8. SENSAZIONI

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Le parole di Ashton mi fecero sorridere. Sorrisi, mentre i raggi del sole si riflettevano sulla superficie cristallina del mare per entrare nei miei occhi lacrimanti. Piangevo, e non per la tristezza, o per la malinconia che, di tanto in tanto, diventavano padrone del mio corpo: piangevo di gioia. Perché sapevo chi aveva detto quelle parole. Sapete, me lo vedevo davanti agli occhi, mio fratello che, prima di chiudersi la porta della casa di Ash alle spalle, si gira e gli dice di ricordarmi quanto mi ama. Lo faceva sempre, era un suo vizio. Di tanto in tanto, specialmente di notte, quando pensava io dormissi, veniva lì e mi sussurrava “ti amo, non dimenticarlo mai”.

Sentii Ash stringermi forte a sé, come soleva fare, accarezzandomi i capelli con una lentezza che molti avrebbero definito estenuante. Ma a me quella lentezza piaceva. Avevo sempre condotto una vita frenetica, ricca di imprevisti, di colpi di scena del tutto indesiderati. Un po’ di calma non mi avrebbe certo nuociuto. I gesti lenti di Ashton non mi davano mai sui nervi, anzi, me li scioglievano, proprio come si potrebbe fare con una fune annodata su se stessa.

“Sai, Ash, una volta io e Luke venimmo al mare insieme, da piccoli, con nostra madre. Era una giornata di sole più calda delle altre, e la sabbia era bollente. Mamma correva insieme a noi, sulla sabbia, sembrava spensierata e giovane come non mai. Arrivammo in riva al mare, e mamma mi lanciò in acqua. Luke si arrabbiò tantissimo, pensava volesse uccidermi. La sera prima avevamo guardato un film poliziesco dove era stata inserita una sera più o meno simile. Mamma scoppiò a ridere, e quando sbucai fuori dall’acqua, dopo aver assistito alla scena, scoppiai a ridere anche io. Quando Luke si girò verso di me, vidi che aveva gli occhi lucidi. Mi raggiunse in acqua, mi abbracciò e scoppiò a piangere. Continuava a ripetermi “non avere paura Dafne, ci sono io con te, ci sono io con te” e mamma ci guardava con gli occhi sbarrati. Sapeva che i gemelli hanno un legame più forte di quello che potrebbe instaurarsi fra normali fratelli, ma fra me e Luke i valori erano ulteriormente raddoppiati. A un certo punto scoppiai a piangere anche io, e sai perché? Perché in un punto imprecisato della mia testa, sul fondo, sentii un dolore sordo. Un senso di perdita atroce, di quelli che l’anima te la strappano fino a ridurtela in brandelli. Non era il mio senso di perdita. Apparteneva a Luke. In quel momento, riuscii a sentire le emozioni che provava mio fratello. Era già successo altre volte, ma quella fu la prima volta che me ne capacitai. La prima volta che capii di cosa si trattasse.

Con il passare del tempo la cosa non si affievolì proprio per niente. Un giorno, appena misi piedi fuori casa, sentii un dolore lancinante al braccio. Avevo appena salutato Luke, e stava bene. Stava riordinando lo scaffale della mia libreria. Rientrai immediatamente, e lo trovai per terra, accasciato ai piedi della scala, il braccio destro stretto in una mano. Alla fine non si rivelò essere nulla di grave. Una semplice botta, non si parlava neanche di microfratture o distorsioni. Insomma, era stata davvero una cosa da poco.

Bene o male, sentivo sempre qualcosa. Anche quando stava bene, in fondo alla testa, in quel solito punto, sentivo un senso di gioia, di pace, di armonia. Non mi sono mai sentita vuota. Quando le mie emozioni decidevano di restarsene a dormire, mi inebriavo di quelle di Luke”

Dovevo concludere il mio discorso, ma non ci riuscivo. Le parole mi si bloccavano in gola. Un nodo mi stava strangolando, un nodo che ben presto si sarebbe sciolto.

“Hebe? Cosa stai cercando di dirmi?”

Anche Ashton si era improvvisamente fatto serio, molto meno spensierato di quanto non fosse prima. Lo vidi tentare di intercettare il mio sguardo, ma non glielo permisi.

“Hebe…”

“Da una settimana a questa parte, le emozioni di Luke non le sento più. Cioè, no, a volte le sento. Solo che sono sempre di rabbia, frustrazione, tristezza. Sono nostalgiche, e, il più delle volte, apatiche. Ho paura, Ash, perché so che gli sta capitando qualcosa. Qualcosa di ancor peggiore di quanto non fosse già”

Ricordaglielo anche quando in cielo brilla il soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora