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Scusatemi per rompere le scatole già all'inizio del capitolo ma vi prego di leggere. Come credo molti abbiano notato è successo un piccolo ( non molto) problema con la storia. A caso era scomparsa, non era più presente nelle bozze e Wattpad mi diceva che non avevo pubblicato nessuna storia. Ho chiesto a voi e mi avete detto che la storia era presente ma che non potevate leggerla. Apparte il momentaneo collasso, alla fine è bastato aspettare qualche giorno e la storia è ricomparsa perfetta
Dato che non so se succederà di nuovo ( spero di no perché ho seriamente perso anni di vita) ho deciso di aprire un profilo instagram proprio per questa storia e le prossime che scriverò così vi potrò anche informare degli aggiornamenti ( ho capito che anche qui c'è un problema perché non sempre wattpad manda la notifica). Mi chiamo @fujoshi.ackerman su Instagram. Momentanamente l'account lo tengo privato poi vedrò se renderlo pubblico.
Vi prego di seguirmi lì anche perché mi è più semplicemente dirvi tutto lì.
Detto questo buona lettura panda. (PS: non ho ricontrollato il capitolo, lo correggo domani mattina perché devo assolutamente studiare)

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<Lasciatemi!!!> Urlò Eren alle guardie che lo tenevano stretto per i polsi portandolo in un qualche luogo della villa sconosciuto a lui.

Cercava di dimenarsi ma era troppo magro e fragile per opporsi a due uomini piuttosto alti e muscolosi di sicuro non giapponesi dato che i loro tratti rispecchiavano di più quelli occidentali.

Si limitò a guardali con lo sguardo più minaccioso che potesse fare ma sapeva che non sarebbe servito, intimidire quei due uomini era complicato.

Notò che stavano facendo parecchie scale capendo che lo stavano portando nel seminterrato.

Cercava di formulare un breve piano per riuscire a scappare il quel momento perché se fossero arrivati dove volevano portalo non sarebbe più riuscito a scappare. Ma qualsiasi cosa che pensava non era adatta alla situazione, era senza armi e la sua forza fisica era pari a quella di un bambino.

Prima di portarlo lì lo avevano perquisito e avevano trovato tutte le armi nascoste. Si capiva perfettamente che erano esperti.

Raggiunsero una stanza alla fine di un lungo corridoio nella quale poi fu sbattuto dentro dalle guardie senza troppa attenzione nel non fargli male.

Appena si abituò alla poca luce presente in quella stanza poté scorgere delle figure. Erano tre: un signore vestito piuttosto elegante e altre due guardie molto simili a quelle che lo avevano trasportato fino a lì.

<Buongiorno Eren> disse l'uomo di fronte a lui con finta gentilezza.

Eren deglutí.

<Rispondimi!> Urlò invece questa volta.

<B-buongiorno signore> disse Eren con voce leggermente tremante sollevandosi dal sporco pavimento per accennare un inchino.

<Piacere, Kenny> disse l'uomo

<Piacere> disse Eren.

La paura di Eren probabilmente era ormai palpabile. Aveva notato che quella lì non era una stanza normale. C'erano degli oggetti strani appesi alle pareti e non lo calmava averli visti prima del previsto, perché si, Eren aveva potuto farsi una vaga idea di come si utilizzassero e aveva capito il motivo dell'averlo trasportato fino a lì e aveva capito che quei strani oggetti erano riservati a lui.

<Accomodati pure> disse facendo un cenno con la mano verso una sedia. Per fortuna di Eren, era una sedia normale e non aveva cinghie per tenerlo fermo come subito gli era venuto in mente a lui.

Si sedette e riguardò Kenny aspettando le sue prossime parole.

<Perché siete venuti qui tu e i tuoi amici?> Disse l'uomo con voce fredda e tagliente molto simile a quella di Levi.

Eren deglutí. Sentiva la gola farsi secca a causa dell'agitazione e dell'ansia che quella situazione gli metteva.

Non disse nulla, non voleva o forse non doveva. Mossa stupida perché Kenny sapeva perfettamente il motivo della visita di suo nipote accompagnato da Eren ma voleva divertirsi con un pensiero sadico di sentire le urla del ragazzo rimbombare nella stanza fino a farlo inginocchiare e chiedere semplicemente un minuto per riprendere aria, per muovere le sue braccia ormai legate da troppo tempo.
E non dovette nemmeno aspettare troppo tempo. Eren si sentì bloccato, delle mani enormi erano appoggiate sulle sue spalle e facevano pressione per tenerlo fermo. Poi sentì un dolore, un dolore che non aveva mai provato, che dal punto colpito si irradiva in tutto il corpo stordendolo.

赤血球愛- EreriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora