“Ehm… scusate, voi due? Mi sono forse perso qualcosa?”
Luke era visibilmente imbarazzato. Oltre che vederlo dalle sue guance leggermente spolverate di rosa, lo sentii dentro. Io ed Ashton ci staccammo quel tanto che bastava per guardarci negli occhi. Inizialmente ci sciogliemmo in un sorriso. Poi, scoppiammo a ridere di gusto.
“Sì, amico. Non so se ne eri al corrente, ma tua sorella ha uno strano modo di fermare le persone”
Quella volta ci sorridemmo, in maniera meno divertita, ma più dolce. Mi girai verso Luke. Anche lui alla fine sorrise. Ora le sue paure infondate si erano dissolte, come una goccia d’acqua nell’oceano. Esistevano ancora, sì. Soltanto, erano naufragate chissà dove.
“Forza, voi due” dico gesticolando “dobbiamo finire di preparare i bagagli. Poi, dritti al Reynolds”
Mi sentii forte, allora, più risoluta che mai. Invincibile, quasi. Sorrisi, fiera di me stessa, di Luke, di Ash, di tutti noi. Fiera delle nostre menti e dei nostri cuori. Sorrisi felice. Felice di essere al mondo, in questo dannato, schifosissimo mondo, che improvvisamente smise di farmi paura.
Ashton si diresse in camera, scrollando la testa, quasi volesse prendermi in giro. Anche Luke ci seguì, affiancandomi, cingendomi la vita da dietro.
“Uhm, vediamo. I miei vestiti. Le mie scarpe. I tuoi vestiti. Le tue scarpe. Qualche cappello. Sì, direi che abbiamo tutto”
Era stata la valigia più rapidamente ben fatta della mia vita. Afferrai un braccialetto elastico di Ashton, e mi feci una coda alta. C’era davvero troppo caldo, e i miei capelli erano veramente troppo lunghi.
“Luke? Tu hai tutto?” chiesi, voltandomi verso mio fratello, mentre davo gli ultimi ritocchi alla mia coda ben fatta.
“Sì, io ho tutto, ma… da dove viene quel braccialetto?”
Seguii la linea tracciata dai suoi occhi, e ricaddi con lo sguardo sul braccialetto che mi aveva regalato Ashton. Non me lo ero mai tolto, da quel giorno di Natale dell’anno appena passato. Sorrisi. Vidi Ash dileguarsi rapidamente dalla stanza, con la valigia ben stretta nella mano. Mi avvicinai a Luke, e lo abbracciai. Capii che ne aveva bisogno.
“Un regalo di Ashton. Per Natale” spiegai brevemente.
Non avrebbe avuto senso spiegargli tutta la storia dello yin e dello yang, cosa aveva significato per me ed Ash. Non avrebbe avuto senso spiegargli il senso di quel braccialetto, non ancora. Avrei soltanto fatto riemergere le sue parole, e quello non era né il momento né il luogo adatto per farlo.
Luke mi sorrise, accarezzandomi una guancia. Poi, raggiungemmo Ash in salotto. Era pronto, lui, sommerso dalla valigia e dalle borse. Sorrideva contento, rendendosi probabilmente conto di quanto fosse buffo in quel frangente. Ridacchiai, e Luke lo prese in giro. Ashton si mostrò altezzoso e non ribatté, rendendosi ancora più ridicolo. Questa volta, scoppiai a ridere.
“Forza, andiamo. Il nostro presunto Harry ci sta aspettando” rammentai loro, varcando la soglia.
La macchina era stracolma di roba. Era una vecchia Peugeot, la macchina di Ashton, sgangherata e in vena di tirare le cuoia. Dopo il viaggio a Sydney, l’avevamo evidentemente stancata. Non aveva retto le emozioni, i baci, le canzoni. Non aveva retto la paura e l’angoscia, e nemmeno le lacrime e la tristezza, quel pezzo di metallo ben assemblato.
Luke era seduto di fianco ad Ashton. Avevo insistito per stare dietro, da sola. Dissi che era per nascondermi meglio, ma in realtà volevo avere sufficiente spazio vuoto attorno per potermene restare assorta nei miei pensieri. E vi giuro, ne avevo tanti, in quel momento, che scorrazzavano folli per la mia testa, senza chiedere il permesso o dare la precedenza a nessuno. Qualcuno cozzò contro qualcun altro, facendo scintille. Sentii che tremavo, ma non dissi nulla.
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Ricordaglielo anche quando in cielo brilla il sole
FanfictionHo iniziato a scrivere questa storia il 25 aprile 2014 alle ore 21:09 e 28 secondi. Non so ancora quando metterò la parola "fine", ed anche se sono curiosa di sapere quando ciò avverrà, so che quello è un momento ancora lontano. Vorrei potervi dire...