XXVI

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L'aria sibilava addentrandosi nella veranda consumata dal tempo e dagli agenti atmosferici.

Questa pareva un sossurro, un malevolo avvertimento di quello che stave per accadere.

Una guerra.

Lo scontro fra il Santuario ed Alexandria.

Fra Rick e Negan,

mio padre e l'uomo che...

Sospirai profondamente raccogliendo le gambe contro il mio petto e adagiandovi il volto sconsolata.

Avevo appena terminato una riunione con Re Ezekiel e i suoi uomini riguardo l'indomani e ora avevo solo bisogno di stare un pò da sola con i miei pensieri.

I rampicanti si snodavano sinuosi come serpenti fra le assi e lungo le colonne portanti. L'odore di pioggia e terra bagnata mi cullava mentre, con gli occhi chiusi, mi lasciavo trasportare da quell'atmosfera.

La quiete prima della tempesta.

Le nuvole cariche di pioggia marciavano livide sul Regno come pronte alla battaglia. L'aria risultava elettrica e rabbiosa come se l'ambiente circostante fosse impregnato dai sentimenti degli uomini che si muovevano frenetici nelle diverse frazioni.

Il cielo sembrava prepararsi a piangere i morti che sarebbero caduti sotto il fuoco di due diversi schieramenti che di diverso avevano solo il nome con cui si identificavano.

In realtà avrei voluto avere Negan seduto al mio fianco il quel momento.

Quella consapevolezza risultava chiara e vivida immersa nel groviglio dei miei pensieri. Avrei solo voluto allungare la mano e trovare la sua, pronta ad accoglierla e stringerla.

Le mie dita accorsero alle mie labbra, il ricordo del nostro bacio parve stringermi in un caloroso abbraccio. Ma quelle sensazioni sebbene così intense e colorate non erano nulla in confronto a quello che avevo provato in quel momento.

Degli strascichi di vita che mi rendevano ancora più desiderosa di riviverli.

I polpastrelli ripercorsero la pelle morbida del labbro superiore per poi ridiscendere in quella della labbro inferiore come a cercare il segno indelebile che sembrava avermi lasciato.

Un marchio di fuoco sulla carne, una promessa non detta.

Il cuore fremette per il dolore che vi colava sopra denso e corrosivo. Le immagini di Alexandria e il Santuario pronti per la guerra erano troppo dolorose.

Mi sfregai distrattamente le mani sulle braccia nel tentativo di riscaldarmi.

Il maglione ocra mi pizzicava la pelle mentre i jeans scuri mi fasciavano le gambe dolenti per le ferite ancora non del tutto guarite. Mi aggiustai i capelli ormai troppo lunghi raccolti in uno chignon disordinato sulla testa con uno sbuffo.

Non riuscivo neanche a controllare i miei capelli.

<< Annie. >>

Benjamin mi salutò dalla strada agitando esageratamente il braccio, giunse da me attraverso il sentiero coperto da erbacce che si diramavano fra le crepe del cemento. Gli sorrisi mentre percepivo i graffi sul volto tirare e prudere.

<< Ciao. >>

Lo salutai mentre notavo una certa agitazione divincolarsi sul suo volto ma ipotizzai fosse per l'indomani.

<< Ehy... ehm... io ecco... >>

Balbettò evitando il mio sguardo, si infilò le mani nelle tasche guardandosi attorno visibilmente a disagio.

Negan•Sweet darknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora