Capitolo 28

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Andrea entrò nella stanza riservata al personale, si sentiva impazzire. Fece dei respiri profondi per calmarsi, la rabbia che cominciava a diminuire. Prese un bicchiere e si versò qualche sorso di vodka, bevendola poi tutta d'un sorso. Era il secondo bicchiere che beveva da quella sera e non voleva andare oltre, quindi mise via la bottiglia e guardò l'orario. Brad le aveva detto di tornare a casa avendo notato che non stava bene ed era meglio fare come diceva prima di impazzire.
- Andrea...-
La ragazza si irrigidì e si voltò, vedendo l'uomo che odiava sulla soglia.
- Vattene.-
Il suo tono non era per niente rassicurante.
- Volevo sapere solo se stavi bene.-
- Inventati una scusa migliore.-
Andrea si voltò e prese la sua roba ma sentì che suo padre si stava avvicinando e si voltò di nuovo.
- Stammi lontano.-
- Voglio solo parlarti, ti prego.-
- No, non voglio sentire niente da te.-
- Sono tuo padre, ascoltami per favore.-
Andrea quel punto non ci vide più e colpì il tavolo che aveva affianco con la mano, rompendo un qualcosa in vetro e facendo sussultare Greg che fece un passo indietro.
- Mio padre? Mi stai prendendo per il culo!? Quello che ha mandato una decina di ragazzi contro la figlia scappata che hanno legato e a momenti stuprato!? Per non parlare dei coltelli e della pistola che avevano. È già un miracolo che sono qui e non certo grazie a te. Se vuoi fare qualcosa allora vattene a fanculo, per me non esisti.-
Andrea se ne andò alla svelta dopo aver quasi gridato tutta l'ira che aveva in corpo, raggiungendo la sua macchina mettendola in moto e partendo. La mano le bruciava ma non le importava, in quel momento aveva altro per la testa. Non seppe come ma riuscì a frenare in tempo prima di investire qualcuno in mezzo alla strada.
- Porca. Puttana.-
Si portò la mano sana sugli occhi, il respiro affannato mentre la portiera alla sua destra si aprì.
- Che cazzo ci facevi lì Hèlen!? A momenti ti investivo porca troia!-
- Scusa, non ti avevo visto.-
- Sali.-
Hèlen si sedette e chiuse la portiera, notando poi la sua mano.
- Cosa hai fatto alla mano?-
- Niente.-
- Niente? Sta sanguinando Andrea!-
- Avrò rotto qualcosa, non so cosa, ero troppo incazzata.-
- Hai visto tuo padre?-
Andrea rimase in silenzio ed Hèlen notò che il suo corpo era rigido e capì. Le toccò la gamba e la sentì rilassarsi. Era incredibile quanto riuscisse a calmarla solo sfiorandola. Arrivarono davanti alla casa dell'indiana che la guardò.
- Vieni.-
- Non preoccuparti.-
- Andrea muoviti, se torni a casa tua rischi di fare altri casini e di farti male.-
La bionda sbuffò e spense la macchina, andando con l'altra che la portò subito in bagno, facendola sedere sulla vasca mentre le medicava la mano.
- Per fortuna non hai pezzi di vetro.- le disse una volta finito di metterle una fascia intorno alla mano. Alzò lo sguardo e guardò negli occhi la sua ragazza, perdendosi in quel blu profondo. Non resistette e la baciò, sentendo l'altra sospirare e avvicinarla a sè.
- Perché eri lì Hèl?- le sussurrò sulla sua pelle del collo facendole venire i brividi.
- Stavo tornando da te, avevo visto lui con Ste e pensavo che avresti fatto qualcosa.-
- Non hai pensato male. Ma la prossima volta sta attenta.-
La bionda le diede dei baci umidi sulla spalla.
- Hai bevuto An?-
- Non tanto.-
Andrea la guardò negli occhi ed Hèlen capì che era lucida, era davvero lì con lei.
- Ok.-
La bruna si spostò da lei, mettendo via tutto quello che aveva preso, poi la prese per mano e la portò sul suo letto silenziosamente.
- Lo sai che sono sempre qui per aiutarti vero?-
- Lo so Hèl. Vale lo stesso per te.-
L'indiana l'abbracciò, sentendo poi le braccia dell'altra avvolgerle la schiena e si lasciò cullare dal suo calore e dal suo profumo.

