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Mi svegliai con la speranza che Mirko non se ne fosse andato e quando aprii gli occhi mi accorsi che mi dava le spalle e dormiva ancora beatamente.
Presa dalla curiosità presi il suo cellulare dalla scrivania e guardai le ultime chiamate. Inutile dire che era quella cozza di Martina, roteai gli occhi sospirando.
A me quella situazione stava stretta, e non poco. Mirko non poteva giocare con i miei sentimenti e andare dove lo portava il vento, doveva prendere una decisione e se non lo avesse fatto lui lo avrei fatto io.
Lo svegliai piano scuotendolo un po', dopo alcuni minuti aprì gli occhi e mi guardò un po' spaesato.
"Spero tu ti ricorda ancora chi sono!", dissi sarcastica mentre cercava di riprendersi dal suo coma.
Mi sorrise afferrandomi un braccio e mi portò vicino a lui, tenendomi stretta."Posso chiederti una cosa?", gli dissi sperando che stesse già collegando.
Lui annuì senza parlare.
"Che cos'ha questa Martina che ti piace così tanto?"
Non rispose, forse ci pensò su."Mi piace il fatto che non mi ci devo per forza scannare prima di andarci d'accordo", mi sentii leggermente offesa dalle sue parole.
"Ah, ok", gli risposi un po' distaccata.
"Perché sei qua allora e non da lei?", gli dissi alzandomi dal letto e iniziando a sistemare la camera."Perché preferisco scannarmi con te", mi seguì a ruota e una volta raggiunta mi baciò il collo.
Sentivo l'aria mancarmi sotto ai piedi, è questa la sensazione così bella che provano tutti quando sono innamorati di qualcuno?
Mi girò di scatto, fiondandosi con le labbra sulle mie e non ebbi né il coraggio né la voglia di staccarmi.
Il profumo dei suoi capelli inebriava le mie narici, ma mi causò un leggero giramento di testa. Forse non era il profumo.Le sue labbra sembravano fatte apposta per ricongiungersi con le mie, un po' più carnose delle sue.
Cercai di godermi tutto in quel momento, di non perdermi nessuna attenzione che ci metteva in quello che stava facendo.Mi sentivo come se da lì a poco avrei preso il volo e non sarei più riuscita a tornare indietro.
Ci staccammo dopo un po' di tempo, entrambi sorridenti e per niente pentiti di quello che era appena successo.
"Penso di voler stare con te, Anto", scoppiai a ridere. Doveva essere ancora molto ubriaco dalla sera prima."Perché ridi?"
"Sei ubriaco."
"No, non è vero."
"Seh, vabbè."Ci preparammo entrambi per scendere, a casa non c'era molto da fare e si moriva ugualmente dal caldo.
Ci sedemmo sulla nostra solita panchina, quando vidi venire nella mia direzione il ragazzo che avevo conosciuto qualche giorno prima.
"E quello chi è?", mi chiese Mirko sottovoce mentre fumava la sua sigaretta.
"Un amico, perché?", gli domandai punzecchiante."Ciao Giulio!", lo salutai con un bacio sulla guancia.
"Anto, tutto bene?", mi chiese e io annuii.
"Ho fatto le mie ricerche, sai? Tu sei la figlia di Lucia."Quando sentii quel nome il sangue contenuto nel mio corpo diventò di ghiaccio. Nessuno osava mai nominarla, e ormai mi ero anche convinta che non esistesse più sulla faccia della terra.
"Ehm, no", mentii spudoratamente, per quanto io avessi bisogno di lei non potevo permettermi di stare ancora male per colpa sua.
"Sì, ci ho parlato l'altro giorno, sei tu!"
Mirko rimase in silenzio e solo quando vide la mia faccia un po' spaventata decise di mettersi davanti, impedendo al ragazzo di parlarmi ancora."Lascialo stare Mì", lo spostai con forza, riuscendo di nuovo a vedere Giulio.
"Tu come la conosci?", assottigliai gli occhi, incrociando poi le braccia.
"È la fidanzata del padre di un mio amico, non so se lo conosci, si chiama Francesco."
Sapevo benissimo chi era."Mh, beh, sai dove posso trovarla?", chiesi al moro.
Mirko mi guardò incredulo, ma io lo stoppai ancora prima che potesse pensare di dire qualcosa."Abita a Roma, è un po' lontano, saranno cinque o sei fermate di freccia", mi disse indicandomi la stazione, anche se sapevo benissimo come arrivarci.
"Grazie mille, sai per caso l'indirizzo o qualcosa del genere?", chiesi ancora.
"Sì, posso mandartelo per messaggio", mi disse afferrando il cellulare dalla tasca e aprì la rubrica per segnarsi il mio numero."Facciamo che lo passi a me", disse Mirko al ragazzo, e mi fece un po' ridere.
Si scambiarono i numeri e il mio quasi amico andò via."Quando vorresti andarci?", mi chiese Mirko passandomi una sigaretta.
"Chi ha detto che voglio andarci?", sorrisi spavalda.
"Hai preso l'indirizzo, cosa te ne fai adesso?"
"Sicuramente lo avrà mandato lei qua, per controllarmi un po' e per vedere cosa combino. Se lui le dirà che ho preso l'indirizzo lei penserà che ho deciso di andarla a trovare o che ci sarà qualcosa ancora che ci legherà, ma la illuderò così come ha fatto lei con me", gli feci l'occhiolino e continuai a fumare come se non fosse successo nulla.Mirko rimase senza parole, in effetti nei suoi panni neanche io avrei saputo cosa dire.
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Calvairate
RomanceAntonella vive a Milano, ma ben presto si troverà costretta a trasferirsi a Calvairate, in un quartiere vicino, contornato da palazzi e vite difficili.