15. Due minuti, non di più

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Hope

Corro per cercare di tornare in un luogo conosciuto.
Sono terrorizzata.
Morirò qui.
Da sola.

No, cavolo, non era questa la strada che dovevo prendere, non ricordo di averla percorsa prima.
Torna indietro Hope, stai sbagliando.
Cerco di arrivare di nuovo al bivio ma, cammino e cammino, non riesco più a trovarlo.
Ma che diavolo!
Questo è un labirinto, non un città!
Vorrei tanto che passasse qualche anima viva per poter chiedere indicazioni.

Percorro un altro po' di strada e, finalmente, incontro un signore.
Chiedo se sa dove si trova l'albergo ma, grazie alla mia solita sfortuna, mi risponde che non è di New York.
Non è possibile!
Dopo un po' mi richiama e mi indica un bar dove poter chiedere informazioni.
Grazie al cielo, benedite quest'uomo!

Arrivo al bar e chiedo indicazioni.
Il barista riesce ad indicarmi la strada fino ad un certo punto.
Seguo le sue parole e mi ritrovo ad un altro bivio isolato.
Distrutta, mi butto a terra.
Vi prego, qualcuno mi aiuti.
Guardo il cielo, si sta facendo notte ed io sto tremando dalla paura.

Luke

Sto iniziando a preoccuparmi seriamente. Hope è là fuori tutta sola per colpa mia.
Sta bene, cerco di convincere me stesso.
Sono quasi due ore che la cerchiamo ma niente, non ho ricevuto una chiamata neppure dagli altri.
Come se non bastasse, la mia mente elabora teorie non molto belle su quello che potrebbe esserle successo.
Qualcuno potrebbe averla rapita, violentata, drogata, picchiata, potrebbe essere caduta ed essersi fatta male.
Cerco di scacciare tutte queste opzioni dalla testa e continuo a ripetermi che sta bene, deve sicuramente stare bene.
È forte e intelligente.
La mia mente non vuole saperne di stare zitta, quindi mi faccio prendere dalla paura e inizio ad urlare il suo nome a squarciagola rischiando di svegliare tutti.
Non me ne frega niente, voglio solo ritrovarla.
Urlo più forte ma ottengo solo delle risposte da parte di un cane che abbaia ad ogni mio richiamo e l'eco.
Mi prendo la testa fra le mani e cerco di trattenere le lacrime.
Luke, non ti arrendere, non perdere le speranze.

Sento una suoneria offuscata.
Mi guardo intorno per cercare di capire da chi proviene ma poi faccio caso alla mia coscia che vibra.
Il mio telefono, cretino che non sono altro!
Lo esco subito dalla tasta, è Cora.

Hope

Sono seduta per terra con la testa tra le ginocchia e singhiozzo, ormai stanno finendo le lacrime, posso solo sperare che mi arrivi un aiuto dall'alto.

In lontananza sento delle voci ma non riesco a distinguere quello che dicono finché non si fa più vicina una figura femminile.
"Callie, Callie, vieni qui" - dice una voce a me sconosciuta - "È lei?", continua.
"Si. Hope!" - sento urlare - "Sono Callie!"

Mi alzo e le vado incontro.
Prima titubante, non essendo sicura che sia lei e poi, riconoscendola, corro ad abbracciarla.
"Sei qui, ho avuto tanta paura" le dico tra i singhiozzi.
"Sono qui tesoro, è tutto finito" mi risponde con la voce spezzata.
Rimaniamo così per una decina di minuti fin quando mi accorgo di una presenza femminile di fianco a noi che ci guarda e sorride, quindi mi volto verso di lei.

"Ah già, scusami, non vi ho presentate, lei è Cora" annuncia la mia amica.
"Così tu sei la famosa Hope?" chiede con un sorriso che le va da un orecchio all'altro facendomi arricciare le sopracciglia.
"Famosa?"
"Già, Luke ha tanto parlato di te"
"Luke? Quel Luke?" chiedo, confusa, a Callie, guardandola annuire.
"Cosa c'entra in tutto ciò?"
"Quando sei sparita, Meghan l'ha raggiunto in stanza per chiedere se ti avesse vista. Lui, preoccupato, ha chiamato dei suoi amici per aiutarci nella ricerca e Cora è una di loro", spiega la mia amica.
"A proposito, devo avvisare lui e tutti gli altri" continua Cora.

Ha organizzato una squadra di ricerca per ritrovarmi?
Per quale motivo?
Ascolto Cora che parla al telefono e penso a quanto fastidio ho recato a queste persone che si sono disturbate per cercare un'estranea.
Sono stata così stupida.
Mi sento in imbarazzo e in colpa.

Una volta che la mia nuova conoscente termina di fare le chiamate, ci fa strada per tornare in albergo e durante tutto il tragitto non smetto di scusarmi con loro per averle fatto preoccupare e aver impiegato tutto quel tempo a cercarmi.
Arrivate, troviamo Meghan circondata da persone che non conosco.
Le loro facce sono sconvolte ma, appena mi vedono, tirano un sospiro di sollievo mentre la mia amica corre preoccupata verso di me e mi abbraccia, soffocandomi e accertandosi che io stia bene.
Mi stringe così forte da farmi uscire una risatina.

Così passiamo alle presentazioni.
Ho un groppo in gola.
"Ragazzi non dovevate disturbarvi, dopotutto non mi conoscete nemmeno. Siete stati gentilissimi. Grazie a tutti, davvero e scusatemi ancora!"
Mentre Jared sta per rispondere, alzano tutti gli occhi oltre di me guardando in lontananza.

Mi volto anch'io per capire cosa abbia attirato la loro attenzione.
Non faccio nemmeno in tempo a girarmi che Luke arriva di colpo e mi stringe forte a sé ignorando i suoi amici.
Sento il suo respiro irregolare e mi preoccupo.
Involontariamente gli esce qualche singhiozzo impercettibile.
Lo allontano per guardarlo in faccia.
Non credo al fatto che stia piangendo per me.

"Non scappare mai più da me, non farmi più prendere certi spaventi"
È terrorizzato.
Ha davvero una faccia tosta.
Pensa che io gli creda?
Ormai non mi faccio fregare più dai suoi giochetti.

"Si può sapere perché hai disturbato i tuoi amici per venire a cercarmi?
È tutta colpa tua. Se non mi avessi mentito, tutto questo non sarebbe successo" urlo verso di lui sentendo risalire le lacrime.
"Non ti ho mentito! Se ti fermassi un secondo ad ascoltarmi, lo capiresti anche tu".
"Mi è bastato quello che ho sentito l'altro giorno mentre parlavi al telefono" rispondo ferita.

Meghan si schiarisce la voce al mio fianco.
"Hope, credo che dovresti ascoltarlo, tutti hanno il diritto di spiegare" si azzarda a dire mentre guarda Luke con un sorriso triste.
"Grazie Meghan" annuisce lui.
"Da quand'è che siete così amici voi due? E perché lo difendi?" chiedo alla mia amica, perplessa.
"Ti spiegherò tutto dopo. Ora però non perdere altro tempo e vai a parlare con lui" mi abbraccia per poi allontanarmi con una spinta verso il suo nuovo amico: il mio nemico.
Guardo verso Luke che mi sta fissando con degli occhi da cagnolino dispiaciuto.
Al diavolo.
"Due minuti, non di più".

💕 Ciao a tutti.
Volevo farvi sapere che iscriverò la storia ad un altro concorso -> top_of_wttpad_2018 
scrittriceinanonimo

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Buona giornata💋

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