✧
"Ciao tesoro!", salutai uno dei ragazzi della comitiva di Mirko, di cui ormai facevo parte anche io.
Posai lo zainetto sulla panchina affianco a me, mi sedetti comodamente e afferrai il pacchetto di sigarette dalla tasca esterna."Ciao, scusa.. Antonella, giusto?", mi si avvicinò quella scema di Martina, proprio quando ero riuscita ad accendermi la sigaretta in santa pace.
Cosa che non succedeva da un po'."Sì, dimmi", le dissi sorridendo e mantenendo la calma.
"Hai visto Mirko?", mi chiese un po' preoccupata, come se non lo vedesse da anni."Lo hai perso?", risi un po' sfottendola. "Io sapevo che era con voi, almeno, l'ultima volta che l'ho sentito mi aveva detto così", le dissi sinceramente, per quanto poteva starmi sui coglioni era Mirko a darle corda.
Provò a chiamarlo, e lui rispose subito, dicendole che era al bar con alcuni amici e che si era fermato per la colazione con loro.
Feci spallucce quando la mora me lo disse, come se mi importasse qualcosa.Decisi, però, di valutare se le versioni di Mirko coincidevano.
Tanto comunque non avevo nulla da fare."Senti, bella, posso chiederti una cosa? Non per essere invadente, ma sono un po' curiosa", le dissi senza lasciarla neanche rispondere.
"Dove vi siete conosciuti tu e Mirko?", continuai io e chiesi con aria innocente.
"Ci ha fatto conoscere Mario, al bar credo, la sera successiva a quando sono arrivata."
Almeno su questo era stato sincero, pensai."Perché lo vuoi sapere?", mi chiese lei con aria un po' spavalda.
Ma stai al posto bella.
"Ma così, volevo vedere se mi aveva detto la verità, quando c'è qualcuno che gli interessa mi dice solo stronzate, cose da maschi, penso che lo sai!", risi mentendo, semplicemente per vedere la sua reazione.I suoi occhi divennero due cuoricini, sembrava una deficiente.
Volevo sbattermi una mano sulla fronte, ma mi trattenni appena."E tu come lo hai conosciuto?", mi chiese un po' curiosa.
Spalancai gli occhi."Io? Non lo conosco da tantissimo, saranno mesi. Ci siamo 'conosciuti' proprio su questa panchina", toccai vicino alle sue gambe, facendolo un po' apposta, ma indicandole il punto preciso dove ero seduta quella mattina, ricordando la prima volta che vidi Mirko.
"Io stavo fumando, qui, e mi stavo rilassando un po', arrivò lui e mi fece crepare di paura svegliandomi dai miei pensieri", sorrisi internamente.
Girai lo sguardo verso di lei, che sembrava esserne affascinata addirittura anche solo dal mio discorso."Ti piace un po'?", le chiesi scherzosamente dandole una gomitata amichevole che più finta di così si diventa un manichino.
"È un bel ragazzo, sì."
"No, dico, in quel senso. Ti piace? Si vede un po'", tentai di fare l'amichetta del cuore.
"Sì, anche in quel senso", lei rise come se non le stessi per spaccare la faccia.
"Lo sapevo!", dovevo mantenere il gioco e quindi feci finta di non essere per niente pronta per fare la guerra anche col mondo.
"Tu che sei così amica sua, mi puoi dare qualche consiglio per conquistarlo?", mi domandò con aria sognante.
Stavo per sputarle in un occhio, ma sei scema?"In realtà non saprei, altrimenti lo avrei fatto anche io", le dissi ironicamente marcando un po' il territorio, ma cercando di passare inosservata.
Lei fece un'espressione strana e pensai di aver sbagliato mossa.
"Sto scherzando! Ti pare", risi così forte da convincere anche me stessa.
Sbuffai, ma quanti anni hai? Tre?"Devi semplicemente essere te stessa, a lui piacciono le persone prima di tutto sincere con loro stesse", continuai, ma questa volta le dissi una cosa abbastanza vera.
"Anto, a te piace qualcuno?", ma sapeva fare solo domande questa?
Però, quando me lo chiese, qualcuno tornò tra i miei pensieri, e non il ragazzo in questione di cui si stava parlando già da una mezz'oretta.
Per niente proprio."No, Martina, non mi piace nessuno e fidati, si sta molto meglio così."
"Come mai?", mi chiese come se le importasse qualcosa.
"Sto uscendo già da una relazione, ho voglia di pensare a me e di fare quello che mi fa stare bene. Non ho tempo per queste stronzate!", le dissi sinceramente aprendomi un po' con lei.
Restammo a parlare del più e del meno, da quanto tempo abitavo lì, delle persone che conoscevo, se avevo trovato lavoro o se andassi ancora a scuola.
Lei mi ringraziò e quando vide Mirko uscire dalla macchina gli saltò di nuovo addosso, facendomi torcere nuovamente lo stomaco.
Mirko si avvicinò a me portandosela dietro, e mi baciò la guancia salutandomi, come i vecchi tempi.
Dopodiché si sedette accanto a me, con la tipetta seduta in braccio.
No, dico, mi vedi? Sto qua, esisto, ti sembra il caso?Avvolse un braccio attorno al mio collo e mi tirò i capelli. Ma che sono, il tuo migliore amico?
"Mirko, togliti di dosso", lo scansai stando sulle mie."Andiamo Antonè, ho voglia di giocare", mi disse afferrandomi di nuovo.
"Ti ho detto toglimi quelle mani di dosso, lo capisci o no?", alzai il tono della voce così tanto da far girare pure i ragazzi seduti sui motorini dall'altra parte della piazzetta.
"Ma che ti prende?", fece alzare Martina dalle sue gambe e mi rincorse fino all'entrata del mio palazzo.
Mi girai scansandolo ancora, stufa del modo in cui mi trattava.
"Che mi prende? Hai anche il coraggio di chiedermelo?", gli chiesi più incazzata che mai.
"Sì, ti comporti in modo strano con me! Che cazzo ti ho fatto?", me lo chiese come se davvero non sapesse nulla, come se fosse tutto normale.
"Mi tratti come se fossi il tuo migliore amico!", gli urlai contro, ma facendo in modo che solo lui mi potesse sentire.
"Ma tu sei la mia migliore amica!", sbottò lui, questa volta facendosi sentire da tutti però.
Ah si? Vuoi giocare col fuoco?"Beh, non credo che la tua migliore amica la baci, non una, ma due volte, e le togli la maglietta mentre lei è sopra di te!", urlai facendomi sentire anche io.
Ops, ti sei bruciato amore."Adesso togliti dalle palle, che non ti reggo più!", lo spinsi all'indietro permettendomi la fuga fino al piano di sopra.
STAI LEGGENDO
Calvairate
RomanceAntonella vive a Milano, ma ben presto si troverà costretta a trasferirsi a Calvairate, in un quartiere vicino, contornato da palazzi e vite difficili.