IX

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Uscii in veranda stringendomi nella camicia a quadri di mia madre. Avevo avuto il bisogno di riindossare quel capo, avevo avuto la necessita di risentire mia madre vicina. Ero così assetata di un suo consiglio, di una sua carezza, della sua voce.
Mi accolsero i grilli che cantavano fra l'erba. L'aria era fresca e umida, profumava di terra bagnata e di pioggia.

Le giornate si stavano accorciando,  era ormai già calata la notte, le uniche luci ad illuminare la veranda e il giardino erano quelle calde della cucina dove mio fratello stava preparando la cena.

Mio padre era andato molto lontano per trovare delle provviste con Aaron ma continuavo a sperare di sentirlo arrivare, di udire i suoi passi decisi sulle assi di legno, di sentirmi chiamare dal piano di sotto.

Estrassi dalla tasca una sigaretta e l'accendino con le mani tremanti.  Avevo appena preparato la stanza degli ospiti per Negan che doveva essere da qualche parte con la povera Olivia. Si era presto affezionato alla donna e aveva inizato a darle il tormento seguendola come un bambino capriccioso e bisognoso di attenzioni.

Non ero d'accordo, ovviamente, sul fatto che rimanesse ad Alexandria ma quello era stato irremovibile. Avevo paura di lui, avevo paura di non saperlo gestire. Averlo lì, così vicino alla mia famiglia...mi faceva impazzire.

Feci scattare l'accendino inspirando forte, la sigaretta bruciò illuminandosi sanguigna. Il fumo mi grattò la gola e la nicotina mi distese i muscoli rigidi. Espirai appoggiandomi alla ringhiera mentre mi pareva di sgretolarmi e fondermi col fumo denso.

<< Tu fumi? >>

Sobbalzai gridando, l'accendino mi cadde per terra con un tonfo. Negan era seduto sulla sedia a dondolo immerso nella penombra, mi osservava sorpreso. Mi portai una mano al cuore che correva a perdifiato nel mio petto.

Non volevo parlare con lui. Non volevo vederlo. Non volevo sentire la sua voce o sentire il suo profumo.

Era troppo chiedere un attimo di tranquilla solitudine?

<< A volte... >>

Abbozzai a disagio.

Dopo un attimo di silenzio imbarazzante estrassi il pacchetto porgendoglielo per offrirgliene una. Questo sfilò una sigaretta senza esitazione portandosela alle labbra. Raccolsi l'accendino caduto e gli passai anche quello tenendo una distanza di sicurezza e accertandomi che le nostre mani non si sfiorassero.

<< Il tuo vecchio lo sa? >>

Chiese storcendo le parole per la sigaretta in bocca.

<< Andrai a fare la spia? >>

Chiesi sprezzante mentre mi sentivo formicolare la punta delle orecchie. Quello ridacchiò scuotendo la testa.

Accese anche lui la sigaretta e inspirò profondamente. Piegò il capo verso l'alto espirando, osservò il fumo salire lento formando figure astratte e ipnotiche. Poi riportò i suoi occhi su di me, calandoli con la stessa fatalità della sua mazza.

<< Peccato mi piacevi con il vestito. >>

Commentò alludendo al fatto che mi ero cambiata, osservò con disprezzo i jeans lunghi e la camicia troppo larga e consumata.

<< Per questo l'ho tolto. >>

Ribattei prendendo un altra boccata e guardandolo strafottente alzando il spracciglio. Quello sogghignò nella penombra. Accennò alla sedia affianco a sè.

<< Siediti qua con me. >>

Mi incitò con voce malevola. Mi irrigidii in allerta osservandolo con rifluttuanza. Le immagini dell'accaduto nel bagno vorticarono nella mia mente facendo aumentare il mio battito cardiaco.

Negan•Sweet darknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora