5. Imprevisti

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Hope

Nessuno mi ha mai fatto stare così bene, soprattutto non uno sconosciuto.
Di sicuro, queste tre ore le ricorderò per sempre.
Quando hai il tempo contato, cerchi di vivere con tutta te stessa ed è quello che sto cercando di fare.

Avete presente quando incontrate un ragazzo che vi piace e, prima di spiccicare parola con lui, fate passare anni e anni?
Perché avete paura di quello che potrebbe pensare di voi, di conoscere la sua reazione, di essere rifiutate e così via.
Beh, queste cose, con Luke, non mi stanno passando minimamente per la testa.

Non ho mai avuto il coraggio di cantare davanti a qualcuno;
di ballare con qualcuno una canzone che sto ascoltando solo io nel bel mezzo di una libreria; di abbracciare uno sconosciuto e prolungare l'abbraccio più del necessario.
Ma lo sto facendo e mi sento bene, mi sento libera, senza freni inibitori.
Lui mi fa sentire bene.

E mi dispiace dovermi staccare.

"Grazie, adoro quella canzone" gli dico sorridendogli.
"Grazie a te, hai una voce fantastica" mi risponde facendomi arrossire.

Decido di cambiare argomento, quando vedo le scale mobili e gli dico tutta esaltata
"Scale mobili al contrario!"
"Cosa?" mi chiede lui ridendo e io glele indico avviandomi verso quella direzione.

"Chi arriva per ultimo sopra, paga qualcosa all'altro. Ovviamente si prendono le scale mobili che scendono per salire e viceversa" urlo iniziando a correre sulla scala mobile.
"Hei non vale, io ho pagato i bubbles tea!" urla di rimando.
"Allora vorrà dire che ti dovrai impegnare per non perdere!
E comunque l'hai voluto pagare tu quindi non ti lamentare!".
Faccio per girarmi a cercarlo ma lo trovo di fianco a me, spalanco la bocca e inizio a correre più che posso cercando di bloccargli la strada ma è più veloce di me e mi batte.
Mi aspetta sopra con le mani sui fianchi e un sorriso vincente.
Quando arrivo mi piego in due per la fatica ed esclamo
"Come fai a non avere neanche un minimo di affanno?"
"Vado a correre tutte le mattine, cara leonessa" mi risponde con una linguaccia.
"Non è giusto, avresti dovuto dirmelo!
Io non faccio nemmeno palestra!"
"Sei tu che hai scelto questa sfida" ride.
"Uffa, hai barato però!"
"Niente affatto. Allora, cosa mi compri?" mi chiede prendendomi in giro.
"Cosa vorresti?"
"Un libro.
Quello che stavi leggendo tu, così mi ricorderò di te quando lo guarderò"
"Hei ma non ce l'hai già? Mi hai praticamente sputato in faccia il finale!"
"Non mi dire che ci sei cascata leonessa! Io non leggo, non ho idea di come vada a finire il tuo libro".
Spalanco la bocca e cerco di prenderlo a schiaffi ma si difende.
"Ma come hai potuto?" gli ringhio contro.
Da un lato, però, ne sono anche contenta.
Faceva schifo la fine che aveva dato.

Cerchiamo il libro nelle librerie dell'aeroporto e, una volta trovato, andiamo alle casse.
"Cosa te ne farai? Lo lascerai su una mensola ad impolverare?" gli chiedo.
"Può essere"
Lo guardo come se avesse detto un peccato mortale.
"Sto scherzando leonessa, lo leggerò"
"E come mai ti è venuta tutta d'un tratto voglia di leggere?"
"Perché voglio capire come mai ti piacciono così tanto questi libri"
"Può anche darsi che a te non piacerà"
"Correrò il rischio" risponde sollevando le spalle.

Luke

La guardo cercando di fotografare nella mente la sua figura.
Sto cercando di farmi bastare il tempo che mi è stato concesso dal destino.
È dura, più passo il tempo con lei e più mi piace.
Mi fa ridere con la sua ironia e la sua sincerità, mi fa preoccupare quando si rabbuia.

Usciamo dalla libreria e decido di chiederle qualcosa riguardo la sua famiglia, non conosco ancora niente di lei.
"Raccontami qualcosa di te, hai fratelli o sorelle?"
"Purtroppo no, ho sempre voluto un fratello più grande"
"Strano, di solito tutte le ragazze vorrebbero una sorella come amica con cui parlare di ragazzi e scambiarsi i vestiti e i trucchi"
"Io no, avrei tanto voluto un fratellone"
"Come mai?" chiedo
"I fratelli ti fanno i dispetti ma sono anche protettivi.
Danno i consigli sui ragazzi.
Hanno le moto, ti portano in giro, fanno ingelosire le tue amiche." rido.
"Così avresti voluto un fratello con la moto per far ingelosire le tue amiche?" chiede lui confuso, ridendo.
"Già" confermo alzando le spalle.
"E tu? Hai fratelli o sorelle?"
"Una sorella, più piccola di me di tre anni"
"Che bello! E in che rapporti siete?"
"Fantastici, siamo molto legati.
Ha avuto qualche problema di respirazione quando è nata.
Per questo, sono stato costantemente preoccupato per lei già dalla sua nascita e ora mi porto questa cosa dietro"
"Oh mi dispiace, cosa è successo?"
"Avevo tre anni e qualche mese quando mia madre ha partorito. Hanno dovuto tenerla in ospedale perché Tess, mia sorella, non respirava bene.
Ricordo che mio padre lottava per portarmi a scuola. Non volevo lasciare per niente al mondo la mia sorellina. Mi mettevo a fianco alla sua incubatrice e le spiegavo come si respirava. Ti lascio immaginare come possa spiegarlo un bambino di tre anni.
Quando mia madre la prendeva in braccio, prendevo la manina di Tess e la mettevo sul mio pancino. Mentre respiravo piano, le facevo sentire il mio pancino che si alzava e si abbassava e le dicevo di provare a farlo con me. Non sapevo che non era ancora in grado di comprendere le mie parole, così, le parlavo ininterrottamente. Dopo una settimana e qualche giorno, le cose si stabilizzarono. Ancora ora che è sposata ed ha una bambina stupenda, la chiamo tutti i giorni o la vado a trovare. Suo marito è quasi geloso di me" sento ridere la leonessa.
"Deve sentirsi fortunato, è stato il primo ragazzo a cui ho lasciato strada libera con mia sorella"

Le coincidenze del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora