20. Una notte imbarazzante

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Che ne faccio di lui? Dove lo faccio dormire? E dove dormo io? Non posso di certo lasciarlo in mezzo alla strada in queste condizioni, né tantomeno portarlo nella sua stanza a scuola. Il custode potrebbe davvero ispezionare le stanze e se entrasse nella sua sentirebbe l'odore di alcol, ma se non lo vedesse proprio potrebbe comunque sospettare di lui. Cosa faccio?

Dopo aver camminato per un po' sperando che qualche idea entri nella mia testa, appoggio la schiena di Maldensi al tronco di un albero e mi siedo accanto a lui.

<perché non vuoi baciarmi?>

Chiede lui appoggiando la testa sulla mia spalla sinistra. Come posso rispondere a questa domanda senza che si alteri? È ovvio che non voglio baciarlo perché... Non lo so nemmeno io il motivo. Non lo bacerei mai e basta. Non c'è un motivo.

<non è il momento>

So che offendendo una persona ubriaca si rischiano le botte ed è l'ultima cosa che voglio in questo momento. Potrei chiedergli qualcosa di più su suo padre e sui suoi sentimenti, sono davvero curiosa e so che non mi direbbe mai queste cose se fosse sobrio.

<mi racconti qualcosa su tuo padre? Cosa ti ha detto per farti credere che non ti sopporta?>

<a te che importa? Sei davvero interessata a me?>

Il suo carattere è di nuovo scontroso, come se io fossi tornata nei panni di Dylan. Non volevo farlo arrabbiare. Sono consapevole del fatto che domani non si ricorderà più nulla di ciò che è successo dopo aver bevuto una bottiglia intera di alcol, quindi posso dire qualsiasi cosa.

<si, mi interessi e vorrei sapere perché pensi che le persone se ne vadano da te per colpa tua>

Alza lo sguardo e si avvicina al mio viso, le mie guance si tingono immediatamente di rosso e deglutisco non capendo a che punto vuole arrivare. Avvolge le braccia intorno al mio corpo e appoggia la mia testa sul suo petto, per poi cominciare a parlare con voce dolce. Si sente che è ubriaco, ma il suo tono è calmo e si capisce perfettamente che in questo momento è serio.

<mio padre mi odia perché non sono come vuole lui, non sono il mago modello che prende sempre e solo voti alti e non sono il duro che fingo di mostrare. In realtà sono solo un lurido e debole ragazzino. Mi hanno persino bocciato qualche anno fa a causa del mio modo di fare, da quel momento in poi mio padre mi fece dare lezioni private da insegnanti pagati profumatamente e non avevo più una vita sociale. Anche la mia ex ragazza se ne andò da me perché non ero abbastanza per lei. È tutta colpa mia. Dentro mi sento uno schifo e scommetto che lo sono anche fuori>

Si, lo è anche fuori, ma non mi sembra il caso di dirglielo in questo momento.

Il silenzio continuo mi fa capire che ha smesso di parlare e non ha intenzione di continuare il discorso. Mi dispiace che lui si senta così, non l'avrei mai detto a giudicare dal suo comportamento.

<non posso andare avanti così. Perché ce l'hanno tutti con me? Perché deve essere sempre colpa mia?! Perché non sono come Dylan?! Lui è carismatico, intelligente, è circondato da persone che lo accettano per quello che è. Lo invidio! Lo odio! Perché non sono perfetto come lui?! Perche?!>

Mi allontano dal suo petto e lo abbraccio invertendo le posizioni. Ora la sua testa è tra la mia spalla e il collo.

Non ci posso credere! Lui odia Dylan perché vorrebbe essere come lui? Ora capisco il motivo di tanto disprezzo nei miei confronti. Mi dispiace davvero tanto, non l'avrei mai detto.

<perché provare invidia verso qualcun altro quando meglio di te stesso non c'è nessuno?>

L'ho detto davvero? Sono mie queste parole? Sul serio? Ho detto che meglio di lui non c'è nessuno? Ma che mi passa per la testa?!

La Principessa Di Alfagor// Wattys2020 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora