Capitolo 11 ( Simon pov )

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Sento in lontananza un rumore assordante. Realizzo dopo parecchi minuti che quel suono proviene dal mio comodino. Rinvio la sveglia di altri 10 minuti, e mi giro sull'altro lato. Mi prende quasi un colpo, quando mi ritrovo una massa di capelli sul mio cuscino a due centimetri dalla mia faccia. Di chi sono questi capelli? Mi muovo il più lentamente possibile per evitare di svegliare il cugino Itt, ed esco dalla stanza. Vado in bagno e mi specchio; ho proprio una brutta cera, forse ieri sera ho esagerato un po con il gin tonic. Mi faccio una doccia veloce, mi asciugo e e mi dirigo verso la cucina per fare colazione. Trovo Camille già sveglia, che legge il suo solito giornale mattutino, e ingurgita senza ritegno la sua ciotola di latte e cereali unicorn. É seduta sullo sgabello della penisola, e mi dà le spalle; è talmente concentrata che non si accorge di me. Le piombo alle spalle di soppiatto, e appena sono a due centrimetri dal suo orecchio, urlo: < CIAOO GIà SVEGLIA?> . Lei, che non si aspettava una cosa del genere, scatta sullo sgabello, rovesciando quasi tutto il contenuto dei cereali sul tavolo. < Sei proprio una testa di cazzo Simon. Quando morirò d'infarto per colpa di questi tuoi giochetti infantili, evita di portarmi i fiori al cimitero.> Con le lacrime agli occhi, per le risate, vado verso la macchina del caffè, infilo la cialda, e premo il pulsante. un aroma di caffè inizia a sprigionarsi per tutta la cucina.
< Vedo che questa mattina hai una bella cera. Deve essere stata una nottata movimentata eh?! Xeena principessa guerriera dorme ancora?> mi giro e la guardo confuso... Perchè l'ha chiamata così?
< Non guardarmi con quella faccia da pesce lesso Simon, non ho chiuso occhio dalle 3 alle 5, quella tipa urlava come un indemoniata, non voglio nemmeno immaginare cosa stavate facendo, e ti prego non dirmelo. La prossima volta però mettile un bavaglio.>
Continuo a guardarla, non ho la minima idea di cosa sia successo questa notte, ero veramente ubriaco, però a quanto pare mi sono divertito.
< non ti ricordi nulla vero?? Dio Simon, sei un caso perso, e comunque potresti anche metterti un paio di pantaloni quando vieni a farti il caffè, vorrei evitare di vomitare tutta la colazione alla vista del tuo culo>
Abbasso gli occhi e noto in quell'istante di indossare solo i boxer. Ho avuto talmente tanta fretta di allontanarmi da quell' ammasso di capelli, che mi sono dimenticato di infilarmi i pantaloni.
< Le donne pagherebbero per vedere queste chiappe tutte le mattine Cara sorella, tu lo fai gratis non sei felice?> Senza degnarmi di una risposta, alza gli occhi al cielo e ricomincia a leggere il giornale. Ingurgito due tazze di caffè e cerco di pensare alla notte precedente, ma l'unica cosa che mi torna in mente é il concerto e i primi due gin tonic, poi buio totale.
Sono talmente assorto nei miei pensieri, che mi rendo a mala pena conto della porta della mia camera che si apre, e della stangona mora che esce dalla stanza con indosso solo la mia camicia. Anche Camille si accorge di lei, e ci voltiamo entrambi a guardarla; non è niente male, alta gambe toniche e petto prorompente. Camille alza di nuovo gli occhi al cielo e mormora un " ma dentro questa casa nessuno indossa i pantaloni?". La mora si avvicina e mi butta le braccia al collo < Simon ma dov'eri finito? Mi hai lasciata da sola in quel letto> le sorrido, e butto uno sguardo a Camille, che intanto le sta facendo il verso dietro le spalle. Trattengo una risata e ricambio l'abbraccio. < Scusa tesoro, avevo bisogno di un caffè. Tra poco devo lavorare>. Tesoro è il nomignolo che uso per tutte le ragazze con cui vado a letto, e di cui non ricordo il nome.
< ciao tesoro io sono Camille la sorella di Simon, gradirei che la prossima volta, prima di venire in cucina, tu indossassi almeno un paio di pantaloni. Sempre se ci sarà una prossima volta.> e con un sorriso da stronza, posa la ciotola nel lavandino, e se ne va.

Io e la stangona torniamo in camera; ovviamente é un peccato non ricordare quello che è successo la notte precedente, così decido di creare nuovi ricordi, e di replicare. Usciamo di casa in ritardo. Dò alla ragazza un bacio veloce sulle labbra, e le dico che l'avrei chiamata quanto prima; ovviamente le sto dicendo una cazzata, io non richiamo mai le donne con cui sono stato per una notte, e anche una mattinata in questo caso. Lo so sono un pezzo di merda, ma non sono il tipo da relazioni serie, sono più il tipo USA e getta. Mi piacciono troppo le donne, e poco i legami. So che a loro va bene così, anche perché altrimenti non andrebbero a casa del primo sconosciuto che incontrano in un locale.

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