The meet

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Mi sveglio e scatto a sedere, spaventata dalla musica partita a tutto volume.
Il mio cuore va a mille e sono ancora in allerta quando sento una risata, che conosco fin troppo bene, venire dall'altra parte della stanza e, una volta smesso di ridere, dire: "Oddio, dovresti vedere la tua faccia Rebekah"
Afferro un cuscino, lo lancio verso colui che ha parlato e lo prendo dritto in faccia
"Non m'importa se sei Iron Man e puoi usare una qualche armatura per difenderti: osa svegliarmi così un altra volta e vedrai la furia omicida di tua figlia" gli urlo contro mentre scendo dal letto e mi avvicino un po' a lui.
"Allora vado a prendere un'armatura perché mi ucciderai appena vedrai che ore sono" ridacchia lui "comunque io e tua madre andremo via per un viaggio d'affari e staremo fuori per una settimana. Te resterai con gli altri"
"In altre parole ti sei fatto convincere da mia madre, Elizabeth-missresponsabilità-Swann, a lasciare gli Avenger e compagnia bella a fare da baby-sitter ad una sedicenne che da oggi in poi sarà impegnata con la scuola?" lo guardo e leggo nel suo sguardo che ho fatto centro. Mi avvicino ancora a lui e lo abbraccio appoggiando la tasta sul suo petto.
"Non vorrei disturbare ma noi dobbiamo partire e Rebekah dovrebbe prepararsi per andare a scuola, anche se non capisco perché tu l'abbia svegliata alle 05:50 se la scuola inizia alle otto" ci sgrida mia madre appena entra nella stanza. Io e mio padre ci stacchiamo e lui riesce ad uscire un attimo prima che un altro cuscino lo colpisca.
Io mi sdraio sul letto e, dopo una decina di minuti, sento partire un elicottero
"Friday?" chiamo
"Si signorina?"
"Dato che i miei genitori sono andati via senza darmi questa informazione, volevo chiederti quanto ci vuole da qui alla scuola"
"Dieci minuti circa con la sua moto che, però, ha preso il signor Barnes"
"Cosa ha osato fare Bucky?" chiedo stupita e arrabbiata scattando a sedere
"Però può prendere un'altra vettura di quelle nel parcheggio della torre se vuole" dice lei con la sua solita voce calma da computer
"Va bene, ma questa me la pagherà" dico prendendo la roba per fare la doccia e andando verso il bagno "puoi chiudere a chiave le porte della camera e del bagno per favore? Grazie" chiedo al computer che esegue subito i miei ordini
Faccio una doccia veloce e poi inizio a giocare con i miei capelli cercando un'acconciatura carina anche se alla fine li lascio normali, ossia sciolti, leggermente mossi e che cadono leggeri e soffici sulle spalle. Dopo vado all'armadio e prendo subito un paio di jeans e una felpa bianca e larga con la scritta I'm a fangirl bitch stampata con caratteri eleganti e neri. Poi mi infilo i miei amati stivaletti neri, il giubbotto di pelle e vado verso l'ascensore, uscendo dalla camera e attraversando il corridoio del mio piano personale.
Prenoto l'ascensore e, appena si ferma, vedo che è occupato da un ragazzo all'incirca della mia stessa età.
Entro velocemente, prenoto il piano e inizio a respirare profondamente convincendomi di poter essere sicura e non timida per una volta nella mia vita.
Picchietto sulla sua spalla e appena si gira io gli sorrido "Ciao, io sono Rebekah" gli dico porgendogli la mano.
Lui la stringe
"Ciao, i-io sono P-Peter" risponde lui balbettando timido. È carino: occhi marroni che brillano di una luce strana che trasmette insicurezza, i capelli color nocciola spettinati e un sorriso timido sul volto.
"So che sembrerò indiscreta, ma volevo chiederti che ci fai qui. Nel senso, io conosco tutti quelli che abitano qui ma non ti ho mai visto" gli domando a bruciapelo
"Oh, si, beh, ecco I-io ho iniziato da poco a l-lavorare con il s-signor Stark"
"Benvenuto alla Stark Industries allora" gli sorrido
"G-grazie m-mille" risponde lui balbettando: è un miscuglio di timidezza e nervosismo in questo momento.
Appena l'ascensore si ferma al piano terra usciamo entrambi camminando vicini lungo il corridoio restando in silenzio.
Usciamo dalla torre e io mi dirigo verso il garage dell'edificio ma mi giro un attimo verso Peter che se ne sta andando ed ho uno strano presentimento, come se lui non sia chi dice di essere.
Scaccio quel presentimento e mi avvio nuovamente verso il garage per cercare qualcosa che possa guidare e poi la vedo, la moto di Bucky: una KTM 125 arancione e nero. Corro verso di essa e apro il bauletto con le chiavi stupidamente lasciate inserite, prendo il casco e vi poso la borsa a tracolla che avevo preso e riempito velocemente con: telefono, cuffiette, un astuccio e un blocco note. Mi metto il casco e accendo la moto per poi sfrecciare sulla strada verso la scuola

Spazio Autrice
Boun jour
Allora, questa è la mia prima storia per cui mi scuso se farà schifo
Pubblicherò una volta a settimana se riesco
A fine di ogni capitolo metterò una domanda, se me ne ricordo, e... Niente vi lascio con la domanda
Domanda: cattivo marvel preferito?
Risposta: Che domande! Loki😍😍
Shiao shiao👋👋

You're my soul mateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora