Erano passati pochi minuti da quel nostro breve tuffo nel passato, quando vidi Harry socchiudere gli occhi, concentrando il suo sguardo su di un punto a lato della strada. Lo guardai, incuriosita, ma quando riconobbi il tratto di strada in cui ci trovavamo, un sorriso incorniciò le mie labbra.
“Ma quella… non dirmi che…”
“Sì, Harry, quella è la tua tomba”
La frase suonava incredibilmente ironica, ora che tutto era sistemato, che Harry era qui di fianco a me e non carbonizzato chissà dove. Ripensando però a tutte le lacrime che quel piccolo appezzamento di terreno aveva visto piovere su di esse, l’immagine appariva decisamente più raccapricciante.
La guardò con gli sbarrati dallo stupore. Probabilmente non se lo aspettava, che qualcuno avesse eretto un monumento, seppur piccolo, in suo onore. Tuttavia, eccolo lì, ben visibile di fronte ai nostri occhi.
Accostò lungo il ciglio della strada. Ero tentata di protestare, quando vidi la macchina di Ashton mettere le doppie frecce e accostare a sua volta. Luke aprì la portiera e si sporse fino a metà busto, agitando una mano. Gli feci cenno di stare calmo. Però, qualunque cosa Harry dovesse dirmi, doveva fare in fretta. Il tempo a nostra disposizione era davvero agli sgoccioli.
“Quella tomba, Dafne… dimmi, sei stata tu a crearla, vero?”
Mi guardò dritta negli occhi, e io mi sentii nuda, sotto quello sguardo. Osservai la piccola croce bianca situata a pochi metri da noi, e una lacrima mi scappò, scendendo imperterrita fino a toccare il fondo della macchina di Harry. Su quella croce vi era incastonata una foto di Harry. 1994-2012, recitava. Sotto la sua foto, avevo fatto una piccola incisione, vergata in una minuscola scrittura di colore dorato. “Alla memoria del mio migliore amico, nonché luce dei miei occhi. Ti amo, piccolo. Ti amerò per sempre”
“Dafne…”
“Sì, Harry, l’ho fatta io, ma non solo. Anche i ragazzi hanno contribuito a costruirla. Ti sembrerà pazzo, ma quella cosa è fatta di granito levigato accuratamente. Ci sono volute settimane per realizzarla, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Tutti volevamo incidere qualcosa, ma alla fine… beh, hanno lasciato l’onore a me”
Vidi Harry sorridermi, per poi accarezzarmi una guancia. Mi beai del tocco caldo della sua mano. Niente, in quel momento, avrebbe potuto sciogliere i miei nervi più della sua mano. Stavo per dire qualcosa, qualcosa che suonasse tipo “ti amo” o “mi sei mancato così tanto, Harry”. Qualcosa di trito e ritrito, che però venne soffocato dal rumore del clacson di Ash. Sorrisi, guardando il mio Mercurio sbracciarsi, sorridente, dal finestrino.
“Forza, sarà meglio che andiamo” dissi. Sentii Harry ridacchiare, prima di rimettersi in marcia.
Passò un’altra buona decina di minuti. Nessuno dei due parlava. Ci limitavamo, semplicemente, a godere l’uno della presenza dell’altra. Forse era questa, la chiave del nostro rapporto, del nostro amore. Riuscire a comunicare senza che nessuno dei due avesse bisogno di proferir parola. Era tutto un leggere i segnali, le immagini, i versi scappati per caso. Era tutto uno studio, potremmo dire. Uno studio affinato con il tempo.
“Dafne, sulla mia… tomba, ecco, c’erano delle rose, vero? Un tripudio di rose. Non me le sono sognate, o forse sì?”
Scoppiai a ridere, una risata sguaiata che giunse sulle mie labbra dal profondo del mio cuore.
“Mi dispiace doverti dire che sei in preda a delle forti allucinazioni, mio caro Harry” dissi, seria, con un sorriso beffardo in volto, come se mi stessi prendendo gioco di lui.
Lo vidi staccare una mano dal volante e portarsela fra i capelli, grattandoli bruscamente. Aveva la testa leggermente inclinata di lato. Era come se avesse capito che c’era una falla, da qualche parte, senza che tuttavia riuscisse a capire dove.
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Ricordaglielo anche quando in cielo brilla il sole
FanfictionHo iniziato a scrivere questa storia il 25 aprile 2014 alle ore 21:09 e 28 secondi. Non so ancora quando metterò la parola "fine", ed anche se sono curiosa di sapere quando ciò avverrà, so che quello è un momento ancora lontano. Vorrei potervi dire...