Quella sera era stato un tormento per lei. Stavolta l'aria fresca non la stava aiutando. Stava impazzendo e odiava sentirsi così, perdere il controllo di sé, delle sue azioni. Aveva paura. Aveva camminato per chissà quanto nella speranza di calmarsi, che l'effetto di quel tranquillante che aveva preso facesse effetto eppure non accadde. Non riusciva a capire più nulla e alla fine si ritrovò Hèlen davanti a sé che cercò di calmarla e di portarla in casa, addormentandosi entrambe, Hèlen che le accarezzava i capelli.
- Stai meglio?-
Sentì la voce della bruna, così bella e soave affianco a sé e aprì gli occhi. Erano sul letto, l'una accanto all'altra e sveglie da poco, i loro sguardi incatenati, le loro pelli che si sfioravano.
- Si. Scusami Hèl.-
- Non ti devi scusare, è capitato anche a me, so che è una cosa che non si può controllare facilmente.-
Hèlen le accarezzò il volto dolcemente e senza smettere di guardarla.
- Ti ha fatto impazzire quel ricordo dell'altra sera?-
Sapeva benissimo che si riferiva a quella notte che la bruna era stata da lei e le bastò guardarla per farglielo capire.
- Non ti avevano messo solo le mani addosso, avevano fatto altro vero per segnarti così? Di più grave?-
- Alcuni avevano dei coltelli. Mi avevano legata e quando mi facevano una domanda a cui non rispondevo, ovvero tutte, mi ferivano.-
- Stephan non sa?-
- Lo sai solo tu, non ho detto nulla a loro te l'ho detto. E non ha mai scoperto nulla dato che avevo sempre delle felpe larghe che non facevano notare niente.-
- Perché non dici queste cose a loro?-
- È una cosa tra me e mio padre, non devono mettersi in mezzo in cose in cui non possono fare nulla.-
In effetti aveva ragione. Anche se l'avessero saputo le cose non sarebbero cambiate.
- So che prima o poi ci troverà ma non voglio vederlo. Mi direbbe le stesse cose di cinque anni fa, non voglio aver a che fare con una mente chiusa così.-
- Bhe, cambiando argomento, non so tu ma ho fame. Vuoi qualcosa?-
- Non lo so.-
- Dai vieni, magari ti sale l'appetito.-
Hèlen si alzò e venne seguita dall'altra, andando in cucina. Mise del caffé sul fuoco e aprì tutti gli sportelli che contenevano cibo.
- A te la scelta.-
- Alla faccia di qualcosa da mangiare!-
Le due ragazze risero e alla fine presero dei biscotti e dei pezzi di cioccolato. Hèlen si sedette sul bancone, Andrea in piedi davanti a lei.
- Anne sa di noi. Appena ti vedrà ti salterà addosso, ti avviso.-
- Ci sei già tu che lo fai, non cambia molto.-
- Ehi!-
Hèlen fece finta di essere offesa e Andrea ridacchiò, mettendosi tra le sue gambe che subito l'avvinghiarono a sè.
- Da quanto conosci Melanie e Irene?-
- Da più di dieci anni.-
- Hai mai avuto una cotta per loro?-
- No mai, sarei impazzita ad averle con me tutti i giorni senza poterle avere penso.-
- Io me le sarei fatte, magari anche insie...-
- Andrea!-
La bionda scoppiò a ridere.
- Scherzo Hèl.-
L'indiana prese il suo volto tra le mani e poggiò le labbra sulle sue, avendo poco dopo l'accesso e sentendo la lingua della bionda contro la sua, le sue mani sui fianchi.
- Dio mio, non vorrei vedervi orgasmare in cucina per favore, è la mia stanza preferita, così diventa un incubo.-
Hèlen si staccò da quel bacio guardando alla sua destra, verso la porta e sorridendo quando vide Melanie.
- Guasta feste.- le disse Andrea sbuffando.
- Che problema c'è in cucina?-
Irene sbucò dal nulla, seguita da Stephan che era leggermente preoccupato e sospirò sollevato quando vide la sorella.
- Prima o poi mi farai morire.-
Andrea scosse la testa ma non rispose. Hèlen scese dal bancone e portò in un'altra stanza le sue amiche, lasciandoli soli.
- Cosa sono queste Andrea?-
Stephan tirò fuori dalla tasca il contenitore che aveva trovato la sera prima.
- Non dirmi che hai ricominciato.-
- Sono tranquillanti.-
- Da quanto ce li hai?-
- Da quando sono ricominciati gli attacchi di panico.-
Il ragazzo si avvicinò a lei.
- Perché non mi hai detto nulla? Pensavo che non li avessi più da quando ne eri uscita.-
- Per ora ne ho avuti solo un paio che non sono riuscita a gestire, ma non ne ho avuti molti.-
- Dio, eravamo così preoccupati Andrea, non sapevo che pensare.-
- Scusa Ste, non volevo.-
Il ragazzo si avvicinò e l'abbracciò, lasciando per qualche secondo la sorella spiazzata ma che ricambiò.
- Andiamo dalla tua futura ragazza.- gli disse scompigliandogli i capelli biondi.
- La mia futura ragazza?-
- Ho visto come guardi Melanie fratellino e non far finta di niente.-
Andrea uscì dalla stanza lasciandolo interdetto, scuotendo poi la testa e sorridendo. Cosa le passa per la testa?
- Andiamo al centro commerciale?- chiese Melanie appena i due fratelli varcarono la porta senza lasciargli il tempo di respirare.
- Non ricominciare, siamo stati in giro fino a tardi ieri.- si lamentò Hèlen.
- Ehi topo di biblioteca, oggi è sabato e non andiamo a scuola, quindi sta zitta.-
- Melanie quello lo può dire solo la sua ragazza quando non devono essere scoperte a...-
Irene non finì la frase che si ritrovò un cuscino del divano in faccia lanciato dall'indiana.
- E poi c'è Andrea che rimane impassibile e te la prendi con me?-
- Perché lei è come te, quindi non le fa effetto niente. E non ti azzardare a dire un'altra parola che stavolta ti soffoco.- la minacciò.
- Sissignora!-
- Però direi che dovreste cambiarvi voi due. Anche se Andrea è sempre figa che starebbe bene anche quando è malata.-
Hèlen avrebbe lanciato un altro cuscino alla sua amica ma si arrese e alzò gli occhi al cielo, mentre gli altri ridevano.Il sole era alto nel cielo, l'orologio segnava le 12:40 e faceva caldo fuori, mentre dentro il centro commerciale si stava bene. Avevano girato molti negozi e si erano fermati a pranzare, rimanendo poi a parlare un pò tra di loro seduti ad un tavolo.
- Mi sono appena resa conto di essere insieme a due celebrità.- disse Irene.
- Non siamo così famosi dai.-
- Cosa hai bevuto Stephan? Ci saranno state almeno una decina di ragazze che vi hanno chiesto di fare una foto e pure l'autogrofo.-
- Più quelle che vi facevano foto di nascosto ed erano troppo timide per parlarvi.-
Andrea fece spallucce.
- Non so voi ma io andrei, non ce la faccio più a stare in mezzo a tutta questa gente.- disse poi alzandosi.
- Parla quella che andava ogni sera nei locali.- disse Stephan stuzzicandola.
- Quella era gente più interessante.- gli rispose giocando al suo stesso gioco.
- Va bhe andiamo, tra un pò si riempirà ancora di più.- disse Irene alzandosi anche lei e anche tutti gli altri. Si rimisero a camminare, quando qualcuno urtò Andrea essendo distratta e facendo cadere a terra la borsa che portava.
- Oddio scusami, non volevo!- le disse l'estranea.
- Non fa niente.-
Andrea prese la borsa della ragazza e gliela porse, ma quando i loro sguardi si incrociarono entrambe persero un battito. Quei capelli mossi e neri, quella pelle leggermente olivastra, gli occhi azzurro chiaro, le ricordava qualcuno.
- Mio dio Andrea...-
La ragazza si fiondò ad abbracciarla, cogliendola di sorpresa, abbracciandola poi anche lei.
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In your eyes
Romance"Se una persona ti accetta nella propria vita accoglie anche il tuo passato, se non è così, non ci tiene a te e conviene cambiare persona" "I suoi occhi magnetici, profondi, sono ora la mia droga, tutto ciò di cui ho bisogno" AVVISO: I personaggi e...