Capitolo 7

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Quella giornata era stata una delle migliori che avesse mai avuto e se n'erano accorti anche Julio e Anne. Il suo sorriso, la sua risata erano una cosa che non vedevano o sentivano molto spesso, a causa del suo carattere chiuso e insicuro.
- Ti sei divertita vero?- le chiese la donna mentre cucinava la cena e la ragazza apparecchiava.
- Molto.-
- E tu che non volevi venire.-
Hèlen sorrise e, proprio quando stava per parlare, la suoneria del suo cellulare si diffuse nella stanza.
- Vai dai, finisco io, non ti preoccupare.- le disse Anne. La ragazza la ringraziò e prese il telefono, leggendo subito il nome che compariva e risposte.
- Ciao Ire.-
- Ciao Hèlen lurida stronza che non scrive alle sue migliori amiche Shanda.-
La ragazza scoppiò a ridere e si diresse in camera sua, buttandosi sul letto.
- Scusa, non ho sempre il telefono con me.-
- Scherzo scema. Allora, come sta andando?-
- Bene dai, anche se mancate voi.-
- Ovvio! Hai finito tutti i compiti?-
- Si, perché tu no?-
- Mi manca solo tedesco ma non so se riuscirò a fare tutto in due settimane e mezzo.-
- Ma si dai, te la cavi sempre bene.-
- Cambiando argomento, hai trovato qualche ragazza?-
Anche se non poteva vederla sapeva che la sua amica aveva assunto uno sguardo malizioso.
- Bhe...-
Non fece in tempo a rispondere che Anne le parlò dal piano inferiore gridando.
- Hèlen, c'è Stephan per te!-
- Chi è Stephan?- sentì chiedere dalla sua amica.
- Un ragazzo che ho conosciuto. Scusa devo andare ora. Vi chiamo poi o chiamate voi quando potete.- e interruppe la chiamata. Si alzò e fece per aprire la porta della sua camera, dove trovò il ragazzo sulla soglia.
- Oh, scusa se ti ho fatto aspettare.-
- Ma figurati, nessun problema.-
- Entra pure.-
I ragazzi si sedettero sul letto.
- Scusa se ti disturbo ma volevo parlarti.-
- No, non disturbi. Cosa devi dirmi?-
- Mia madre ha parlato con Anne e forse si è convinta a cambiare casa e forse ci trasferiremo dalle vostre parti.-
Hèlen sembrò come illuminarsi.
- Sul serio?-
Il ragazzo annuì.
- Credo che dirà di si al novantanove per cento. Quindi, volevo chiederti un favore.-
- Certo, sempre che sia fattibile.-
- Non so se sai del rapporto che aveva Andrea con droghe e altro fino a due anni fa.-
- Si, me l'ha detto.-
- Voglio che la controlli, che non ci ricasci più. Non che non mi fidi di mia sorella, ma a volte la tentazione può essere forte e non voglio rivederla in quelle condizioni, faceva male.-
Hèlen sorrise e gli prese la mano.
- Farò il possibile, tranquillo.-
Stephan sorrise con gratitudine.
- Ora devo andare. Grazie mille.-
- Ci vediamo.-
- Ah, se ti fa qualcosa che ti faccia star male, dimmelo che la faccio fuori ok?-
Hèlen rise leggermente e lo salutò, vedendolo uscire dall'abitazione.

Era passata una settimana e mezza da quando Stephan era andato a casa loro e da quando le due ragazze si erano viste. In quelle due settimane e mezza l'indiana era diventata più solare e con un sorriso stampato sulle labbra e tutti in famiglia se n'erano accorti e li rallegrava.
Il suo telefono squillò e rispose il più velocemente possibile per non svegliare gli altri essendo le undici di sera.
- Ehi Hèl.-
- Ritieniti fortunata, non mi hai chiamata mentre dormivo.- le disse a bassa voce.
- Ok, sei una di quelle che se non dormono per otto ore sembrano degli zombie.-
- No dai, non sono così.-
- Faccio finta di crederti. Hai da fare?-
- Adesso?-
- Si.-
- Bhe no.-
- Ok, allora scendi.-
- Non dirmi che sei sotto casa.-
- Si.-
- Non ho voglia di scendere le scale.-
- Muoviti o me ne vado.-
- Va bene, arrivo.-
Ci mise cinque minuti a cambiarsi e mettersi le scarpe e, facendo attenzione e molto silenzio, uscì. Si ritrovò davanti Andrea e le sembrò di vedere un angelo. I suoi capelli biondi erano raccolti nel solito chignon e indossava una maglia nera attillata, come i pantaloncini in jeans e le converse che aveva ai piedi.
- Ci sei?-
- Mh? Ah si.- rispose imbarazzata e facendo ridacchiare la bionda.
- Dai andiamo.-
- Dove?-
- Lo zio di un amico che ho conosciuto qui ha appena aperto un locale e mi ha chiesto di andare all'inaugurazione di stanotte e portare qualcun altro. Più che altro gli devo un favore.-
- Uh, tu che devi un favore a qualcuno?-
- Sono umana anche io sai?-
Entrambe le ragazze scoppiarono a ridere e continuarono a parlare mentre si dirigevano nel locale. Si vedeva che era nuovo, le pareti marrone scuro ancora linde e pulite, così come il pavimento bianco e lucido. Dei tavoli erano disposti lungo i muri e al centro della sala un bancone bar con delle serie alte, dietro il quale c'era un ragazzo alto e biondo, gli occhi ambrati e vivaci.
- Strano che a quest'ora non c'è molta gente.- disse la bruna.
- Per alcuni è ancora presto, ed è meglio arrivare quando non c'è troppa gente ed evitare di fare certe figure.-
- Io ormai ci ho rinunciato, sono Miss Figuracce. La più disagiante è stata cadere dalle scale davanti a tutta la scuola.-
Andrea ridacchiò immaginandosi la scena.
- Ehi Andrea!-
La bionda si voltò e si avvicinò verso il barista, seguita da Hèlen.
- Ehi Dan.-
- Sei venuta, pensavo che non l'avresti mai fatto, conoscendoti poi!-
- Haha, divertente.-
Il ragazzo spostò lo sguardo da Andrea alla ragazza affianco e mostrò un sorriso radiante.
- Piacere Daniel, per gli amici Dan.-
- Hèlen.-
- Qualcosa da bere?-
Andrea lo guardò accigliata e lui rise prendendo un bicchiere e versandoci un liquido trasparente.
- Cos'è?- chiese lei quando lui glielo mise davanti.
- Il solito, lo sai.-
- Poteva essere anche veleno.-
- Avvelenare Andrea Nyber? Io? Ma se è un angelo sceso in terra.- disse lui con tanto di voce teatrale e suscitando una risata da parte dell'indiana.
- Un angelo caduto.- disse la bionda prendendo il bicchiere e bevendo metà del contenuto e schioccando la lingua soddisfatta.
- Due anni fa l'avresti bevuto tutto d'un colpo.- disse il ragazzo ed Hèlen, incuriosita, prese quel contenitore di vetro e bevve un sorso, tossendo dopo aver ingoiato quel poco, facendo ridere gli altri due.
- Cazzo è quella roba?- chiese stupita portandosi una mano alla gola che bruciava.
- Doppio whisky.- rispose lui sorridente.
- Come fai a berlo?- si voltò verso l'altra che fece spallucce.
- Dai, ti faccio qualcosa di più leggero.-
Dopo qualche secondo il ragazzo le porse una bevanda che non le dispiaceva, anche se sempre alcolico.
- Ehi An, non cancellarmi dalla memoria eh.- disse d'un tratto lui guardando la bionda che rispose ridacchiando.
- Vedremo.-
La serata sembrava andare a gonfie vele. Le ragazze parlavano con Dan anche mentre serviva i clienti che arrivavano, anche se cominciavano ad essere un po' troppi e alla fine se ne andarono. O almeno ci provarono, dato che Hèlen si distraeva ogni secondo e vagava per strada come una bambina spensierata.
- Sei decisamente ubriaca.- le disse la bionda.
- Non è vero.-
L'indiana, qualche secondo dopo, inciampò e si ritrovò per terra e rise.
- Ok, forse solo un po'. Ma anche tu lo sei.-
- Ma almeno mi reggo in piedi. E di sicuro hai bevuto molto più di me.-
- Ehi, guarda che cammino benissimo.-
Andrea l'aiutò ad alzarsi e le avvolse un braccio intorno alla vita per evitare che potesse cadere nuovamente e continuando a camminare.
- Perché siamo davanti casa tua?- chiese guardando la bionda e incantandosi come sempre.
- Non credo che sia una buona idea tornare a casa in queste condizioni. Anne potrebbe arrabbiarsi.-
- Non lo so.- rispose Hèlen massaggiandosi il collo. Andrea riuscì a prendere le chiavi dalla tasca e ad infilarle nella serratura, aprendo poi la porta ed entrando. Sfortunatamente la ragazza al suo fianco non notò il gradino che precedeva l'ingresso e cadde a terra.
- Cazzo!- disse ad alta voce sistemando il porta ombrelli che aveva fatto cadere.
- Per fortuna non c'è nessuno in casa, altrimenti mia madre sarebbe già qui con una scopa in mano.-
Hèlen rise e si rialzò, seguendo Andrea attraverso quei muri scuri e bui, fino ad arrivare ad una stanza che le sembrava piuttosto grande. La bionda chiuse la porta a chiave, come faceva sempre e si voltò, notando che la ragazza davanti a sé la stava fissando, per poi avvicinarsi e fiondarsi sulle sue labbra, facendola indietreggiare e poi cadere sul materasso del suo letto.
- Cosa stai...-
- Sta zitta.-
Andrea fu interrotta nuovamente dalle labbra dell'altra. Sapevano di alcol, così come la sua lingua che si intrecciava alla sua. Esitante posò le mani sui suoi fianchi e la avvicinò a sé, obbligandola a sedersi a cavalcioni su di lei. Cominciava ad avere caldo e a non ragionare a causa dell'alcol che aveva in circolo, le sembrava di soffocare. Si staccò da quel bacio con l'affanno e Hèlen non era da meno. Cominciò a baciarle il collo, provocando dei brividi all'indiana che prese l'orlo della maglia di Andrea, levandogliela qualche secondo dopo e lasciando che l'altra potesse fare lo stesso. Cercò di farla stendere ma l'altra invertì le posizioni in fretta e spogliandosi completamente non sopportando più quei tessuti addosso. Hèlen rimase lì a guardarla con il fiato corto e le labbra leggermente schiuse che vennero subito catturate dalla bionda che fece stendere totalmente l'altra sotto di sé. Le sue labbra si spostarono sulla sua mandibola, al collo, per poi arrivare al suo torace che Hèlen alzò per permetterle di levarle il reggiseno nero che indossava e lo buttò a terra, facendo compagnia a tutti gli altri vestiti. La sua attenzione si spostò sui suoi seni sodi e cominciò a baciarli e a morderli, facendo uscire dei gemiti dalla bocca dell'altra che riuscì a scioglierle i capelli dorati e a tirare varie ciocche. Con le dita tracciò il contorno dell'intimo nero in pizzo e osservò il volto di Hèlen, gli occhi socchiusi ma attenti. Le lasciò un bacio casto, prima di sfilarle totalmente l'intimo fino alle caviglie, lasciando che l'altra se lo levasse muovendo i piedi e togliendolo definitivamente. Hèlen cercò di coprirsi con le braccia un po' per tutto il corpo.
- Sei stupenda Hèl.- le sussurrò Andrea con voce roca che fece impazzire la ragazza mentre le spostava le braccia mentre si avventava sulle sue labbra, continuando a toccarle i seni. Quando si staccò da quel bacio la bruna cominciò a succhiare la pelle bianca del collo della bionda, mordendole poi il lobo. Sentì le labbra di Andrea spostarsi fino all'ombelico e si poggiò sui gomiti, trovandola a fissarla da in mezzo le sue gambe. Anche se non c'era molta luce vide una scintilla nei suoi occhi, poco prima che cominciasse a darle piacere, non facendola più ragionare, il corpo caldo e sudato.

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