13. FIORI

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“E quello?” chiesi indicando il mazzo di fiori che rientrava nel mio campo visivo, scalciando per convincere Harry a mettermi giù. Lo fece, e di quello non posso lamentarmi, ma di malavoglia. Sembrava riluttante, come se in un unico abbraccio volesse recuperare quelli persi in due anni.

“Oh, ehm… era il mio regalo di compleanno… insomma, diciotto anni si compiono una sola volta nella vita. So che non è molto ma… ecco… ti rappresentava. Ci rappresentava”

Si passò una mano fra i capelli. Sembrava estremamente pensieroso, come se stesse soppesando accuratamente le parole che uscivano fuori dalle sue labbra. Sorrisi. Era sempre stato così, Harry. Lento, nel parlare, come se compiere quel determinato gesto gli costasse una fatica immane.

Raccolsi il mazzo di fiori, e inspirai il cocktail di profumi che emanava a fondo. Diedi una breve occhiata, e notai che c’erano tutti. Proprio tutti.

“Nontiscordardimé, simbolo del ricordo e della memoria. Da riservare alle persone più care. Secondo una leggenda medievale, il nome di questo fiore venne dato da un cavaliere, il quale stava passeggiando con la sua fidanzata in riva al fiume, raccogliendo piccoli fiorellini blu dal prato. Scivolò e cadde in acqua. Prima di annegare a causa della pesante armatura, fece in tempo a gettare il mazzo di fiori appena raccolti alla sua fidanzata, gridandole: “non ti scordar di me”.

L’iris è invece un augurio, un incoraggiamento ad affrontare la vita e il futuro dopo le difficoltà riscontrate nel passato e nel presente. L’iris viola è simbolo di sapienza; bianco, di purezza; quello blu, sta invece ad indicare fede e speranza. Il suo nome, in greco, significa “arcobaleno”, figura rappresentata nella mitologia greca dalla Dea Iris.

La margherita, invece, è simbolo di sincerità e irreprensibilità. È un elogio alle numerose virtù, tante quante sono i petali di ogni fiore. Personalmente, preferisco vederla come una promessa di amore fedele. In una leggenda celtica, si narra che gli dei avessero sparso a terra le margherite, simbolo di innocenza, per alleviare il dolore ai genitori dei bambini morti durante il parto.

Nella mitologia greca si narra che il Papavero fosse il fiore della consolazione. Questo significato deriva da un episodio legato alla figura di Demetra, la Dea dei campi e dei raccolti. Si racconta, infatti, che la dea abbia riacquistato la sua serenità, dopo la scomparsa della figlia, solo dopo aver sorseggiato infusi prodotti con i fiori di Papavero. Il papavero è simbolo di consolazione, ma anche di semplicità, lentezza, dubbiosità, sorpresa, storditezza, sonno eterno, oblio e immaginazione. Vanno poi catalogati per colore: i papaveri gialli sono simbolo di ricchezza e successo; quelli bianchi di consolazione, sonno e sventura; quelli rosa, di serenità e vivacità, mentre quelli rossi sono simbolo dell’oblio, del sonno, dei sensi e del cuore.

Il fiore di gelsomino, secondo Aimè-Martin, è stato creato apposta per quelle persone amabili, di carattere splendido; persone che vivono nella società per arricchirla dal punto di vista morale. Il gelsomino bianco sta a significare amabilità ed affetto, ed è più comunemente conosciuto come il fiore della timidezza, per chi vuole esporsi, dichiararsi, senza però strafare; quello del Madagascar rappresenta invece la felicità matrimoniale; quello rosso, follia e gioia. E, per finire, troviamo giallo, simbolo di eleganza, candore, gentilezza e nobiltà.

Poi, uhm, abbiamo le viole. La viola del pensiero simboleggia un pensiero profondo e romantico; quella Mammola, la modestia. Infine, troviamo la violetta africana, simbolo di umiltà e modestia.

Il fiordaliso è un fiore un po’ più complesso degli altri. Sta a rappresentare la beatitudine solitaria. Personalmente, amo pensare che rappresenti anche il silenzio. Quel silenzio che da inspiegabilmente voce alle risposte che stai cercando”

Ricordaglielo anche quando in cielo brilla il soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora