Era una domenica mattina e i due ragazzi pigravano abbracciati nel loro lettone caldo, in fondo non dovevano lavorare e se lo potevano permettere. In un attimo indefinito della notte Mickey si era girato per trovarsi con il volto appoggiato al petto nudo del rosso che lo aveva stretto a se con un braccio ed erano rimasti così fino alla mattina. Nessuno dei due dormiva realmente, ma non osavano aprire gli occhi almeno finché uno dei due non si fosse annoiato e avesse cercato di svegliare l'altro con una scia di innocenti baci che andava dal collo fino alle labbra. A quel punto l'altro avrebbe aperto gli occhi e avrebbero iniziato a scambiarsi quelle effusioni che a Mickey non piacevano, ma che in quel momento erano la cosa più bella che avesse mai provato.
Era questo che Mickey pensava quando era in carcere, gli piaceva stare sdraiato sulla sua branda ad immaginarsi attimi di una vita che non poteva avere. Pensava al volto tanto amato del ragazzo, al suo sorriso sbilenco e a quegli occhi da alieno circondati da adorabili lentiggini e...e poi si rialzava infuriato. Non solo Ian lo aveva abbandonato, ma lo faceva sentire una ragazzina che pensa alla sua prima fottuta cotta. E comunque, pensava, Ian stava davvero dormendo in un bel lettone caldo, abbracciato ad un uomo che non era lui e con il quale si era addormentato la sera prima. A quel punto Mickey perdeva davvero le staffe, prendeva da parte il suo compagno di cella e cercava di sbollire dando sfoga ai suoi istinti, in realtà odiava farlo, per lui era come tradire Ian, ma anche lui era un uomo e aveva le sue necessità e poi non si faceva scopare, era lui l'attivo, non era come un vero tradimento. Comunque dopo quella "botta e via", come le chiamava lui, avrebbe combinato qualche altra cazzata e sarebbe finito in isolamento, qualcuno avrebbe preso la sua cella e a lui ne sarebbe toccata una nuova, con un nuovo compagno e sempre la solita foto che gli ricordava quanto in realtà fosse debole.
Con questi pensieri che gli frullavano in testa ovviamente Mickey quella notte non riuscì a dormire, anche il respiro del suo ragazzo che andava ad infrangersi caldo contro il suo collo e il ginocchio così pericolosamente vicino al pacco, di certo non aiutavano.
Ian Gallagher invece dormiva e aveva uno dei suoi sorrisi più belli stampato sul volto, lo faceva impazzire quella visione. Come poteva una cosa così bella essere tanto sbagliata? Ian si meritava di dormire in un letto con l'amore della sua vita al suo fianco che lo coccolava e lui, almeno per ora, non poteva dargli che quel pavimento polveroso in quella casa diroccata mentre fuori i poliziotti impazzavano alla sua ricerca e probabilmente non era nemmeno domenica.
Lo guardava dormire e la sua mente correva a quei bellissimi dipinti antichi che le maestre d'arte cercavano di spiegare a bambini ancora troppo immaturi per capirne la bellezza ed Ian era l'angelo caduto a cui qualcuno aveva fatto un torto, forse invidioso della sua bellezza, e troneggiava in quel dipinto bello come il sole mentre un filo di luce polverosa gli illuminava il rosso dei capelli. E Mickey? Lui era lo sbaglio che il pittore cerca invano di coprire o semplicemente il criminale che ruba il dipinto e lo tiene lontano dagli sguardi indiscreti del mondo, lontano dal suo pittore e da tutti quelli che lo ammirano ogni giorno...
Perché cazzo stava pensando quelle cose? Si meritava la felicità. Meritava di stare con la persona che amava. Era stato Ian a scegliere quella vita perché lo amava. Amava lui, non Caleb, non Kash o qualche altro coglioncello. Aveva scelto Mickey ed era giusto che ora Mickey lo tenesse con se. Eppure c'era qualcosa di estremamente sbagliato.
Piegò la testa di lato e posò le labbra tra i capelli del ragazzo resi ispidi da tutta quella polvere e quell'umidità, chiuse gli occhi e si immaginò la domenica mattina perfetta. Il sorriso di Ian, i baci, le coperte sgualcite..."Mick..." mormorò nel sonno il più piccolo, girandosi appena per poter stringere il corpo dell'altro.
Tutto ciò che trovò fu una felpa sudicia e un pavimento polveroso.
Aprì gli occhi e si mise a sedere, ancora intontito e con il cuore che batteva a mille. "Mickey? Cazzo, non è divertente. Vieni fuori."
Silenzio.
"Mick?" La voce del rosso si fece più cupa, il cuore parve fermarsi e poi ripartire quando finalmente un rumore squarciò quel silenzio. Ian balzò in piedi e si diresse verso la fonte del rumore. Con passo tremante si avvicinò al ragazzo "Credevo te ne fossi andato, non sai che colpo. Non farlo mai più, stronzo."
Il ragazzo si voltò a guardarlo, occhi grigi incontrarono i suoi, una barba ispida copriva il suo volto invecchiato. Il sorriso si spense a quella visione.
"Tu sei Ian, vero? Il moro ha detto di darti questa." affermò l'uomo tendendo la mano verso Ian "Sbrigati a filare, non è posto per fighette questo."
Ian afferrò il foglio che l'uomo gli stava porgendo. C'era lui che sorrideva alla telecamera, meno rughe e meno cicatrici, un sorriso senza pensieri, un ragazzo senza malattia e con un cuore integro che batteva al pieno delle sue capacità."Vivi una bella vita, firecrothc".
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Aspetterò | Gallavich
Hayran KurguA tre anni dal fatidico arresto, la vita di Ian Gallagher torna inevitabilmente a scontrarsi con quella di Mickey Milkovich e nuovi avvenimenti arrivano a scalfire la nuova armonia che si è creata. ALLERTA SPOILER! FINALE ALTERNATIVO STAGIONE 6