Capitolo 35

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Stephan si diresse in cucina dopo aver riportato in camera la sorella, lasciandola tranquilla.
- Ehi Stephan. Che è successo? Ho sentito un di rumore su.- disse Anja seduta a tavola a fare colazione.
- Andrea ha avuto una crisi.-
La donna rimase interdetta mentre lui guardò Hèlen che lo guardava con occhi dispiaciuti. La vide alzarsi e uscire, forse per andare dalla sua ragazza e prima di vederla sparire le prese la mano e la guardò negli occhi.
- Grazie per non avermelo detto tu.-
Lei sorrise amaramente e le lasciò la mano, ritornando a guardare sua madre, o meglio colui che aveva di fianco.
- Quando pensavi di dirlo? Eh?-
- Stephan io non...-
- Non  cominciare a difenderti. Hai idea di cosa le hai provocato? Cosa significhi vederla lì a gridare, cercare di calmarla ma senza riuscire ad aiutarla? Vivere per anni con la paura che ti manda fuori di testa? Non riuscire a dormire di notte tormentata da quell'incubo!?-
Greg rimase in silenzio e Anja non capiva cosa stesse succedendo.
- Di cosa stai parlando?-
- Andrea mi ha detto perché sta così. E ci sono voluti anni per riuscirci ma non pensavo fosse così grave.-
- Dimmi Ste.-
- Vuoi saperlo? La persona che hai di fianco ha mandato quella notte dei ragazzi muniti di coltelli e pistola a raccattare la figlia, ferendola e cercando di stuprarla. Bello vero?-
La donna rimase con gli occhi sgranati mentre Greg si alzò.
- Non li ho mandati per quello, dovevano solo controllarla.-
- A quanto pare però hanno fatto altro.-
- Non ne sapevo niente neanche io, l'ho scoperto qualche giorno fa quando ho provato a parlarle e me l'ha urlato contro. Stamattina appena sveglio ho richiamato quell'uomo e alla fine ha confessato tutto. Anche se ce l'avevo con lei non mi sarei mai azzardato a fare una cosa del genere. Mai.-
Stephan sospirò e si sedette davanti a lui scompigliandosi i capelli e poi guardandolo. Anche quella volta era sincero, non stava per niente mentendo.
- Anche se fosse, non ti vuole nè vedere nè tanto meno ascoltare. Io non riesco a convincerla, fa di testa sua.-
- Provo a parlarle io.- disse Anja sospirando e alzandosi. Appena fu davanti la porta della camera notò che era socchiusa e la aprì un pò vide Hèlen che si stava alzando dal letto per uscire e la lasciò andare, potendo stare sola con la figlia. Era sdraiata sul letto, un braccio era teso verso l'alto che teneva un catenella con un pendente blu che faceva dondolare continuando a fissarlo. Anja sorrise quando lo vide e si sedette affianco a lei.
- Dove l'hai trovato? L'ho cercato per anni.-
- Era nella scatola che mi aveva dato Amber, non mi ricordavo nemmeno di averla.-
Rimasero in silenzio per un pò fin quando la donna non parlò.
- Ora capisco perché ti continuavi a coprire per un periodo con felpe da quella volta. Dovevano far male quelle ferite. Perché non hai detto niente?-
Andrea fece spallucce e la donna sospirò.
- Andrea, dovresti ascoltarlo, per favore. Lui non sapeva niente di questa storia e stamattina è andato ad indagare.-
Andrea non disse nulla e si alzò dal letto, posando la collana sul comodino, togliendosi poi la maglia per andare a farsi un doccia.
- Andrea, ti prego.-
Anja si alzò e la raggiunse, poggiandole la mano sulla spalla.
- Ho detto già di no a Stephan, non ho voglia di ripeterlo.-
La donna sospirò e la lasciò andare. Spero che capisca...

Stephan era uscito con sua madre a parlare con lo stilista, Hèlen era in camera a dormire ancora un pò, Greg era chissà dove ma non le interessava. Stava sistemando dei volumi nella biblioteca per aiutare un pò il maggiordomo appena tornato dalle vacanze, Max, e voleva anche distrarsi un pò. Erano tutti volumi che le aveva letto sua nonna da piccola e successivamente da sola quando diventò più grande. Parlavano di miti e leggende, a volte le piaceva viaggiare nella fantasia e nell'anormale per distrarsi.
- Oh Andrea! Ma allora è vero!-
La ragazza si voltò e si ritrovò una ragazza poco più bassa di lei dalla pelle rosea, gli occhi nocciola e i capelli biondo cenere e la riconobbe all'istante.
- Lucy?-
Non era per niente cambiata, sempre abiti e borse firmate, quell'aria da snob e finta raggiante.
- Come sei entrata?-
- È stato Max ad aprirmi.-
- E che ci fai qui?-
- Bhe ho saputo che sei ritornata e volevo salutarti.-
- Bene, ora puoi andare.-
- Oh andiamo Andrea.-
Odiava quella voce stridula, odiava quella ragazza. Come ho fatto ad averla intorno questa?
- Torna a casa.-
La ragazza si voltò di nuovo ma poi sentì la mano dell'altra sulla sua spalla e cercò di mantenere la calma rigirandosi.
- Lucy...-
Non finì la frase che si ritrovò le labbra di quella ragazza sulle sue, le mani sul suo volto. Andrea le mise le mani sui fianchi prima di spingerla via.
- Che cazzo ti passa per la testa!?-
Lucy la guardò con sguardo malizioso e con fare da bambina innocente allo stesso tempo.
- Lo so che mi vuoi ancora Vanja.-
Rabbrividì nel sentire il suo secondo nome pronunciato da lei, era così aspro a differenza di quando lo usavano suo fratello o la sua ragazza.
- Tu lo pensi sul serio? Ma cresci un !-
Andrea andò verso l'uscita della biblioteca e subito notò per terra un bracciale d'oro. Hèlen... Era di Nalini, era un portafortuna che le diede anni addietro, glielo aveva raccontato. Perché è qui? Si domandò raccogliendolo e subito le balzò in mente una motivazione che la impanicò. Sentì il portone di casa aprirsi e subito si diresse lì.
- Cazzo!-
Era già andata via, oltre il cancello e non la vedeva già più. Potrebbe anche perdersi, non conosce la zona, non conosce niente!
- Chi cerchi? Ah ma non è importante, ci sono qua io.-
Lucy l'aveva raggiunta e messo le mani sui suoi fianchi, dandole un bacio sul collo. Lì non ci vide più e le diede uno schiaffo.
- Vattene. Ora.-
- Stai sbagliando.-
- Allora sbaglio più che volentieri.-
- Non...-
- Sta zitta! Non ti voglio sentire cazzo, o esci da qui tu o ti ci mando a calci in culo!-
Lucy si sentì offesa e se ne andò, Andrea se ne tornò subito in camera e prese il telefono chiamando Hèlen.
- Merda, non risponde.-
Provò a chiamare suo fratello che rispose subito.
- Stephan, è successo un casino.-

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