Guardo fuori dal finestrino del taxi, notando la città caotica già di prima mattina.
Bar pieni, strisce pedonali colme di gente intente a iniziare la nuova giornata...qualcuno corre, altri perdono i mezzi di trasporto.
«Here» dico con la mia miglior pronuncia al taxista.
Scendo dal veicolo dopo aver pagato quanto dovuto e ringrazio.
"Devo parlarti" afferma il messaggio appena arrivato da Mattia.
Decido di non incasinarmi la giornata più di quanto lo sia già, lascio il messaggio lì dove si trova, senza alcuna risposta.
Entro all'interno del locale nel quale dovrò lavorare...per quanto?
Per ora intendo non darmi una risposta definitiva, finché non chiarirò con Mattia.New York di notte sembra un'altra città.
Avrei sicuramente piacere a godermela in questo momento, ma la stanchezza decide di non permettermelo, e quando arriva l'ennesimo taxi mi fiondo all'interno sospirando.
Accendo l'unica fonte in grado di farmi rimanere in contatto con chiunque e noto altri messaggi da Mattia.
Quasi alzo gli occhi al cielo, ma decido di leggerli.
"Ti aspetto quando torni in hotel"
"Ti amo"
"E mi dispiace, non so cosa mi sia preso. Devo parlarti di una cosa importante."
Sorrido.
Appena finisco di leggere quest'ultimo messaggio sento una voce familiare alla radio.
Cerco di concentrarmi sul brano ma non riesco a decifrare il testo, decido così di chiedere al taxista di aumentare il volume."E così ti spio dal riflesso del vetro
E scusami se cedo, in nome del mio ego
Che sei la mia vergine e come te lo spiego?Non mi voltare le spalle mai
Nemmeno se ti spogli, lo so che ti vergogni
[...]
E fu così, che al sorgere del giorno
Nel giro di un istante lei si schiuse e poi sparireQuando mi sgrani gli occhi e dici amore via da qui
E un'altra verità che sa di sale"
Capisco di chi si tratta solo quando il radiofonico annuncia il suo nome.
Briga.Mattia's pov:
Sono seduto a terra appoggiato allo stipite della porta d'hotel della ragazza che amo.
Il cellulare mi vibra sulle mani: un suo messaggio.
"Io...ti ho sentito"
E un altro:
"Sei passato in radio, cosa vuol dire?"
Sorrido. Questa ragazza non riesce proprio ad attendere.
La vedo finalmente arrivare, fissarmi con lo sguardo perso.
Decido di alzarmi, senza dire nulla, fissandola a mia volta.
Sembra passato così tanto tempo dall'ultima volta che ci siamo visti, cosa mi fai ragazza?
Mi corre incontro, lasciando cadere quello che poco prima si trovava stretto nelle sue mani.
Apro le braccia e mi sento nuovamente a casa.
Mi odio per quello che ho fatto il giorno precedente.
«Sei uno stronzo» le si incrina la voce.
«Lo so» affermo con tanta verità.
Aggroviglio le sue ciocche di capelli alle mie dita.
Poco dopo a ritrovarsi sullo stipite è lei.
Sento il mio sguardo bruciarle addosso.
«Possiamo parlarne dopo?» le sussurro all'orecchio mordendole il lobo subito dopo.
Passo la mano destra sul suo culo e lo stringo nella mia.
Sussulta afferrandomi per il colletto della camicia.
«Ho voglia di te»
Le lascio baci bagnati sul collo fino ad arrivare alle clavicole e al seno, dopo averle slacciato la serie di bottoncini posti sulla camicetta, per non accentuare maggiormente il décolleté.
Lascio schizzare via un bottone dalla foga.
«Cazzo» gemo sul suo seno.
«Dobbiamo entrare» ordino quasi senza voce.
Lei annuisce senza spiccicar parola.Lascio richiudere la porta velocemente, subito dopo averla aperta, col nostro peso.
Le sfilo velocemente la maglia e le alzo il reggiseno prima di lasciarlo cadere a terra.
Prendo i seni con entrambe le mani: sembrano fatti apposta per stare nelle mie.
Li stringo avvicinandomi alla sua bocca, facendola tacere all'interno della mia, dopo essersi fatta sfuggire un gridolino di piacere.
Decido di arrivare al suo punto debole con la lingua, l'inguine.
Sento le sue mani strattonarmi dai capelli, chiedendo di più.
Sorrido soddisfatto.
«Devi stenderti piccola»
La vedo fulminarmi con lo sguardo per averle interrotto l'orgasmo.
Mi slaccio la cintura avvicinandomi al letto, dove la trovo già pronta.
Le sfilo le mutandine senza ripensamenti e le allargo con violenza le gambe.
«Cosa vuoi piccola?» sorrido maliziosamente facendola soffrire.
La sua schiena si inarca obbligandomi ad avvicinarmi al suo interno coscia.
La stuzzico con le dita.
«Mat-tia» geme.
Insinuo dentro di lei quest'ultime.
«Guardami» la obbligo.
Incrocio il suo sguardo pieno di piacere, mentre una mano afferra la mia chiedendo di più.
Lascio scivolare via le mie dita da lei, lasciandola in sospeso sofferente, ed insinuo la mia testa.
Inizio a tormentarla con la lingua e noto le sue dita stringere il lenzuolo sotto di lei, mentre con l'altra mi strattona pregandomi.
La sento urlare.
La provoco un altro po' e, vedendola al limite, mi fermo.
Mi avrebbe trafitto, se solo avesse potuto.
«Masturbati» dico
Mi guarda male.
«Fallo piccola, voglio vederti»
Inizia a muovere le dita su sè stessa e a quella vista non mi contengo.
Lascio cadere i jeans e i boxer, iniziando a muovere la mano sul mio membro.
La vedo eccitarsi.
«Vieni piccola»
Subito dopo esala un gran sospiro.
«Posso aiutarti?» mi chiede rossa in viso
Le sorrido lasciandole prendere il comando.
«P-iccola» gemo stringendole i capelli.
Sento la sua lingua poco dopo iniziare a solleticarmi.
«Sei così brava cazzo» gemo, poco prima di arrivare all'orgasmo, quando la sua bocca fece il resto.
«Stenditi» le ordino, mentre non perdo di vista il suo sguardo.
Senza indugio nè avvertimenti mi introduco con violenza in lei.
Le afferro un seno mentre lei inizia a mordersi le labbra violentemente, facendole gonfiare e assumere un colore più rossastro.
Le sfugge un gemito e io la zittisco insinuando la mia lingua nella sua bocca.
La mia e la sua a contatto iniziano a giocare.
Mi sciolgo da lei, mentre sospira affannosamente.
Prendo il suo posto, la bacio nuovamente prima di aiutarla, sollevandola sopra di me.
Le stringo il culo prima di schiaffeggiarlo e farla gridare come non mai, mentre i nostri corpi sembrano onde che si infrangono sugli scogli.
«Dai piccola più veloce» ordino affannato «C-azzo» grido.
La vedo arrivare al culmine e decido di aiutarla con spinte violente.
Mi strattona nuovamente i capelli, potrei essere certo che di lì a poco non ne avrò più.
«Ma-ttia» grida.
«Picc-ola» la seguo a ruota.
La schiaffeggio ulteriormente, prima di arrivare entrambi all'orgasmo, mentre la vista decide di appannarsi per i prossimi minuti.
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PARADISE | Briga
Fiksi Penggemar«C'è un arcobaleno dopo ogni temporale. Infondo dietro un arcobaleno c'è la felicità.» Incontro i suoi occhi. «Credo di aver raggiunto la fine di quell'arcobaleno.» --- "Fammi un po' di posto anche tu non fare a meno di me Mentre tutto il mondo va...