18.

243 19 10
                                    

Jersey City era a pezzi. I tetti crollati e le abitazioni sventrate non si contavano. Qualche catapecchia aveva subito un restauro, ma il lavoro di carpenteria lasciava parecchio a desiderare. Gli abitanti della colonia erano tutti fuori dai propri rifugi – chi sotto il portico, chi qualche metro più in là – e fissavano il cielo con muta meraviglia.

Un tizio che stava fuggendo da un succhiasangue era fermo in una lama di luce, seduto, la torcia ancora accesa tra le gambe. Si era avventurato in cerca di una porta temporale situata poco oltre i confini – tiravano a sorte per decidere chi tra gli uomini dovesse andare –, e aveva trovato un cicciuaplasma a sonnecchiare, appeso a un traliccio, a testa in giù. Aveva abbassato la torcia, e schermandola con la mano, era passato oltre. Mentre pregava mentalmente era inciampato in un sasso, era finito col grugno a terra e il succhiasangue si era svegliato. Mike – si chiamava così il tizio che aveva beccato la pagliuzza più corta – si era scordato all'istante della porta ed era schizzato via. Un guaito seguito dal suono di lenzuola che sbattono nel vento l'avevano avvisato che il succhiasangue si era lanciato all'inseguimento. In un secondo era calato su di lui e l'aveva circondato con le enormi ali. Mike si era ficcato la mano in tasca, alla ricerca della testa d'aglio che aveva portato con sè, ma non l'aveva trovata. Doveva essergli caduta quando il mostro l'aveva atterrato. Il succhiasangue aveva snudato i denti e si era chinato, quand'ecco che una lama di luce aveva diradato le tenebre e colpito il mostro in mezzo agli occhi. Il ciucciaplasma aveva fatto un balzo indietro, e dopo aver soffiato si era allontanato in volo.

Mike era ancora seduto in quella lama di luce – che intanto si era allargata diventando una pozza –, e non voleva saperne di muoversi. In realtà erano le sue gambe che non volevano collaborare. Fu costretto ad alzarsi perché altrimenti il manicomio di Fabulous l'avrebbe messo sotto, e lo guardò sfilare. Sentì la musica. I Demonions – si chiamavano così quei quattro casinari – stavano uccidendo un pezzo di Iggy Pop.

Il manicomio si fermò qualche metro più avanti. Il megafono legato al pennone in cima gridò alla colonia che il circo era in città, e i Demonions attaccarono a suonare Boys are back in town dei Thin Lizzy. Al momento del ritornello, il cantante cambiò le parole e strillò: «Circus is back in town!!!» Per sua fortuna Ripper non era nei paraggi, perché lo avrebbe presi a calci in culo. Quella dei Lizzy era una delle sue preferite.

La gente cominciò a sciamare, anche se con meno entusiasmo del solito. La novità del giorno si trovava sopra le loro teste, ed era difficile ignorarla. Il megafono urlò che dopo la solita bagarre tra stramboidi ci sarebbe stato l'incontro tra Big Dandy e un misterioso sfidante. Quell'annuncio convinse qualcuno a racimolare il carburante e fare una capatina.

Fabulous attese che gli spalti si riempissero, e quando capì che non li avrebbe riempiti del tutto, disse ai suoi di cominciare con lo spettacolo. Abbassarono le luci all'interno del tendone, lasciando la sola arena illuminata a giorno. Uno dei due ingressi laterali si aprì ed entrò un tizio con un cilindro in testa, pantaloni di pelle, anfibi e maglia retinata. Aveva lo sguardo vispo. Sollevò il piccolo megafono che aveva in mano, e con un sorriso da barracuda annunciò al pubblico gli eventi della giornata.

Prima due combattimenti tra stramboidi. Uno vedeva l'Uomo Capra contro il succhiasangue dai denti smussati. Nell'altro si sarebbero sfidati Bozo e Jebediah.

«E come ciliegina sulla torta, cari amici», disse Mr. Cilindro, «un misterioso sfidante ha deciso di affrontare Big Dandy, il nostro campione, nell'ultimo incontro di questa giornata.»

Si aspettava una vera e propria standing ovation – dopotutto era un programma coi controcazzi quello che stavano offrendo –, ma ottenne solo qualche tiepido e fuggevole consenso dalla platea. Non si perse d'animo e annunciò con entusiasmo il primo incontro, poi si dileguò. Dopo pochi secondi, un tizio grande e grosso con barbetta e muso caprini, una peluria lanuginosa e delle corna a spirale, entrò nell'arena. I Demonions accennarono Sympathy for the devil.

La Compagnia degli SpiantatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora