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-Vai a recuperare la tua roba e raggiungimi in camera. Io devo ancora compilare alcuni moduli e trovarti un letto.-disse Derek, cercando di non guardare Stiles negli occhi. Se avesse guardato la sua espressione avrebbe iniziato a pentirsi di aver praticamente forzato l'amministrazione a metterlo in camera con lui. Non era nemmeno stato difficile, in effetti. La sua stanza era omologata per tre persone e lui ci stava da solo, per non parlare del fatto che era il responsabile delle matricole. Stiles era a tutti gli effetti una sua responsabilità. Per non parlare del fatto che stando a contatto con lui per tutto quel tempo avrebbe avuto modo di farsi perdonare dal più piccolo. Avrebbe avuto modo di fargli capire quanto fosse dispiaciuto non solo per aver giocato con i suoi sentimenti, ma soprattutto per non essersi reso conto di ciò che provava per lui. Al liceo era stato troppo spaventato. Spaventato dal giudizio della gente, certo, ma ancora di più da sè stesso. Per tutta la vita non si era mai trovato a provare attrazione per i ragazzi, e se era successo aveva immediatamente liquidato la cosa, non prestandoci la dovuta attenzione. Non volendo prestarci la dovuta attenzione. Era più semplice fingere di essere interessato soltanto alle ragazze. E in fondo le ragazze gli piacevano un sacco, quindi non era stato difficile. Non era stato difficile finchè non era arrivato Stiles, con gli occhioni ambrati, i sorrisi imbarazzati e luminosi e quelle magliette terribili. Stiles con la sua parlantina, la passione per il budino, lo sguardo innamorato che gli rivolgeva e con le guance perennemente arrossate quando si trovava in sua presenza. A quel punto dire a sè stesso di non provare nulla per quel ragazzino era stato incredibilmente difficile. E se poteva anche passare sopra al fatto che lo trovasse carino, certo non poteva soprassedere quando si ritrovava a sentire impulsi quali quello di abbracciarlo, di toccargli i capelli, di vederlo imbarazzato, di baciarlo. E questo aveva sconvolto il suo mondo fatto di sicurezze, di etichette rassicuranti, di sguardi di approvazione da parte di tutti.
Sapeva che la sua famiglia non avrebbe avuto alcun problema con la sua sessualità (insomma, Laura gli aveva già assicurato che avrebbe avuto tutto il suo appoggio, Cora era la cosina più supportiva e adorabile su questa terra e, beh, Peter era Peter), ma lui non era stato in grado di accettarlo pienamente mentre era ancora al liceo. E per questo non era mai riuscito ad andare da Stiles con decisione, ad afferrargli il viso piccolo e morbido tra le mani e a baciarlo come avrebbe voluto. Semplicemente non era pronto. Non era pronto ad avere una relazione con un ragazzo, a doversi confrontare con gli altri e con sè stesso. E allora non avrebbe avuto senso illudere di nuovo Stiles per poi tirarsi indietro.
Il college era stato un piacevole cambiamento, e non solo perchè l'ambiente era completamente diverso. Era lui ad essere cambiato. Era cresciuto e aveva accettato quella parte di sè che per tanto tempo si era ostinato a negare. Ma quando aveva rivisto Stiles aveva capito che almeno una cosa non era cambiata: voleva Stiles per sè. Voleva proteggerlo, voleva baciarlo, voleva dargli tutto ciò che non era stato in grado di dargli un anno e mezzo prima. E pazienza se per farlo aveva dovuto forzare un po' le cose. Stiles probabilmente non lo avrebbe nemmeno lasciato avvicinare altrimenti e lui voleva a tutti i costi creare un rapporto con lui. Voleva capire se Stiles provasse ancora qualcosa per lui, se avesse ancora qualche possibilità. Ma gli sarebbe andato bene anche solo farsi perdonare, non essere più odiato. A quel punto avrebbe potuto farlo innamorare nuovamente di sè. Lo avrebbe fatto innamorare mille volte se ce ne fosse stato bisogno.

