CAPITOLO 13 "Il segreto di Beth"

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Quella primavera, al suo ritorno da New York, Jo era rimasta colpita dal cambiamento avvenuto in Beth. In casa, però, nessuno ne parlava. Forse sono se n'erano neanche accorti perché è avvenuto lentamente, ma a lei, che era rimasta assente per parecchi mesi, il fatto era apparso evidente, tanto evidente da sconvolgerla.

Beth non era più pallida del solito, ma era diventata più sottile e sembrava trasparente, come se la sua essenza di creatura mortale andasse a poco a poco sfumandola facendola risplendere di una bellezza remota e senza tempo, tesa all'immortalità. Jo vide e capì tutto questo ma non disse nulla. Dal canto suo Beth sembrava felice, tutti in famiglia erano certi del suo miglioramento, e così, pian piano, presa anche dai suoi problemi personali, Jo si tranquillizzò; ma dopo la partenza di Laurie, tornata la quiete, quella vaga ansia riprese a tormentarla.

Aveva confessato i suoi "peccati" letterari, era stata perdonata, ma quando esibì i suoi risparmi e li offrì per un soggiorno in montagna, Beth la ringraziò di tutto cuore e poi rifiutò: preferiva non allontanarsi tanto da casa, avrebbe gradito piuttosto tornare per qualche giorno al mare, disse. E siccome la signora March non voleva lasciare i suoi nipotini, fu Jo ad accompagnarla in una tranquilla località balneare dove avrebbe potuto stare a lungo al sole all'aria aperta, respirare aria tonificante.

Il posto non era alla moda, e la gente che lo frequentava era semplice e simpatica. Tuttavia le due sorelle preferirono starsene per conto loro evitando di stringere amicizie; Beth era troppo timida per gradire la vita di società e Jo troppo indaffarata a prendersi cura di lei per pensare ad altro. Vivevano quindi l'una per l'altra, senza accorgersi dell'interesse che suscitavano, di come venivano guardate con simpatia: una fanciulla forte e robusta e l'altra gracile, indissolubilmente unite come se presentissero una vicina, inderogabile separazione. Ed era così, infatti, anche se Jo e Beth non affrontavano me l'argomento.
A Jo sembrava volte che un velo fosse calato tra il suo cuore e quello della sorella, ma quando tendeva la mano per sollevarlo, aveva la sensazione che in quel non dire vi fosse qualcosa di sacro e rinunciava, aspettando che fosse la sorella a fare la prima mossa. Ma Beth sapeva la verità? Si rendeva conto della realtà del suo stato? Quali pensieri le passavano per il cervello nelle lunghe ore che trascorreva sugli scogli, con il capo chino sulle ginocchia di Jo, sotto la carenza benefica del vento, in un silenzio rotto soltanto dallo sciabordio delle onde? E Jo si chiedeva anche, pur sapendo che era meglio così, perché genitori non avessero visto ciò che lei vedeva. In quelle settimane trascorse al mare, quindi, mentre il velo d'ombra diventa pian piano sempre più reale non scrisse nulla casa.

Un giorno, finalmente, Beth parlò. Jo credeva che dormisse e la stava scrutando ansiosamente: cercava, ma invano, qualche segno di ripresa. Le guance erano spunte, le mani diafane.

Con un movimento istintivo strinse forte a sé quella creatura che sembrava allontanarsi da lei poco a poco, le lacrime le offuscavano la vista. Quando le ebbe asciugate, vide Beth che la guardava con infinita tenerezza.

- Jo cara, sono contenta che tu sappia. Ho cercato più volte di dirtelo, ma non ci sono riuscita.

Jo non rispose, premette solo più forte la guancia della sorella contro la sua. In quel momento, delle due, lei era la più debole. Beth l'abbracciò forte.

- Lo da tanto tempo ormai, Jo, che ci ho fatto l'abitudine e non mi rattristo neanche più. Cerca di comportarti anche tu così, è la cosa migliore, credimi.

- Ma l'autunno scorso lo sapevi già e non hai voluto confidarmelo? Per questo eri tanto triste e te ne stavi spesso da sola? – chiese Jo.

Nell'angoscia che la sopraffaceva, c'era una cosa soltanto a rasserenarla un poco: sapere che Laurie non aveva nessuna responsabilità della tristezza della sorella.

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