Negan•Sweet darkness

VI

La risata di Negan tuonò nella radura, risuonando nella mia mente, vibrandomi sotto la pelle.

I suoi uomini ci osservavano con occhi vuoti in riveroso silenzio, pronti a seguire gli ordini.

Negan gettò il capo all'indietro seguendolo con tutto il corpo .

<< Mi state dicendo che quella... >>

Mi indicò con Lucille facendomi sobbalzare. La frase gli uscì fredda e disgustata. Se prima si era mostrato sorpreso, incuriosito da me ora quella benevolenza malata era stata spazzata via e sostituita da un crudele disprezzo.

<< E' la figlia del capo degli uomini che hanno ucciso i miei uomini inviati da me per uccidere i suoi uomini? >>

Chiese con un sopracciglio alzato gesticolando. Mi guardò stupito, come se mi vedesse per la prima volta. Come se quell'informazione cambiasse la mia natura. Scosse la testa incredulo ridacchiando piano.

<< E quello è il tuo ragazzo Rick? >>

Chiese poi indicando Carl che lo che lo fissò brutale ostentando coraggio.

<< Insomma sicuro che è lui! Siete uguali! >>

Esclamò confrontandoli attentamente.

<< Ma lei... non assomigli per niente ne a tuo padre ne a tuo fratello. >>

Continuò guardandomi interrogativo, come se si aspettasse una spiegazione. Una spiegazione che io non volevo fornirgli perchè ero consapevole che l'avrebbe usata contro di me. Abbassai gli occhi per sfuggire al suo sguardo inquisitore.

Il suo silenzio era opprimente, attendeva una risposta. La pretendeva, non mi avrebbe lasciato in pace finchè non avrebbe avuto quello che voleva.

Lo fronteggiai rialzando lo sguardo.

<< Assomiglio a mia madre. >>

Spiegai semplicemente preparandomi alla domanda successiva.

<< E lei dov'è? >>

Chiese guardandosi attorno cercandola. Rimasi immobile e in silenzio non smettendo di fissarlo. Tremavo per il gelo e per il dolore di quei ricordi che mi rimanevano aderenti alla pelle soffocandomi.

<< Oh... >>

Gli sfuggì. Per un attimo parve davvero dispiaciuto mentre la consapevolezza diventava chiara nei suoi occhi. Ma presto divenne evidente l'ironia nel suo volto.

<< E' morta. >>

Disse al mio posto sapendo di avere in mano un coltello ben affilato da usare contro di me. Si piegò in avanti scrutandomi in fondo agli occhi in cerca del dolore che mi urlava sotto la pelle.

<< Come? >>

Chiese crudele. Sorrisi triste,

<< Non ti riguarda. >>

Quello aggrottò le sopracciglia adirato,

<< Ogni cosa che riguarda te riguarda me. Ogni cosa che riguarda qualsiasi di voi riguarda anche me. Perchè siete miei. >>

mi spiegò beffardo. Continuai a fissarlo apatica cercando di nascondere la paura e il dolore che mi animavano.

<< Com'è morta? >>

Ripetè facendo ondeggiare Lucille come avvertimento.

Osservai la mazza muoversi con grazia e fatalità davanti ai miei occhi.