                           *****

Stiles gettò un ultimo sguardo a Derek, che sembrava molto assorto nella compilazione di un qualche modulo, e poi gli voltò le spalle e si diresse verso il dormitorio.

Vai a recuperare la tua roba e raggiungimi in camera.

Certo, era così semplice. Facile per Derek parlare, non gli era mai importato nulla dei suoi sentimenti, perchè un anno e mezzo dopo avrebbe dovuto essere diverso?

Stiles si diresse a grandi falcate verso la porta di Isaac (86 giusto? Sperava tanto di non fare figuracce proprio il primo giorno) e bussò.
Isaac gli aprì quasi subito, facendogli tirare un sospiro di sollievo. Sospiro che venne bruscamente interrotto da Isaac, che se lo tirò contro come un peluche e lo abbracciò.

-Wow amico, che succede?-domandò Stiles interdetto, allacciando comunque le braccia intorno alla sua vita.

-Mi dispiace.-borbottò lui contro la sua spalla.-Mi dispiace tanto.-aggiunse.

-Di cosa stai parlando?-chiese Stiles, aggrottando la fronte. Quel comportamento non era decisamente da Isaac.

-La storia di due anni fa. Con Derek.-chiarì il biondo, sentendo Stiles irrigidirsi tra le sue braccia.-Non mi sono mai scusato. Tu mi sei stato accanto e io...-

-Isaac, non importa. Certo, all'inizio ce l'avevo con te, ma...-fece per dire Stiles.

-No. Non dire che non importa perchè so che non è così. Ho chiamato Lydia.-

-Ah.-borbottò Stiles, pensando con sconforto che adesso avrebbe dovuto subirsi ore di sclero al telefono da parte della rossa.

-Io...non mi ero mai interessato a saperne di più. Ho sempre voluto pensare che non fosse nulla di che, che ormai era acqua passata. Ma non è così. Magari non sarò stato l'artefice di quel piano, nè colui che lo ha messo in pratica. Sarò anche stato uno spettatore a bordo campo, ma ero coinvolto anche io. Non avrei dovuto dare corda a Jackson su una cosa del genere e non avrei dovuto trascurare i tuoi sentimenti.-concluse Isaac, stringendo Stiles ancora più forte. Gli era quasi venuto da piangere quando Lydia gli aveva raccontato tutta la storia, quando gli aveva raccontato di quanto Stiles avesse sofferto. E lui era stato, benchè in minima parte, l'artefice di quella sofferenza.

Stiles sorrise contro il suo collo, portando una mano ad accarezzare i suoi capelli.-Va tutto bene Isaac, so che non volevi ferirmi in questo modo. So che non lo rifaresti e so che la mia amicizia è preziosa per te tanto quanto lo è per me.-disse.-Ma ora vorrei davvero smettere di parlarne e di sentirmi l'idiota che sono stato due anni fa.-

-Lo so. Scusa.-borbottò Isaac.-Ma volevo dirtelo.-

-Grazie. Va tutto bene.-disse Stiles, beandosi ancora un po' del calore della braccia dell'altro.

Sarebbe rimasto lì ancora un pochino a farsi coccolare, ma un colpo di tosse piuttosto seccato lo fece voltare leggermente verso la porta, che non aveva chiuso quando Isaac lo aveva praticamente trascinato verso di sè.

-Interrompo qualcosa?-sbuffò Derek, che li fissava dalla soglia.
Stiles arrossì lievemente e fece per staccarsi, ma Isaac alzò lo sguardo e rivolse a Derek un sorrisetto malizioso.

-In effetti sì.-disse, allungandosi per chiudere la porta in faccia a Derek, godendosi la sua espressione sconvolta e furiosa.

Lacrosse team 2 ~ SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora