altro»

Jack mi fa il verso e poi se ne va lasciandomi nuovamente da sola.
Finisco velocemente di mettere a posto e poi mi butto a peso morto sul letto.

Finalmente a casa.

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