CAPITOLO 1 "Pettegolezzi e chiacchiere"

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Per poter riprendere in tutta calma il filo della nostra storia e arrivare alle nozze di Meg con la mente libera da curiosità insoddisfatte, sarà bene dare un'occhiata alle vicende accadute durante il periodo appena trascorso. E qui lasciatemi dire che, se qualcuno dei lettori più in là con gli anni trova che negli avvenimenti che mi accingo a narrare ci sia un po' troppo languore (sono sicura che i giovani non faranno obbiezioni del genere) non potrò che rispondergli citando una frase della signora March: "che cos'altro ci si deve ripetere quando in casa ci sono quattro fanciulle pine di vita e, proprio di fronte, un vicino tanto giovane a affascinante?"

Quei due anni non avevano portato che pochi cambiamenti nella vira della quieta famiglia.

La guerra si era finalmente conclusa e il signor March, tornato sano e salvo, divideva la sua vita fra i libri  e la piccola parrocchia che aveva trovato in lui un ministro davvero ideale per responsabilità, calore umano e religiosità; un uomo tranquillo, studioso, ricco di quella saggezza che vale più di qualsiasi erudizione, di quella rarità che sola fa chiamare gli altri "fratelli" e di quella devozione che sa suscitare ovunque amore e stima.

Queste doti, al dispetto della povertà e della straordinaria integrità morale che li avevano precluso successi di natura più mondana, attiravano su di lui le simpatie degli animi religiosi, così come i fiori attirano le api.

E, con altrettanta naturalezza, il vecchio signore offriva loro un nettare nel quale cinquant'anni di due esperienze non erano riusciti a mescolare neppure una goccia d'amarezza.

I saggi trovavano il cuore di quell'uomo dai capelli ormai grigi era giovane quanto il loro; le donne turbate e infelici istintivamente gli confidavano dubbi e dolori, sicure di ottenere da lui la comprensione tanto agognata; i peccatori gli parlavano dei peccati commessi avendone in cambio rimprovero e redenzione; gli uomini dotati di ingegno lo consideravano un interlocutore ideale; gli ambiziosi ricevevano illuminazioni sull'esistenza di ambizioni più nobili di quelle da loro abitualmente coltivate, e perfino le persone dedite ai piaceri della vita riconoscevano la bellezza e la verità delle sue convinzioni pur sostenendo, subito dopo, che non gli avrebbero certo reso granché.

Agli estranei poteva sembrare che fossero le cinque donne della famiglia a tenere in pugno le sorti della casa, ma questo era vero soltanto sotto certi aspetti. Quel tranquillo erudito, sempre chino sui libri, rappresentava infatti tuttora la coscienza, la sicurezza e il conforto di ciascuna di loro, che a lui, padre e marito ideale nel senso più vero di quelle sacre parole, si rivolgevano ansiose nei momenti di difficoltà.
Le ragazze gli avevano donato l'anima come alla madre avevano dato il cuore, e per ambedue genitori nutrivano un amore che cresceva nel tempo, unendoli nel più tenero dei legami, quello che è una benedizione durante la vita e sopravvive alla morte.
La signora March era ancora energica e attiva come nel momento in cui l'abbiamo lasciata, nonostante i capelli ormai grigi, e si dava un gran daffare per Meg, trascurando le abituali visite agli ospedali e agli istituti benefici ancora pieni di feriti e di vedove di combattenti, che dalla sua presenza attingevano tanto conforto.
John Brooke aveva fatto il suo dovere al fronte per quasi un anno e, dopo esser stato ferito, aveva ottenuto il congedo. Nessun o gli aveva dato medaglie o onori, nonostante se li meritasse in pieno per aver rischiato tutto ciò che aveva di più prezioso: la vita e l'amore, ambedue nel pieno della loro fioritura.
Rassegnato alla sorte toccatagli, aveva pensato di guarire dalla ferita e s'era messo in cerca di un'occupazione che gli consentisse di offrire una casa a Meg. Il buonsenso e lo spirito di indipendenza che da sempre lo avevano contraddistinto gli avevano anche impedito di accettare le generose offerte del signor Laurence. La scelta, infatti, era caduta su un posto da contabile che gli garantiva un salario sicuro, anche se modesto, senza affrontare il rischio costituito da un'attività in proprio avviata con denari presi in prestito. Meg passava il suo tempo lavorando e aspettando; maturava nel carattere, diventava una brava donna di casa e si faceva di giorno in giorno più graziosa, perché l'amore rende bello colui che ama. Restavamo ancora intatte però le sue ambizioni e le sue speranze infantili, che poco tolleravano l'idea di iniziare quella nuova vita su basi tanto modeste. Ned Moffat aveva appena sposato Sallie Gardiner, e Meg non poteva fare a meno di paragonare la bella casa dell'amica, della carrozza, gli abiti lussuosi, i regali splendidi con le modeste cose che l'aspettavano; allora provava una punta d'invidia, che però subito scompariva al pensiero di quanta pazienza, di quanto amore e di quanto lavoro John avesse messo nella casetta destinata ad accoglierli, e quando al tramonto se be stavano seduti fianco a fianco e parlavano dei loro semplici progetti, allora il futuro le appariva così bello e luminoso da farle dimenticare gli splendori di Sallie e da indurla a considerarsi la più fortunata e felice delle ragazze.
Jo aveva spesso di andare a fare compagnia alla zia March. La vecchia signora aveva preso in gran simpatia Amy e se l'era accattivata con la promessa di farle prendere lezioni da uno die migliori maestri di disegno. Per raggiungere uno scopo tanto a lungo sognato, Amy sarebbe stata disposta a servire una padrona ancora più esigente. Così riservava le sue mattutine al dovere, i pomeriggi al piacere, e, nel complesso, se la cavava a meraviglia.
Jo aveva tutto il tempo per dedicarsi alla letteratura e Beth, che dopo la scarlattina era rimasta delicata di salute. No che fosse un'invalida, ma non ce l'aveva proprio fatta a tornare la creatura sana e rosea di un tempo. Tuttavia era felice, serena, piena di speranze per il futuro, sempre indaffarata nelle faccende domestiche che amava, e amica di ognuno. Insomma, un vero dolce angelo della casa. Da quando lo Spread Eagle aveva pagato un dollaro a colonna quella "robaccia senza valore", come lei amava definirla, Jo si sentiva una donna ricca e continuava a scrivere novelle con assiduità; il suo cervello ambizioso e affaccendato, però, era tutto un ribollire di grandi progetti, e sulla vecchia cucina di ferro che in soffitta le serviva da scrivania si andavano accumulando pile di manoscritti che in futuro avrebbero forse dato lustro al nome dei March.
Laurie si era inscritto all'università soltanto per accontentare il vecchio nonno e stava ormai abituandosi nel migliore dei modi grazie ai molti soldi che poteva permettersi di spendere, alle maniere gentili e affabili , al l'intelligenza e al buon cuore che lo spingevano a mettersi sempre nei guai pur di aiutare il prossimo : era il beniamino di tutti.
Tanto successo e tanta considerazione lo avrebbero magari anche irrimediabilmente corrotto, se non avesse avuto a disposizione tre potenti antidoti contro il male: il vecchio gentiluomo che riponeva in lui tutte le sue speranze, la materna amicizia con la signora March che gli voleva bene come si vuole bene a un figlio, e ultima ma non per questo meno importante, la convinzione che quattro innocenti fanciulle lo amavano, lo ammiravano e credevano in lui con tutto l'affetto dei loro cuori.
In fondo, però, era un giovane come tutti gli altri, e quindi gli piaceva divertirsi, corteggiare le ragazze, posare da elegantone, primeggiare negli sport; a volte faceva il prepotente, ma subiva anche le prepotenze altrui; parlava il gergo in voga tra gli studenti e in più di un caso aveva corso il rischio di essere sospeso o addirittura espulso dal college. Alla base delle sue scappatelle, comunque, non c'era la cattiveria, bensì solo un'incontenibile esuberanza e una sfrenata irrequietezze che gli permettevano di riuscire a cavarsela sempre, confessando con coraggio e apertamente i suoi torti e scontando poi il castigo con fermezza virile. Tante volte, invece, era riuscito anche a scagionarsi servendosi dell'irresistibile potere di persuasione che certo non gli faceva difetto. A dire la verità era assai fiero di sapersela cavare per il rotto della cuffia, e nelle lettere che scriveva alle ragazze March gli piaceva vantarsi di aver messo nel sacco il professore più severo, l'istruttore più attento e i rivali più accaniti e prepotenti.
Quelli che Laurie definiva "uomini della mia classe" erano degli eroi agli occhi delle ragazze, che non si stancavano mai di leggerne le prodezze, e quando Laurie li invitava a casa sua durante le vacanze, avevano addirittura l'onore e il privilegio di scambiare con quei superuomini qualche sorrido.
Amy semplicemente godeva di questo alto onore, per merito della sua indiscussa bellezza e del fascino che sua madre le aveva regalato a piene mani, fascino del quale sapeva servirsi molto bene.
Meg era troppo assorbita dl suo amore per John per potersi interessare ad altri "padreterni", e Beth, troppo timida per andare oltre qualche sbirciatina alla lontana, si meravigliava addirittura che Amy trattasse quei personaggi con tanta disinvoltura. Chi si trovava nel pieno del suo elemento era Jo, la quale soltanto a fatica riusciva a non imitare ogni gesto, ogni parola, ogni atteggiamento dei ragazzi, che le sembravano assai più naturali delle noiose belle maniere prescritte alle signorine di buona famiglia. Da parte loro, gli amici di Laurie l'ammiravano molto e la consideravano simpaticissima, ma mai nessuno di loro s'innamorò di lei, mentre molti sospiravano per la bella Amy, allontanandosene poi col cuore pesante.
Parlando di sentimenti, non si può a quale punto ignorare la "Piccionaia".
Questo era il nome che Laurie aveva affibbiato alla casetta che John Brooke stava preparando per Meg. Lui diceva che era il nome più appropriato per il nido dei due innamorati, che quando stavano insieme "sembravano un paio di tortore che non fanno altro che sbaciucchiarsi e tubare".
La casa era piccola, con un giardino altrettanto piccolo sul retro, e davanti un praticello dalle dimensioni di un fazzoletto. Meg progettava di far costruire una fontana , piantare alberi per un boschetto e far crescere fiori a profusione. Al momento, però, la fontana era rappresentata da una vasca di pietra corrosa dal tempo e incrostata di fango, il boschetto consisteva di pochi giovani larici ancora incerti fra la vita e la morte, e la sognata profusione di fiori era suggerita da una fila di bastoncelli che indicavano il punto in cui erano stati interrati i semi. In compenso l'interno della casa era delizioso, e la futura sposa si considerava entusiasta di tutto, dalla soffitta alla cantina. Per la verità, il soggiorno era talmente piccolo da far considerare un bene il fatto di non possedere un pianoforte, che per intero proprio non co sarebbe entrato. La sala da pranzo era così microscopica da non contenere più di sei persone, e le scale della cucina sembravano costruite al solo scopo di far precipitare dentro la cassa del carbone chi serviva in tavola, con l'accompagnamento di piatti e di vassoi. Ma una volta che co si fosse abituati a quei piccoli inconvenienti, e siccome non si può pretendere tutto e subito, l'insieme poteva venire considerato accettabile. I mobili erano stati scelti con buon gusto e buonsenso; niente tavoli con ripiani in marmo, nè specchi enormi, né tende di pizzo alle finestre del piccolo salotto, ma cose semplici, molti libri, un paio di bei quadri alle pareri, piante fioriti ai davanzali, e sparsi un po' dappertutto, graziosi regali fatti da mani amiche, semplici testimonianze di un affetto sincero.
L statuetta di Psiche in marmo bianco, dono di Laurie, non aveva perduto niente della sua bellezza, anche se la mensola su cui posava, messa a posto da John, si teneva su per miracolo di equilibrio, un tappezziere di professione non avrebbe drappeggiato la modesta mussola delle tende con maggior garbo di quanto avesse fatto Amy, l'artista di famiglia. Il guardaroba traboccante di biancheria e di scatoloni, messi in ordine dalla mamma e da Jo, aveva un'area festosa e familiare, e la cucina doveva la funzione disposizione dei mobili ai numerosi tentativi di Hannah, che almeno una dozzina di volte li aveva cambiati di posto prima di trovare la giusta soluzione, e che addirittura aveva sistemato già la legna nei caminetti, in modo da poterli accendere non appena la novella signora Brooke avesse messo piede nel suo nido.
E posso assicurarvi che poche padrone di casa al mondo hanno incominciato la loro nuova vita con una provvista così imponente di strofinacci, contenitori, tovaglioli e sacchetti per ogni evenienza. Beth ne aveva preparata una tale quantità che sarebbe abbondantemente bastata fono alle nozze d'argento della sorella. Solo per il servizio di porcellana cinese, quello che era destinato a essere usato per il banchetto nuziale, aveva addirittura creato tre tipi diversi di copripiatto.
La gente non immagina neppure cosa perde quando acquista in negozio tutte queste cose invece di riceverle in regalo, perché anche l'oggetto più umile diventa bello se offerto da nani affettuose. E Meg lo sperimentò di persona, perché ogni soprammobile e ogni attrezzo nel suo piccolo nudo, dal martello al vaso d'argento sul tavolo del salotto, erano la testimonianza dell'amore e della simpatica dei suoi cari.


PICCOLE DONNE CRESCONODove le storie prendono vita. Scoprilo ora