2. Magia

7.2K 270 34
                                    


<allora? Hai fatto le valige? Sei pronta?>

<si, papà>

Questa mattina ho preparato tutto e dopo pranzo mi siedo sul divano insieme a mio padre, che aspetta insieme a me l'arrivo di mio cugino.

Sono pronta per andare a casa mia, la mia vera casa: il castello di Alfagor. Lì rivedrò mio cugino Clark e imparerò ad usare la magia, almeno un minimo.

Sento qualcosa nello stomaco, è una sensazione strana, mai provata prima se non per un ragazzo. Sono ansiosa di vedere il luogo in cui vivevo da piccola prima di trasferirmi qui a Wicklow, cioè quando compii il mio primo anno di vita.

Un rumore forte si fa sentire dal televisore che sta sul piccolo mobile nel nostro salotto. Un ragazzo alto, muscoloso e con i capelli rosso fuoco esce da esso cadendo ai miei piedi mentre si lamenta del dolore.

<Clark! Finalmente sei arrivato!>

Che cosa? Lui è mio cugino? Non lo vedevo da un'eternità! È cambiato molto dall'ultima volta che eravamo insieme. Io avevo cinque anni e lui era rimasto a casa nostra per una settimana, giocavo sempre con lui a nascondino. Ricordo che, un giorno, io rimasi appesa a un ramo dell'albero in giardino per quasi due ore prima che lui riuscì a trovarmi. Lui ha sempre abitato lontano da noi e non capivo perché non potesse trasferirsi in una delle case nel mio quartiere. Solo ora so che sarebbe stato impossibile per lui lasciare il regno.

<Rachel! Quanto mi sei mancata! Come stai?>

Si alza dal pavimento freddo e mi abbraccia forte mentre io sono ancora stupita dal suo arrivo. Come ha fatto a uscire dal televisore?

<bene, tu?>

<bene. Come sei cresciuta! Sei diventata una ragazza splendida>

Ci sorridiamo e mio padre si avvicina a noi.

<andiamo?>

Clark annuisce e mi prende per mano, dopodiché la mia testa inizia a girare, mi sento come se galleggiassi nell'aria e i miei occhi si chiudono per poi riaprirsi quando i miei piedi toccano terra. La testa non vuole smettere di girare, ci vedo doppio. Mi appoggio una mano sulla fronte e mi appoggio con la mano alla spalla di mio cugino.

<devi scusarmi, non ho calcolato che è la prima volta che ti sposti in questo modo. Se hai dei giramenti di testa è normale, è così per tutti>

<come hai fatto?>

Chiedo ancora stupita, senza calcolare molto la sua affermazione.

<magia. Ho usato il teletrasporto>

Fantastico. Voglio imparare anch'io a teletrasportarmi. Spero solo che non dovrò sentirmi in questo modo tutte le volte.

Una sala molto grande si mostra ai miei occhi: moquette azzurra, mura decorate, statue in marmo bianco, lampadario luccicante, finestre enormi e tende verde-acqua. Adoro questo posto. Rimango a bocca aperta per molto tempo, finché Clark non appoggia una mano sul mio mento per poi ridere e asciugare quella piccola quantità di saliva uscita dalla mia bocca.

<qui è dove vivevi fino a sedici anni fa. Ti piace?>

<è enorme! Adoro questo posto!>

<non abituarti troppo, dovrai dormire a scuola tra una settimana>

<a proposito, l'hai già iscritta?>

Chiede mio padre, di cui non avevo calcolato nemmeno la presenza per colpa dello stupore.

La Principessa Di Alfagor// Wattys2020 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora