Andrea. Quello era il nome che le rimase in testa per tutta la sera. E si era anche comportata in modo diverso, come a cena. Di solito non mangiava molto ma non voleva dare un dispiacere ad Anne e così mangiava tutto. Ora non più. Le sembrava di aver mangiato troppo anche se non aveva minimamente toccato cibo. Rimaneva lì con la forchetta in mano a smistare il cibo e a fissare il piatto e Carla, la nonna di Lucy, si preoccupò.
- Stai bene Hèlen?-
- Mh? S-si, è che il viaggio mi ha scombussolata un po'.- mentì.
- Puoi andare anche in camera a riposare se vuoi e se non te la senti di mangiare, non è un problema.- disse Anne sempre sorridente e sincera. Hèlen sorrise e li ringraziò, si alzò e andò nella camera che Carla e Luca avevano lasciato sempre per lei. Un letto matrimoniale, un comodino, un armadio e una scrivania interamente in legno erano stati messi ordinatamente in una piccola stanza ma accogliente con un piccolo balconcino in cui lei ci aveva passato molte sere a guardare il cielo. Ora però quei muri bianchi non le piacevano, troppo monotoni. E aveva voglia di disegnare, una voglia matta, ma non voleva ritornare giù a prendere fogli e matite. Poi, scorse in un angolo della stanza, sotto la scrivania della pittura per muro e vari pennelli. Non ci pensò nemmeno e, non seppe con quale forza, riuscì a spostare il letto dal muro. Si cambiò e mise dei vestiti che usava sempre per fare dei lavori, leggings e maglia di un nero sbiadito. Prese il contenitore di vernice e lo mise vicino a dove avrebbe lavorato, raccattò tutti i tipi di pennelli che c'erano e si sedette a terra. Appena tolse il coperchio della vernice si sentì sprofondare. Blu notte era il colore all'interno e le ricordò gli occhi di Andrea, così belli e magnetici. Scosse la testa e cominciò a fare la base di un mandala che si estendeva su tutta la parete, perdendosi nel suo mondo.Non sapeva esattamente quanto tempo fosse passato, forse due o tre ore, quando disegnava perdeva la condizione del tempo, ma la porta si aprì ed entrò Nalini. Hèlen si alzò in piedi e osservò il suo lavoro ancora incompleto ma che la soddisfaceva.
- Bello, anche a mia sorella piaceva fare i mandala.-
Hèlen sorrise.
- Allora, parlami un po' di questa ragazza.-
- R-ragazza?-
- Si, quella che ti piace.-
- T-tu...-
- Si, so che ti piacciono le ragazze, lo vedevo. I ragazzi non ti sono mai importati molto. Allora, com'è?-
- È gentile, fantastica, spiritosa, piena di energia e di vita.- disse buttandosi sdraiata sul letto.
- Ha degli occhi di un blu grigio così intenso che ti droga!-
Nalini sorrise e si sedette affianco alla nipote che subito le fece una domanda.
- Come sai che mi piace qualcuno?-
- Ho sessantacinque anni figliola, quella luce che hai negli occhi la conosco bene. Abita qui?-
- Si. E quando ce ne andremo non la vedrò più.-
- Non dire così, non è detto. E poi qui ci sono tante tecnologie, potete sempre tenervi in contatto. Come facevamo io e tuo nonno che ci mandavamo messaggi in codice.- e nel dirlo rise leggermente e Hèlen fece lo stesso.
- Si, mi ricordo la storia.-
- Prega gli dei se ci tieni tanto Leela, ci sono sempre loro per aiutarti.-
Hèlen si mise a sedere e abbracciò la donna che ricambiò. La ragazza sentì la seta del sari bianco e oro sotto i polpastrelli e la nostalgia la travolse. Nalini non aveva mai messo vestiti europei, nemmeno una volta e Hèlen ne fu sempre felice, poiché le ricordava la sua terra e i bei momenti passati insieme, ma che ora erano solo dei ricordi.Sentì un peso improvviso all'addome e un colpo che la fece svegliare all'istante.
- Porca Eva Lucy! Si può sapere perché cazzo di motivo mi salti addosso così!?-
- Buongiorno! Dai muoviti e alzati che andiamo in spiaggia!-
Lucy se ne andò in camera sua a prepararsi, lasciando l'indiana mezza assonnata. In mezz'ora si prepararono tutti e uscirono, tranne Nalini, Clara e Luca che rimasero a casa, come sempre d'altronde. Di Andrea non ci fu traccia quel giorno, non che la cosa fece stupire Hèlen. Succedeva sempre così: conosceva qualcuno, parlavano un po' e il giorno dopo quella persona non esisteva più.
- Ehi, sei da sola?-
Hèlen alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo per tutto il tempo e si ritrovò davanti un ragazzo dai capelli biondi e occhi azzurri, il corpo muscoloso ma non troppo, adatto a lui pensò lei.
- No, sono con la mia famiglia.- disse lei ritornando a leggere.
- C'è una donna laggiù che sta provando a richiamare la tua attenzione.-
Hèlen alzò lo sguardo di nuovo e guardò nel punto indicato dal ragazzo. Anne era in acqua e le fece un pollice in su come ad incoraggiarla a parlargli. La sfiga di essere lesbica non dichiarata.
- Cosa vuoi?-
- Ti vedevo sola e pensavo di farti compagnia essendo solo anch'io.-
Hèlen sospirò e gli fece posto sull'asciugamano e lui si sedette affianco alla ragazza.
- Come ti chiami?-
- Indira. Tu?-
- Stephan. Non ti ho mai visto, sei nuova?-
- Sono qui solo per qualche settimana.-
- Peccato, mi sarebbe piaciuto conoscerti meglio.-
- Ciao!- si intromise Anne appena li raggiunse.
- Buongiorno a lei.-
- Aspetta, tu sei il figlio di Anya Nyber!-
- Chi è?- la interruppe la ragazza.
- Era una mia vecchia amica che ho conosciuto andando in Svezia, è da tanto che non la vedo, ci sentiamo qualche volta quando possiamo sui social ma non molto. Come sta?-
- Bene, siano qui in Italia da un po'.-
- Ora che siamo qui noi possiamo incontrarci magari. Dopodomani va bene secondo te?-
- Certo, in questo periodo non siamo molto impegnati. Ora vado, così la avviso.-
- Ok, è stato un piacere conoscerti.-
- Anche a lei.-
Stephan se ne andò e Hèlen pensò di essersi salvata dall'argomento ragazzi.
- Dai, è carino no?- cominciò Anne. Ci risiamo...Per tutta la serata Anne continuò a parlare di quel ragazzo e Hèlen faceva finta di ascoltare, ma non tutti ci riuscirono. Infatti, dopo un po' Julio la chiuse nella loro camera, totalmente soddisfatto e fiero di sè. Quando la fece uscire a momenti litigavano, ma solo un po' per scherzare. Una cosa bella di quella famiglia era la comicità e ad Hèlen piaceva quell'atmosfera ma non riusciva a stare per molto tempo insieme a loro in situazioni del genere, diventava nostalgica e ripensava alla sua vera famiglia e la notte non dormiva. Era quello che le era capitato quella notte e volendo distrarsi cercò di ascoltate un po' di musica ma non funzionò molto e nemmeno con qualche libro, come sempre. All'alba si alzò dal letto e si vestì con le prime cose che trovò: pantaloncini bianchi e una maglia leggera bordeaux. Per non fare rumore non mise le scarpe e prese una piccola borsa a tracolla in cui ci mise il cellulare, le cuffie e le chiavi di scorta della casa. Fece il meno rumore possibile e uscì, diretta verso la spiaggia. Camminò con calma per un po' e poi si fermò ad ammirare il riflesso arancione del sole sul mare.
- Bello vero?-
Hèlen per poco non si spaventò ma riconobbe la voce e si voltò, pensando fosse un sogno. Andrea era dietro di lei e si avvicinò, stando alla sua sinistra.
- Scusa se ieri non c'ero. Mi era venuto un forte mal di testa e non so nemmeno il motivo.-
- Non fa niente, ti avrei visto altre volte, come adesso.-
Andrea le sorrise e anche lei non poté farne a meno.
- Ti va di fare un giro?- chiese Hèlen prendendo coraggio.
- E me lo chiedi?-
Ma mentre Hèlen si girò mise male il piede e cadde, trascinando con sè Andrea che si ritrovò sulla sabbia e l'altra addosso, ma nessuna delle due si mosse. Il cuore di Hèlen cominciò a correre all'impazzata, tanto che sarebbe potuto anche esplodere, e non riusciva a togliere lo sguardo dalle labbra così invitanti dell'altra. Un secondo dopo le loro labbra si toccavano e appena ne sentì il contatto si staccò di scatto.
- Scusa, io non...-
Hèlen si mise a sedere e fece per alzarsi e andarsene ma venne afferrata per un polso e si ritrovò di nuovo le sue labbra su quelle di Andrea, così morbide e con un leggero sapore di menta che la fece impazzire definitivamente. Quando la mano calda di Andrea si posò sulla sua guancia sentì un brivido lungo la schiena, una scarica di adrenalina che si estendeva per tutto il corpo. Si staccarono l'una dall'altra e la bionda poggiò la sua fronte contro quella della bruna, fissandola negli occhi e senza togliere la mano dalla sua guancia. Dev'essere tutto un sogno...
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In your eyes
Romance"Se una persona ti accetta nella propria vita accoglie anche il tuo passato, se non è così, non ci tiene a te e conviene cambiare persona" "I suoi occhi magnetici, profondi, sono ora la mia droga, tutto ciò di cui ho bisogno" AVVISO: I personaggi e...