Anja era fuori in giardino quella mattina a leggere un pò qualche rivista.
- Giorno.-
- Giorno anche a te.-
Suo marito le lasciò un bacio casto sulle labbra, sedendosi poi sullo sdraio affianco a lei.
- Andrea non è tornata nemmeno stanotte e tra qualche giorno dovremmo partire.- disse lei.
- Non volevo causare così tanti problemi.-
- Non fa niente, non è la prima volta che fa così e non sarà nemmeno l'ultima.-
Un rumore attirò la loro attenzione e guardarono la porta finestra che conduceva alla cucina.
- Buongiorno, non vogliamo rapinare.- disse Irene sbucando da dietro la porta e inseguita da Melanie con dei bicchieri in mano che poggiò sul tavolo dove si sedettero.
- Oh ciao, che ci fate qui?- chiese la donna.
- Siamo uscite a correre un pò e abbiamo incontrato anche la Andren. Melanie era troppo stanca e quindi siamo venute qui essendo il posto più vicino.-
- Ehi, non eri tu quella stanca?-
- Non posso incolpare Andrea, né Hèlen. Lei poi mi ha stupito, non sapevo avesse una resistenza del genere, dalla sua ragazza me lo sarei aspettato ma da lei.-
- Ti ho sentita.-
L'indiana le raggiunse salutando gli altri due.
- Stai bene così.-
Anja notò che la ragazza si era tagliata i capelli di almeno una trentina di centimetri, ora le arrivavano un paio di dita oltre le spalle.
- Oh grazie.-
- Cibo! Scusa se ti svaligiamo casa.- disse Irene.
- Ma va, dovete crescere.-
- Irene rimane bassa così.- disse Andrea comparendo affianco a loro.
- Sta zitta tu e la tua altezza.-
- Scusi sua bassezza.-
Irene la guardò con sguardo truce mentre le altre due ragazze scoppiarono a ridere.
- Queste sono molestie verso minori.-
- Ma se sei maggiorenne!-
- Sta zitta miss India.-
- Datele da mangiare così la smette.-
- Non mi serve il cibo per...-
Melanie le mise davanti della cioccolata e subito la prese mangiandola.
- Visto?- disse la colombiana. Anja guardò sua figlia che stava evitando completamente suo padre ma non disse niente.
- Che hai fatto alla mano adesso?- le chiese vedendo una fasciatura alla mano sinistra.
- Niente.-
La donna guardò Hèlen che fece spallucce. Andrea invece tirò fuori il suo pacchetto di sigarette, si stava sentendo troppo agitata.
- Non vi da fastidio vero?- chiese prima di mettersi una sigaretta tra le labbra e accenderla.
- No, ci eravamo abituate con qualcun altro.- disse Melanie guardando la sua amica indiana che alzò gli occhi al cielo. Stephan si affacciò all'improvviso e, appena vide sua sorella, la abbracciò da dietro, le braccia intorno al suo collo.
- Ah levati!- si lamentò lei.
- Alla tua ragazza non dici no eh?-
Andrea fece un lungo tiro, per poi far uscire quel nugolo grigio addosso a suo fratello.
- Andrea! Sai che lo odio.- si lamentò staccandosi da lei e tossendo leggermente.
- Oh ma davvero? Scusa non lo sapevo.-
- Stronza.-
- Coglione.-
- Che bello sentire queste parole d'amore.- disse ironicamente Irene. Un telefono squillò ed Hèlen rispose.
- Nanee, qualche problema?-
- No, volevo chiederti se mi prendevi delle cose, Anne sta venendo a prendere te e le tue amiche.-
- Si dimmi.-
La ragazza trovò sul tavolo un foglio e una penna e li prese subito, trascrivendo quello che sua nonna le diceva.
- Ok, solo questo?-
- Si grazie Leela.-
- A dopo Nanee.-
Hèlen chiuse la chiamata e guardò le sue amiche che erano come meravigliate.
- È bellissimo l'hindi scritto.- disse Melanie ammirando il foglio.
- Dai muovetevi che andiamo.-
Hèlen si alzò e rubò la sigaretta di Andrea prima di darle un bacio casto e mettersi la sigaretta tra le labbra, uscendo da quella casa con le altre due. Andrea invece si alzò subito e se ne andò in camera sua senza dire nulla.

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