I: nuova scuola, nuova vita

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<<Papà seriamente..>>dico guardando dallo specchietto retrovisore e puntando i miei occhioni marroni nei suoi verdi.

<<Non mi serve un collegio, stavo tanto bene a casa>>è un'ora che siamo in viaggio ed è un'ora che non faccio altro che lamentarmi.

<<Madison Alexia Collins smettila di frignare. Dovevi pensarci prima di mettere la farina nella macchina della nuova preside>> afferma e provocando di conseguenza un mio sbuffo, lo nota e mi lancia un'occhiataccia.

<<Mi sta antipatica quella donna dai facili costumi>> questa volta è lui che alza gli occhi al cielo.

<<Non me ne frega niente. Intanto sei già iscritta e ho pagato quindi stai zitta che mi fai venire solo mal di testa>>la sua voce è rigida.

<<Se mi riporti a casa taccio>> faccio un sorrisetto sghembo ma mi manda subito un'occhiata ammonente.

Mio fratello Kevin intanto se la ride sotto i baffi.
Non è giusto, lui ha sempre sognato di venire in questo posto.

Ho visto alcuni post  sulla pagina ufficiale della scuola e da quel che ho capito è tipo un college solo per liceali quindi non si può neanche uscire. Una sottospecie di prigione.

Tiro un pugno sul braccio a mio fratello che continua a ridacchiare,<<Papà!>> urla con la sua voce acuta da quattordicenne.
<<Madison!>>mi dice papà stremato.

<<Oh andiamo c'era una macchina gialla, non fare il bambino Papera>> dico rivolta a Kevin infastidendolo per il soprannome è come tutti i giorni iniziamo a insultarci.
Con la coda dell'occhio vedo papà che da' una testata al volante.
Infondo lo so che mi ama.

***

Parcheggia la macchina davanti a un'enorme scuola blu e marrone, che schifo di colori, in realtà il blu è il mio colore preferito, dopo il rosa ovviamente, ma questa scuola mi fa talmente schifo che il blu non mi piacerà più.

Mio padre scarica le valige dalla macchina e inizia parlare con una donna che avrà si o no cinque anni in meno di lui.

Tiro una gomitata a Kevin e gli indico papà con il mento <<Che porcello>> commento mentre lui scuote la testa divertito.

<<Fa' più conquiste di te>> dico e lui continua a scuotere la testa ma appena elabora ciò che ho detto mi da' una spinta che mi fa traballare, io giustamente, da persona matura qual sono,  faccio lo stesso ma lui non si sposta di mezzi millimetro.

Dannattissimo Football.

Quando sta per spingermi di nuovo e io comprendo che il mio povero sedere entrerà a contatto con questo schifo di ghiaia, la nuova morosa di papà si mette in mezzo tra noi due <<Noi in questa scuola promuoviamo i principi dell'amore reciproco e la pace>>

<<Mi hai mandato in una scuola per hippie!>>dico rivolta a papà sconcertata ma in tutta risposta lui mi passa le valigie.
La donna non risponde alla mia provocazione, scommetto che papà l'ha già messa in guardia sul mio lato "impulsivo" è il mio continuo sarcasmo.

<<Venite, vi mostro le camere>> io e mio fratello prima di seguirla andiamo da papà che ci abbraccia uno a uno e dice a Kevin <<Controlla tua sorella>>.

<<Ma sono io la maggiore>>rispondo basita.

<<Si ma tu sei anche la maggior stupida>> risponde Kevin.
Sbuffo un "Lasciamo perdere"  e oltraggiata dal comportamento di entrambi seguo la donzella che sculetta come uno scoiattolo.

***

Con "mostrare le camere" la gallinella intendeva darci un bigliettino con un numero e farmi girare per il corridoio come una smidollata.
<<329. La 329. Dove diavolo è la 329, ma dico io, cioè una camera un po' più inculata non c'era?>> due ragazzi mi guardano e iniziano a ridacchiare.

Merda l'ho rifatto.

Perché non mi accorgo quando parlo ad alta voce? Forse c'ha ragione Kevin, sono davvero scema.

Fermo una a caso con i capelli blu che mi guarda con sufficienza e vorrei non averla fermata ma ormai tanto vale chiedere <<Scusa, sai dirmi dov'è la camera 329?>>
Mi guarda scocciata e dice <<Vai al terzo piano dovrebbe essere lì>>poi continua la sua magnifica passerella verso fanculo.

La gente come lei la prenderei a mestolate, cosa che ho già fatto francamente, ma che rifarei. 

Metto le chiavi nella toppa ed entro dentro con il fiatone, poso le due valige sul letto e mi sdraio sopra ad esse, neanche un'ascensore c'è.

Pochi secondi dopo, forse sono minuti, decido che è meglio alzarmi e iniziare a mettere a posto la roba.

Solo dopo aver finito tutto mi accorgo della presenza di un'altro letto <<Pure una coinquilina devo avere adesso!>>inizio a sbattere ripetutamente la testa contro il muro di fianco al mio letto.

La porta sbatte di colpo e così forte che oltre a risquotermi dai miei pensieri mi fa pure cadere.

Mi alzo dal pavimento con il sedere dolorante mentre la ragazza davanti a me inizia a guardarmi come se fossi una cavia da laboratorio <<Ma tu sei una ragazza?>>mi chiede.

In questo momento vorrei domandarle una cosa del tipo "Ma ci sei o ci fai?" ma non penso che farei buona impressione quindi annuisco.

<<Tu vivrai qua con me?>> mi chiede continuando a girarmi intorno.
<<Si>>rispondo in maniera secca.

Lei mi guarda e le sue palpebre si allargano sempre di più e inizio a pensare che tra poco le cadranno le pupille, devo cercare un contenitore per tenerle i bulbi, che schifo saranno sicuramente viscidi.

Quando temo che non respiri neanche sono tentata a chiamare qualcuno ma subito dopo si mette a urlare e saltare come le pecorelle di Heide <<Oddio ho una compagna di stanza! Oddio oddio!!>> continua ad esclamare.

Sorrido per la sua affermazione e le porgo la mano <<Madison ma puoi chiamarmi Maddie>> annuisce balbettando un <<Maya>> e poi mi abbraccia.

Inizio a pensare che non sarà così male stare quì.

Funny disaster- Marcus Baker (Felix Mallard)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora