21.

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Casa Gallagher non era mai stata così silenziosa. L'oscurità spadroneggiava creando ombre scure intente ad avvolgere l'intero mobilio, la fioca luce proveniente dall'esterno non riusciva a scalfire quell'armatura di buio e silenzio che si era stretta attorno a quelle quattro mura. Ian cercava a tentoni le scale, non lo vedeva, ma sentita dietro di se la presenza di Mickey, lo immaginava stanco, provato, rabbioso. Continuava a ripensare a quello sguardo spento che gli aveva riservato solo qualche attimo prima, davanti all'immagine del padre trionfante che entrava in casa sua. Per quanto si sforzasse di non pensarci, quello sguardo lo stava torturando, per questo non aveva voluto accendere la luce, e se quello sguardo fosse stato ancora lì? Raggiunse il primo scalino e solo allora decise di voltarsi, non voleva lasciarlo indietro, lui non lo avrebbe fatto. 

Mickey camminava piano verso le scale, con una mano si reggeva al divano, con l'altra continuava a torturarsi la felpa, guardava a terra e non aveva alcuna intenzione di alzare lo sguardo. Quel figlio di puttana aveva deciso di tornare a tormentarlo, non bastavano le minacce, i pugni e gli insulti, doveva per forza rovinargli la vita. Lo aveva capito nell'esatto istante in cui aveva visto la prima volante, Terry non gli avrebbe mai permesso di vivere una vita felice, non dopo quel che aveva fatto al battesimo. Prima che potesse capire dove stesse andando, qualcosa lo centrò dritto al ginocchio, imprecò barcollando all'indietro mentre le mani di Ian correvano sulla sua schiena per soccorrerlo. "Vaffanculo a te che non hai acceso la luce." Borbottò lasciandosi sorreggere, vide distintamente il sorriso del ragazzo, sembrò illuminare la stanza per un attimo, ma non era abbastanza, il buio non avrebbe perso così facilmente. "Secondo te perché l'hanno messo ai domiciliari?" Chiese il rosso con voce fioca, quasi intimorito, Mickey intuì che forse non voleva seccarlo "Perché sono stronzi, Ian. Perché viviamo in un mondo del cazzo dove i buoni non vincono mai. Anzi dove nessuno vince mai." Rispose, lo sguardo fisso nel buio di quella casa avvolta nel silenzio. "Andiamo a dormire." Aggiunse poi, spingendosi verso le scale, esortando così l'altro a fargli strada.

La stanza sembrava più cupa del solito e Ian decise che la colpa doveva essere dello sguardo di Mickey. Mai avrebbe pensato di poter vedere tanto terrore negli occhi di un Milkovich, soprattutto non di Mikhailo Milkovich, si ritrovò ad odiare Chicago e le sue fottute leggi perché avevano permesso un oltraggio del genere. Mickey d'altro canto non riusciva a smettere di pensare a Mandy, chiusa dentro quella casa maledetta con l'uomo peggiore sulla faccia della terra, chissà cosa le stava facendo passare. Maledì Iggy e Colin perché non erano lì con lei, si maledì per essere fuggito e maledì quel tipo che la sorella frequentava, Thomas, perché, anche se forse in quel momento era con lei, non valeva un cazzo e Terry gli avrebbe spezzato le ossa. Maledì anche Ian perché lo aveva trascinato via, si era preoccupato per lui e non aveva pensato a Mandy, la sua migliore amica, come aveva potuto farlo? E lui come aveva potuto non correre dagli sbirri e urlare che stavano commettendo un grave errore? Terry non meritava i domiciliari. Preso dalla rabbia tirò un calcio alla prima cosa che gli capitò sotto i piedi, l'eco di un rumore metallico si disperse tra le pareti della casa, dalla stanza accanto si udì un borbottio indistinto, ma nessuno dei due ci fece molto caso, troppo presi dalle proprie preoccupazioni.

"Pensi che starà bene? Mandy dico...pensi che le farà del male?" La voce flebile di Ian andò a congiungersi con i pensieri del moro, ma non seguì nessuna risposta. Mickey non lo sapeva, non voleva scoprirlo, ma non poteva restarsene con le mani in mano ad aspettare il sorgere del sole solo per scoprire quanto il padre fosse feroce. "Dobbiamo chiamare qualcuno. I servizi sociali, le guardie, un accalappiacani. Qualsiasi cosa porca puttana. Devono portarselo via." sbottò il ragazzo mordendosi le labbra. Ian avrebbe voluto rispondere che sarebbe stato strano per i poliziotti trovarsi una denuncia da parte di un morto, ma non ebbe il tempo di farlo perché il suo telefono prese a vibrare e si distrasse, per disappunto del moro "Ma sì, Gallagher, è proprio il momento per controllare le tue fottute e-mail." Per tutta risposta Ian alzò l'apparecchio, la luminosità dello schermo era al massimo e Mickey dovette coprirsi gli occhi per evitare di restare cieco "Non è un e-mail, è un SMS, di Mandy. Dice che gli sbirri sono appena andata via, Terry si è chiuso in casa dopo averli sbattuti fuori" uno sbuffo da parte del moro "Lo vedo, Sherlock. Sta andando a casa di Thomas...Cristo Santo, ma sono impazziti tutti?! Quel fottuto bastardo si è appena preso la nostra casa e lei se ne va a dormire dal fidanzatino! Dev'essere un qualche fottuto scherzo." un altro calcio, un altro rumore metallico, un altro borbottio dalla stanza accanto. "Così sveglierai tutti, coglione. Senti tu devi riposarti ora, okay? Domani vado alla stazione e chiedo spiegazioni." lo prese per le spalle, sperando vivamente che il più basso non alzasse lo sguardo, cosa che in effetti non accadde. "E se scoprissi che non andrà più in carcere? Cosa farò dopo?" la voce di un bambino prese il posto del tono rude tipico di Mickey, ad Ian parve quasi di star parlando con Yevgeny, strinse un po' di più la presa "Anche se fosse, Terry è chiuso in quella casa e tu sei qui, non permetterò che ti si avvicini. Se qui non è abbastanza lontano, troveremo un altro posto. Mandy starà bene, lei se la sa cavare, i tuoi fratelli sanno come gestirlo e tu non dovrai avere niente a che fare con lui, faremo finta che non ci sia." 

"Verrà a cercarmi, Ian." mormorò in risposta il moro, la voce smorzata da un fastidioso groppo in gola "Non lascerà che io gli rovini la reputazione così. Rovinerà la vita anche a te e...lui mi porterà via tutto." Quelle parole uscirono come un fiume in piena, riempirono quella stanza buia di dolore, un dolore che, Ian sapeva, era il risultato di più del semplice ritorno del padre. C'era qualcosa che lo spingeva a credere che Mickey non avesse passato solo un'infanzia infelice e tre anni d'inferno in quel carcere, c'era qualcosa di più che forse era rimasto chiuso in una di quelle celle fredde, e forse Terry lo aveva portato fuori con se, forse Mickey aveva ragione, quell'uomo voleva distruggerlo su tutti i fronti. Ma lui non lo avrebbe permesso, stavolta toccava a Ian prendersi cura di Mickey ed era determinato a tener lontano quel qualsiasi-cosa-fosse, cosicché non avrebbe più rivisto quello sguardo negli occhi del suo ragazzo. "Milkovich, se solo si azzarda ad avvicinarsi a te, Terry è un fottuto uomo morto, okay? Deve passare sul mio cadavere prima. Cazzo non si deve permettere nemmeno di pensarla una merda simile. Te lo prometto." Prima che potesse riprendere aria, le labbra di Mickey furono sulle sue, poi sulla sua spalla, dove sostarono per lungo tempo. Ian lo strinse tra le braccia, inspirò quell'odore di Mickey che tanto amava, deciso a non lasciarlo più andare. Mickey si strinse a lui il più possibile, aveva bisogno di un'ancora di salvataggio, come se da quell'abbraccio ne dipendesse la vita. Sapeva che da lì a poco sarebbero tornati gli attacchi di panico e con loro tutti i ricordi che aveva cercato di allontanare con un'evasione improvvisata, ma al momento non voleva pensarci. Era troppo da assimilare, e poi magari quella sarebbe stata la volta buona.

"Comunque non avresti speranze contro Terry." mormorò contro la spala del più alto, una risatina nervosa riempì la stanza "Vaffanculo. Sono più forte di quello che credi" le risate ripresero, stavolta anche Mickey vi prese parte "Con quella faccia? Per favore" "Hey, potrei anche essere un serial killer, non puoi saperlo." "Ian, se i serial killer fossero come te il mondo sarebbe pieno di coniglietti e arcobaleni." sorrise leggermente il moro, piegando la testa di lato per poter lasciare un bacio sul collo del suo ragazzo "Forse non sarebbe così male, no?" Mickey si prese un attimo di pausa, assaporò il momento, prima di rispondere "Farebbe abbastanza schifo, checca." "Già, forse hai ragione" Altre risate, stavolta più vere, dalla stanza accanto arrivarono colpi sul muro. Tornò il silenzio, interrotto solo dalle risatine soffuse dei due. La stanza non sembrava più così buia, anche se gli angoli in ombra non cedevano, quei due corpi abbracciati in mezzo alla stanza emanavano una luce lieve, quasi impercettibile, ma abbastanza potente per allontanare la paura anche solo per una notte. 
"Ti amo."
"Oh sì, puoi dirlo forte."

Sono in super ritardo, lo so, ho avuto un periodo impegnativo e non sono riuscita a gestire il tutto come avrei voluto. COMUNQUE mi è appena passato il blocco creativo e, so che non è un granché come inizio, ma non sono riuscita a fare di meglio.
ORA VORREI SOLO RINGRAZIARVI PER AVER CONTINUATO A LEGGERE QUESTA MIA FAN FICTION UN PO' IMPROVVISATA, anche se so che nessuno legge le note dell'autore quindi shh.

INTANTO LE RIPRESE DI SHAMELESS 9 STANNO ANDANDO ALLA GRANDE EH?
AVETE VISTO IL VIDEO DI CAM DAVANTI CASA MILKOVICH? C'È TERRY GENTE. TERRY FUCKING MILKOVICH. Inoltre, giusto a titolo informativo, la nuova stagione di Shameless sarà divisa in due parti (9A a settembre e 9B nel gennaio 2019) e avrà BEN 14 EPISODI, due in più del normale. Significa la fine? Non lo sappiamo. Intanto godiamoceli.

ADDIO.

Aspetterò | GallavichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora