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Erano barricati in magazzino. L'unica fonte di luce era la candela sul pavimento. La fiamma creava strani giochi di ombre, ed era facile per Manny e Pete immaginare presenze spettrali annidate in ogni angolo.

«Fame?» chiese Gary.

I due fratelli fecero segno di no. Erano seduti sul pavimento, l'uno accanto all'altra. Davanti avevano la candela. Dietro questa c'era Gary. L'occhio simile a un uovo in camicia non stava fermo un attimo. Dopo un interminabile girotondo si fissò sui due ragazzi.

«Conoscete la storia della bambina dai capelli d'argento?»

Manny e Pete fecero segno di no.

«Aveva su per giù la tua età quando le successe», disse guardando Manny.

«Cosa le successe?» chiese Pete.

«Morì.»

Pete mandò giù la tensione. Il pomo d'Adamo, grande come un'oliva, fece un salto. Una pausa prolungata e Gary continuò.

«La seppellirono in una tomba umida come il ventre di un pesce. Sua madre andava al cimitero ogni giorno. A volte ci andava di notte, e ci restava finché la luna non era alta.

«Una notte uscì e non tornò più. La cercarono in lungo e in largo. Setacciarono il cimitero, i boschi, cercarono in chiesa e in ogni abitazione del villaggio, ma non trovarono un indizio che fosse uno. Sembrava svanita. Passarono a interrogare chi avesse fama di assassino e stupratore senza ricavarne un bel niente, e alla fine si convinsero che doveva essersi suicidata. Un bel salto nella Gola dell'Ubriaco, uno strapiombo oltre i boschi dal quale saliva un miasma come l'alito di un avvinazzato. Un'anima buona piantò una croce di legno nei pressi della gola e gli abitanti di Zarja, piccolo villaggio dell'est Europa, tornarono alle loro grigie esistenze.

«Un giorno, al tramonto, la donna tornò. Era pallida e sporca, i vestiti strappati come se avesse attraversato una foresta di rovi. Un contadino la trovò che vagava nei campi e la soccorse. La portò alla sua fattoria, le diede da mangiare e le offrì un comodo giaciglio. E mentre la donna dormiva, corse ad avvisare i gendarmi. Tornarono in quattro: il padrone di casa, due gendarmi e il medico, un uomo dalla barba folta e bianca come neve appena caduta. Il medico visitò la donna e decretò che, anche se debole e conciata male, si sarebbe ripresa. Aveva solo bisogno di riposare. Così la lasciarono al suo sonno ristoratore.

«Il mattino seguente i gendarmi tornarono dal vecchio contadino e trovarono la porta di casa spalancata. Entrarono chiamandolo a gran voce, ma nessuno rispose. La casa era fredda come una cripta. Fecero un giro e trovarono il contadino disteso in una pozza di sangue, a pochi passi dal letto. Aveva la gola squarciata. Solo un brandello di pelle gli teneva la testa attaccata al collo.

«La donna era nella stanza accanto, ficcata sotto le lenzuola. Dormiva beata. Uno dei gendarmi la chiamò e, quando lei non reagì, la scosse con forza, ma neanche quello servì. Le toccò una mano e la trovò fredda come una lastra di marmo.»

Pete e Manny ascoltavano assorti.

«Qualche minuto più tardi, il medico attestò la morte della donna. Disse che era spirata da parecchie ore. Doveva essere successo durante la notte. Una brutta faccenda, anche se non brutta quanto l'omicidio del contadino e il fatto che a Zarja ci fosse uno schizzato che se ne andava in giro a decapitare chi gli capitava a tiro.

«Seppellirono la donna e il contadino, e stabilirono un coprifuoco per tutti gli abitanti del villaggio.

«Nessuno fu arrestato nei giorni che seguirono. I gendarmi brancolavano nel buio e tutto sembrava sospeso. Poi, una notte, qualcuno bussò alla porta di una baracca. L'uomo che ci abitava prese il forcone, si accostò alla porta e chiese: – Chi è?

La Compagnia degli SpiantatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora