Capitolo 5

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Quando Harry uscì dal bagno trovò Louis senza maglia e con un tubetto di qualcosa in mano.

«Hey, cosa stai combinando?»

«Devo mettere la crema sul tatuaggio ma brucia»

«se ti fa male mettere la crema non immagino il dolore che hai provato facendolo»

«Ha fatto malissimo, ho la pelle delicata ma amo i tatuaggi e anche se non potrei li faccio lo stesso»

«Ti lascio soffrire in pace allora, vado a preparare la colazione»

«oddio é un sogno, cibo buono tutti i giorni? Ma stiamo scherzando?»

«Ho detto che non ti avrei lasciato morire di fame, intendo mantenere la mia promessa»

Harold uscì dalla stanza sorridendo mentre cercava di ricordarsi dove si trovava la cucina. Non si stupì affatto quando, mentre svoltava da un corridoio ad un altro spuntò un'altra cucina. Era più piccola ma comunque sempre comoda per muoversi e cucinare senza problemi, si sentiva a disagio in quella cucina, come se fosse successo qualcosa di brutto e nessuno volesse entrarci. Cercò di cacciare le energie negative ma non riuscendoci decise che avrebbe cercato l'altra cucina, quella più grande. Dopo vari minuti di stanze infinite trovò quello che stava cercando e, mentre sentiva Louis fare la doccia, cominciò a preparare l'occorrente per fare i pancakes.
Mentre stava preparando l'impasto vide una radio che il giorno prima non aveva notato, la accese e partirono una serie di canzoni classiche, Harry ne riconobbe un paio e mentre canticchiava si rimise all'opera.

«Quando Stan partì per l'Italia scoprii che l'unica cosa che riusciva a calmarmi era la musica classica»

«wow, hai gusto Lou amo queste composizioni»

«davvero lo pensi?»

«certo, perché non dovrei?»

«Non lo so..»

«Hai fame?»

«Sì, cosa hai preparato di buono?»

«Ti ho fatto i pankakes»

«Dio grazie, mi hai donato una giraffa che sa cucinare»

«Hey nano devi ringraziare me non Dio»

«Allora grazie Harold per essere una giraffa che sa cucinare»

«prego Lou»

Iniziarono a mangiare e se Harry si mantenne leggero mangiando solo i pancakes Lou li riempì con tremila cose e salse diverse fino a che, quasi rotolando non scese dal tavolo.

«Harry?»

«Si Louis?»

«posso farti una domanda?»

«Certo, vai pure»

«Chi ti ha insegnato a cucinare?»

«Oh beh, quando mia madre é morta sono andato a stare dai miei nonni, mi hanno sostenuto, amato ed erano sempre dalla mia parte. Mia nonna aveva una grande passione per la cucina e ogni volta che preparava i grandi pranzi per amici e famigliari la osservavo. Mano a mano imparai a cucinare i piatti tipici americani e poi passai a quelli italiani e messicani.»

«Sei il Dio del cibo Harreh»

«No sono solo una persona con una passione»

«In ogni caso rimani il Dio del cibo per me»

«Quando i miei nonni morirono partii, dovevo andarmene da lì così feci un anno in giro per il mondo, fu in Giappone che conobbi Nick»

«sembra una storia da film ma io caddi addosso a Stan, ero in ritardo per il mio primo giorno da fisioterapista, mentre correvo non l'avevo visto e praticamente lo investii e trovai il mio primo cliente.»

Scoppiarono entrambi a ridere, la scena di Lou che cade per terra Harold avrebbe voluto vederla, un nano imbranato e in ritardo che investe il suo futuro marito, esilarante.
Harry lavò sia i piatti del giorno prima che quelli dove avevano appena finito di mangiare e poi si diresse verso la sala, dove era sparito Louis due minuti prima.

«Senti Louis, mi fai fare un giro veloce della casa? Non so ancora nulla ed é enorme»

«Ma certo Harreh, seguimi»

Partirono dalla stanza di Lou, Harold scoprì che quella stanza si collegava al bagno lì vicino. Poi attraversarono il corridoio, il pavimento era in legno, molto carino. C'erano sei stanze in quel lato della casa e quattro erano per gli ospiti.

«Siamo sette fratelli e sorelle, mia madre voleva assicurarsi di lasciare a noi un posto dove vivere così per il primo periodo vennero a vivere qua le due gemelline, Daisy e Pheobe mentre Lottie, la sorella più grande teneva gli altri»

«Non deve essere stato facile, ma essendl una grande famiglia vi sarete fatti forza a vicenda no?»

«Se non fosse stato per loro ora non sarei qui, gli devo tutto.»

Harry non approfondì, sa che perlare di queste cose é molto difficile ed era grato a Louis di essersi confidato, prima o poi gli dirà invece come aveva superato la cosa lui ai tempi. Harold finito il giro della casa tornò nelle stanze per gli ospiti, tra le quattro aveva deciso di sistemarsi in quella con la vasca idromassaggio, aveva le pareti chiare che facevano contrasto con il legno scuro dei mobili. Il letto era bianco con i cuscini neri, tutto molto formale insomma. Erano le dieci meno un quarto quando Harry finì di appendere i suoi vestiti e sistemarli negli armadi. Scese le scale e si trovò davanti un biondino felice pronto per filmare, sentiva che aveva gli occhi puntati sulle sue cosce, del resto non era l'unico ad amare la combinazione dei jeans strappati con le calze sotto. Niall alle dieci in punto diede il permesso ai cameraman di filmare, gli fecero domande su domande:

«Come ti trovi?»

«É simpatico Louis?»

«Ti manca tuo marito?»

«Perché hai deciso di partecipare al programma?»

Harry rispose a tutte le domande sinceramente, era difficile per lui aprirsi in questo modo ma fece del suo meglio per essere cordiale e gentile. Li ripresero per quasi quattro ore di fila, lui non capiva..non avevano fatto niente, erano stati a parlare sul divano tutto il tempo, cosa poteva esserci di interessante? Questo era e sarebbe rimasto un mistero.

«Lou domani mi accompagni a prendere un costume? Non ho la più pallida idea di dove i negozi siano in questo paese»

«Nessun problema riccio, poi ti faccio vedere io.»

La giornata era ancora lunga ma dopo meno di quattro ore di registrazione Harry era sollevato, era sopravvissuto alla prima vera mattinata nella nuova casa ed era felice di aver iniziato quest'esperienza in modo positivo.

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