17. Alla ricerca di un estintore

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Luke è seduto di fronte a me.
Continua a perforarmi con il suo sguardo come se fossimo gli unici nella sala.
Abbiamo deciso di mangiare nel ristorante dell'albergo.
Cerco di evitarlo perché i suoi amici mi stanno tempestando di domande sul nostro incontro.
Mi hanno già fatto il terzo grado sulla mia famiglia e sulla storia della mia vita.
Non ho mai parlato così tanto, sono sfinita.

"Allora? Chi è stato ad essere folgorato per primo?" chiede curiosa Joelle.

Per poco non sputo tutta l'acqua che ho appena messo in bocca.

"Folgorato? Davvero? Comunque perché non chiedete a Luke? C'era anche lui quel giorno, potrà raccontarlo benissimo".
Cerco di sviare l'attenzione da me, mi sento in imbarazzo e per poco non prendo fuoco.
Cerco in tutti i modi di non girarmi verso l'altro imputato in questione per non peggiorare la situazione.

"No cara, avremo tutto il tempo per tartassare Luke e sentire anche la sua versione" spiega Cora.

Oh, questo sì che mi solleva.
Sembra di essere in tribunale.

Prima di iniziare a raccontare mi scappa l'ennesimo sbadiglio.
Sono stanchissima.

"Ragazzi che ne dite se la tormentate un'altra volta? Penso che Hope voglia solo andare a dormire in questo momento" dice il ragazzo che non ha staccato gli occhi da me nemmeno per mangiare.
Secondo me ha paura di perdermi di nuovo di vista e dover organizzare una nuova spedizione di ricerca.

"Ha ragione, scusate ragazzi, ci vediamo domani.
Magari ci organizziamo per uscire tutti insieme, che ne dite?
Vi permetterò di chiedermi tutto quello che volete".

Dopo il consenso di tutti, Cora mi congeda.
"Si tesoro, vai, fai sogni d'oro" continuando poi, riferendosi all'amico in piedi pronto a seguirmi,
"Luke, tu che fai?
Resti con noi un altro po'?"
"Piccola penso che non sia nemmeno il caso di chiederlo. L'ha mangiata con gli occhi per tutta la serata" le risponde Jared con un sorriso furbetto rivolto al diretto interessato che lo fulmina mentre io penso al posto più facile per sotterrarmi mentre le mie guance diventano bordeaux.

Salutiamo tutti e ci incamminiamo verso l'ascensore in un silenzio tombale.
Una volta dentro, mentre ho lo sguardo rivolto verso i miei piedi per la vergogna, Luke prende delicatamente la mia mano, tirandomi leggermente a sé e mi spinge ad alzare lo sguardo verso di lui così si avvicina al mio orecchio sussurrandomi "Dormi con me".

L'estintore più vicino? Ogni volta che sono con lui, la sensazione di prendere fuoco si fa viva.

Con un tocco di labbra mi sfiora il collo; sale verso l'orecchio e mi bacia lentamente sotto il lobo.
"Per favore" continua.

Il campanellino dell'ascensore, che assomiglia molto a quello della mia coscienza, ci avvisa dell'arrivo al piano e mi riscuote da questo sogno.

Hope non cedere, potrebbe volerti uccidere nel sonno.

Lo allontano da me con una mano sul torace e scuoto la testa.
"Buonanotte Luke, non posso" lo saluto frettolosamente e corro verso la camera delle mie amiche di cui abbiamo chiesto la seconda chiave per me alla reception così da poter andare da loro quando voglio.
Mi chiudo dentro e rimango in piedi, immobile.
Quel ragazzo è in grado di ipnotizzarmi.

Dopo vari minuti passati ad elaborare l'accaduto, finalmente i piedi tornano a muoversi e riesco a percorrere la strada verso la valigia per prendere il pigiama e prepararmi per la notte.
Una volta nel letto i miei occhi rifiutano di chiudersi.
Come diavolo è possibile?
Cinque minuti fa ero sul punto di addormentarmi sul tavolo nel bel mezzo di un interrogatorio.

Sento freddo.
Il mio pigiama di pile e il piumone non bastano per riscaldarmi.
E pensare che poco tempo fa mi sembrava di star facendo la sauna.

Costringo i miei occhi a chiudersi ma sento tutti i muscoli contrarsi per lo sforzo.
Cerco un'altra soluzione: provo ad ascoltare quelle canzoncine rilassanti per dormire ma... niente da fare.
Mi giro e mi rigiro nel letto ma, infine, mi alzo e faccio l'unica cosa che mi rimane da fare.

Luke

Cerco di ridere il più silenziosamente possibile.
È forse un quarto d'ora che sta facendo avanti e dietro davanti alla porta della mia stanza.

Stanco, mi sono avvicinato allo spioncino per capire chi diavolo fosse e ho trovato Hope in una situazione disperata: si portava le mani ai capelli  e alternava la camminata a vari saltelli per allentare la tensione.

La sto guardando da un bel po'.
Ogni tanto si blocca per cercare di bussare ma, dato che non riesce, torna a disperarsi.
Mi piacerebbe aprire e vedere la sua reazione ma so che scoppierei a riderle in faccia.
È troppo buffa.

Eccola che si avvicina di nuovo per bussare, questa volta sembra più calma.
Tira un respiro profondo e...

Toc toc.

Oh cavolo, è riuscita.
Corro nel letto, non voglio che mi trovi a spiarla.

Hope

Ho portato con me le chiavi della stanza.
Non sono riuscita a lasciarle alla reception una volta scoperto chi fosse il mio coinquilino.

Non avrebbe senso tornare dalle mie amiche.
So che se lo facessi non chiuderei occhio.
Immagino che Luke stia dormendo altrimenti avrebbe aperto, così, inserisco la chiave nella toppa cercando di fare meno rumore possibile.

Entro e lo trovo steso sul letto mentre dorme beatamente.
Doveva essere parecchio stanco per essersi addormentato così presto.
Beh, anche io lo ero, ma non ci sono riuscita.
Lo osservo da lontano.
Vorrei avvicinarmi e baciare quell'accenno di barba per poi andare a finire sulle sue labbra pronunciate.

Speravo di non trovarlo sveglio così da non dover inventare qualcosa da dire.
Mi avvicino al letto e, delicatamente, mi infilo al suo fianco.

Non appena trovo la posizione sento il letto sotto di me muoversi e dopo un po', due braccia stringermi.
Rimango immobile, spalanco gli occhi e i miei muscoli si contraggono.
Subito mi sento avvolgere da un calore ormai familiare:
vergogna mista a desiderio.
"Ciao leonessa, hai finito di fare avanti e dietro nel corridoio?" mi domanda con la voce roca.
Ed io vorrei solo sprofondare.
Era sveglio ma ha voluto fingere sapendo che altrimenti sarei scappata.

Con questo pensiero nella mente e inebriata del suo profumo, mi rilasso e crollo in un sonno profondo aggrappata alle sue braccia.

Le coincidenze del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora