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Come potevo pensare di essere più bella di Martina o che avessi più importanza di lei? Ormai era diventata l'attrazione principale di Calvairate, se non le andavi dietro eri 'frocio' e l'idea che Mirko potesse aver fatto parte di quella massa di decelebrati mi faceva ribollire il sangue nelle vene. Mirko non era come tutti gli altri, o almeno, questo era il mio pensiero prima che succedesse tutto.
Mirko non aveva ancora capito che con me non si scherza, e che, molto probabilmente, sono l'ultima persona sulla faccia della terra che si deve e si può prendere per il culo.
Non lo pensavo, anzi, avevo la sicurezza, che lui fosse già caduto nelle sue trappole e che c'era già stato qualcosa tra i due. Non avevo nessun dubbio.
Dopo qualche ora stesa sul letto di camera mia, dove si poteva sentire ancora perfettamente l'odore di Mirko, mi alzai più nervosa e incazzata di prima e andai ad aprire la porta alla persona che aveva deciso di suonare senza sosta il campanello.
Sperai con tutto il cuore che non fosse Mirko - o lo avrei mandato via a calci in culo -.Fortunatamente, non era lui. Di nuovo quella scema, ma che cazzo voleva?
"Ciao", mi disse fredda. Solo questa ci mancava.
"Dimmi."
"Volevo dirti che a me Mirko piace davvero quindi se puoi evitare di dire quelle cose in pubblico, neanche vere tra l'altro, lo apprezzerei", mi disse.
Non ci stavo credendo, per pararsi il culo le aveva detto che non era vero niente."Scusami, potresti dirmi chi ti ha detto che non sono vere le cose che ho urlato in pubblico, per cortesia?", incrociai le braccia e mi appoggiai con la spalla contro la porta spalancata.
"Conosco Mirko, è una persona onesta e lo avrebbe ammesso se fosse stato vero", non credevo alle mie orecchie.
"Aspetta, perché qui c'è da ridere davvero, te lo ha detto lui o no che non sono vere quelle cose?", inarcai le sopracciglia, cercando di capire bene il tutto."Non sono tenuta a dirtelo", disse lei alzando la testa con fare signorile.
"Allora, lascia che te lo spieghi io com'è realmente andata. Visto che qua non siamo neanche sinceri da dire se è vero o no, te lo dico io cosa succede nella testa di quel malcapitato", le feci l'occhiolino e le dissi esattamente come la pensavo."Mirko è una persona estremamente difficile, anche se a primo impatto può sembrarti il principe azzurro. Quando una cosa è vera e pensa di aver combinato un grosso guaio, adesso che sia con me o con te 'sto guaio non m'importa neanche più di tanto, lui fa scena muta e dalle sue reazioni potresti anche capire che il motivo che lo ha fatto incazzare non gli interessa, non è importante, gli fa spaccare i muri o lo fa andare quasi in coma etilico, per non dire altro", gesticolai per farmi capire meglio dalla mora che nel frattempo mi aveva guardata un po' perplessa.
"Non ho nessuna intenzione di portarti via Mirko, non mi interessa neanche più come amico, quindi figurati. Grazie per la visita, goditelo finché puoi", detto questo le chiusi la porta in faccia, non avevo più voglia di vedere nessuno e la faccia di merda di quella cretina mi faceva stare solo peggio.
Che se lo tenesse Mirko, chi se lo doveva sopportare quel guaio vivente.
Dopo pranzo avevo guardato un po' di tv e mi ero addormentata sul divano, mi svegliai verso le cinque e decisi di scendere, con la speranza di non incontrare nessuno che potesse solamente peggiorare il mio umore.Ero al solito posto, con la mia solita sigaretta e ormai a Milano, difficile da credere, era arrivata anche l'estate.
Era già passato molto tempo da quando mi ero trasferita e da quando avevo visto mio padre per l'ultima volta, molto meno da quando mi aveva lasciata definitivamente.
Pensai che sarebbe stato bello un giorno rivedere mia madre, e magari avere tutte le risposte che aspettavo da anni.Allontanai quei pensieri, mi facevano solo stare peggio.
Da lontano vidi un gruppo di ragazzi che si stavano picchiando, non erano tantissimi, eppure avevano richiamato la mia attenzione con le loro voci maschili.
Mi avvicinai per vedere chi fosse a terra e chi in piedi, e magari fare il tifo per uno dei due, ma non conoscevo nessuno dei presenti.
Feci spallucce e tornai indietro, delusa per non aver trovato un passatempo adatto alle mie esigenze.
Poi ci pensai un attimo, uno dei ragazzi aveva un'aria familiare, lo avevo già visto da qualche parte, ma in quel momento ebbi un black out.La cosa mi stava abbastanza torturando, pensare di conoscere qualcuno e non ricordarsi niente a riguardo è estenuante.
Restai lì fin quando a uno dei due non uscì molto sangue e mi avvicinai un po' all'altro ragazzo."In questa piazzetta ci vengono anche i bambini, vi sembra un bello spettacolo da mostrare?", urlai facendomi sentire soprattutto dal mio interessato.
"Almeno si abituano a questa vita", disse lui.
Ci pensai su, in realtà aveva ragione, non dissi nulla."Come ti chiami? Hai un'aria familiare", continuò lui.
Bingo, non avevo le allucinazioni allora.
"Mi chiamo Antonella", dissi poco sicura.
"Io sono Giulio".
Giulio.
Eppure c'era qualcosa, lo avevo già visto, ne ero sicura al cento per cento."Da dove vieni Giulio?", chiesi fingendomi poco interessata.
"Vuoi sapere troppo adesso", rise un po', e io feci lo stesso.
Mi salutò dicendomi che ci saremmo beccati di sicuro nuovamente e io lo sperai. Dovevo capire chi era quel dannato ragazzo.-
Tornai a casa dopo qualche ora, dopo l'incontro con il ragazzo sospetto ero rimasta a parlare con la proprietaria della salumeria del più e del meno, e avevamo fumato qualche sigaretta insieme.
Mi preparai da mangiare e vidi un bigliettino messo proprio al centro della tavola.
"Torno dopodomani, sono con le mie amiche in un agriturismo, scusa se non ti ho avvisata. Sei grande adesso, spero riuscirai a cavartela!
Nonna."
Sbuffai, mi sarei annoiata da morire senza di lei, e avrei dovuto cucinare io.
Finii di mangiare e mi buttai sul letto, avevo un sonno da paura quella sera e in meno di due secondi chiusi gli occhi addormentandomi.Di nuovo il campanello, guardai l'orologio del cellulare sul comodino, che segnava le 04.27. Bestemmiai qualche santo e mi alzai infilandomi le ciabatte.
Aprii la porta e mi ritrovai l'ultima persona che avevo voglia di vedere in quel momento, quello sfigato di Mirko.
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Calvairate
RomansaAntonella vive a Milano, ma ben presto si troverà costretta a trasferirsi a Calvairate, in un quartiere vicino, contornato da palazzi e vite difficili.