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Sangue. Vedeva solo sangue. O forse era semplicemente la sua mente che era arrivata a quelle conclusione perché, a causa del dolore, la sua vista si era offuscata e ciò che vedeva, solo concentrandosi, erano macchie di colore offuscate. E ciò gli richiedeva uno sforzo enorme ma lo faceva per cercare di rimanere attaccato all'unica parte di se stesso ancora viva , ancora, forse, funzionante in parte. Ma lo sentiva, sentiva come il sangue caldo colava dalle ferite, ormai aperte più volte da prima fruste e poi coltelli.

Chissà quanto tempo era passato da quando era stato rinchiuso in quella stanza con quei uomini. Ma ad Eren, momentaneamente, sapere da quanto tempo stesse soffrendo non era una sua priorità perché in quel momento l'unica cosa che voleva veramente era far smettere quel dolore, dolore che ormai non era più tale da quanto si fosse abituato.

E ormai le lacrime erano finite o forse non era mai riuscito a piangerle. E le urla,beh, non si erano mai sentite. Certo che non stava in silenzio, per niente, ma la fascia che copriva le labbra del ragazzo stretta poi dietro la sua testa con un nodo aiutava a non disturbare le sensibili orecchie delle persone dentro quella stanza.

Perché si, erano dei maledetti sadici carnefici che si cibavano di quelle urla, di quelle lacrime, ma quando queste erano troppo forti si stancavano e preferivano lavorare in una quiete e immaginare, invece, quanto dolore stava provando il ragazzo e quanto fosse orribile non potersi sfogare da dal tale neanche in parte.

In verità, cosa che Eren non sapeva, erano passate tre ore, tre ore in cui era successa qualsiasi cosa malsana che era passata per la mente altrettanto malsana di Kenny. Lui era il possibile capo di tutta quella struttura pensò Eren ma non ne era certo e infatti non aveva tutti i torti. Quello era un sistema contorto e probabilmente dietro la figura di quel signore che ora si divertiva ad infliggere dolore al povero ragazzo c'era qualcun altro, un'altra persona che al momento Eren non conosceva e che non avrebbe mai potuto vederla. Perché lei era furba e lasciava il lavoro sporco agli altri, a Kenny che si credeva tanto potente anche se sotto le mani di lei era un semplice burattino che poteva essere distrutto in qualsiasi momento. Perché lei era troppo potente, troppo superiore, anche più di Levi, persona che per Eren era la più intelligente al mondo, ma in quel momento Levi, in verità, non era nulla, si era distrutto dall'errore commesso e ciò Eren non doveva assolutamente saperlo perchè, se fosse venuto a conoscenza di ciò, probabilmente sarebbe crollato e non sarebbe più riuscito a sopportare tuttò ciò che in quel momento gli stava venendo inflitto perché, in verità, non avrebbe più avuto un motivo per sopportarlo.

In quel momento la sua ancora era Levi e questo gli creava un enorme confusione perché come poteva essere la sua ancora un uomo con molti anni in più di lui, suo professore e psicologo teoricamente? Non era possibile, ad eren sembrava una semplice cavolata, uno scherzo della sua mente al momento divorata dal dolore che cercava di pensare a qualcos'altro e quel qualcos'altro in quel momento era Levi. Ma questo era falso e Eren sotto sotto lo sapeva, sapeva che non era uno scherzo della sua mente perché aveva pensato altre volte a Levi, ad affidarsi a lui, a renderlo la cosa più importante della sua vita, cosa che infondo lo era perché lo aveva aiutato, anzi, lo stava aiutando. E sperava, sperava che da un momento all'altro Levi entrasse da quella porta di fronte a lui e lo salvasse. Ma lo stava sperando da molte ore ma ogni volta che pensava "ora entra" non succedeva nulla e ormai mandò al diavolo l'idea di riuscire a salvarsi.

Ma Eren non sapeva che in quel momento Levi era lì, per lui, per portarlo via, per risolvere un suo errore. E per risolvere quell'errore stava facendo altri mille errori.

赤血球愛- EreriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora