Il tintinnio della stridula sveglia di Maya non fa che aumentare la mia voglia di stare sdraiata e darmi della stupida a vita.
Percepisco i suoi passi assonnati avvicinarsi a quell'aggeggio che finalmente tacce.
Dopo cinque, o forse dieci minuti, che Maya è andata a farsi la doccia decido di tirarmi su dal letto.
La mia faccia fatica a staccarsi dal cuscino a causa del pianto dopo la festa e per via del mascara che mi sono dimentica di togliere ieri sera.
Appena completo questa mia fatidica missione il cuscino ricorda il quadro "L'urlo" di Edvard Munch, lo guardo schifata e lo capovolgo fingendo che questo gesto simbolico possa capovolgere anche il mio disastroso umore.
Mi alzo lentamente costringendomi a non pensare a ciò che è accaduto, mi stampo un falso sorriso sulla faccia e mi appresto a prepararmi perché, a quanto vedo sul display del mio cellulare, mancano solo pochi minuti all'inizio delle lezioni.***
Quando siamo demoralizzati tutto è sempre un po' più grigio e se prima i colori di questa scuola erano più vivaci, ora mi sembrano tutti del medesimo triste colore: armadietti grigi, aule grigie, luci grigie; una grossa nuvola grigia all'interno di un giardino grigio, con gente grigia, questo è tutto ciò che riesco a vedere ed è l'unica cosa che mi trasmette questa terribile scuola.
Mentre sbuffo mi affianca Logan, il mio nuovo amico, <<Anche tu di cattivo umore oggi?>> dice dandomi una leggere spallata che mi fa traballare gli rispondo con una smorfia di consenso con l'intenzione di far smettere la conversazione.
<<Se ti offro una cioccolata calda me lo fai un sorrisino?>> continua Logan provando a smuovere qualsiasi mia emozione ma non ricevendo nessun tipo di feedback mi accompagna semplicemente in classe per poi indirizzarsi verso la sua.
Mi accomodo al mio posto aspettando l'arrivo della professoressa e quando quest'ultima arriva, dopo i suoi ben cinque minuti di ritardo, decide di iniziare la spiegazione di chimica.
La lezione va avanti e io mi perdo nel scarabocchiare sul foglio piccole farfalle che svolazzano per tutta la facciata e appena finisco il mio capolavoro decido che per dare un po' di colore a questa giornata bisogna prima di tutto colorarle.
Ruoto lievemente la testa per chiedere i pennarelli a Maya e mentre sto per bisbigliare mi accorgo che il banco di Maya è vuoto.
Apro prontamente whatsapp:"Maya dove diavolo sei?"
Sono le otto e mezza se non mi risponde entro dieci minuti vado a cercarla-penso tra me e me.
I secondi iniziano a passare sempre più lentamente e Maya continua a non rispondere, i miei occhi sono incollati al display del telefono talmente tanto che la professoressa mi vede.<<Signorina Collins!>> le sue labbra assottigliate e gli occhi semichiusi non prospettano nulla di buono.
<<Sissignora, signora capitana>> rispondo io con voce insicura provando a smorzare la tensione.Metà della classe inizia a ridacchiare mentre l'altra metà si trattiene a stento dallo scoppiare a ridere.
La faccia della signora Smith inizia a fare sempre più paura <<Sono stanca dei suoi giochi e siccome non ha voglia di ascoltare la mia lezione esca pure dalla mia aula!>> provo a controbattere ma mi ammutolisce urlando <<FUORI DA QUI!>>.
Sotto lo sguardo di tutti ritiro le mie cose e arrivata alla porta sussurro un lieve arrivederci.
Giro in lungo e in largo la scuola per trovare Maya ma di lei non c'è traccia, l'avrò chiamata come minimo dodici volte ma parte subito la segreteria.
Finché un barlume di speranza non mi illumina la vita.
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Funny disaster- Marcus Baker (Felix Mallard)
Novela JuvenilMadison Alexia Collins ha sempre avuto un'attrazione verso le sfide o qualunque altra cosa la potesse mettere nei guai. Questo aspetto così repentino di lei non passa inosservato agli occhi di nessun ragazzo, soprattutto uno in particolare. Marcus B...